Fa passi avanti il corso di laurea in Medicina e Chirurgia attivato su Taranto dall’Università di Bari e approvato dall’Anvur, l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario. In vista dell’anno accademico 2020-2021,sono “oltre 200 gli studenti che hanno indicato come prima scelta Taranto per il corso di studi”. Lo annuncia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco, che ha seguito la questione Università-corso di laurea in Medicina al tavolo del Cis, il Contratto istituzionale di sviluppo dell’area di Taranto. Questi numeri “sono la dimostrazione di come sia già in atto quel processo di riconversione economica, culturale e sociale che questo Governo ha già avviato” dichiara Turco in riferimento al rilancio del Cis e alla riprogrammazione della spesa da alcuni progetti non ritenuti più fattibili, se non a tempi molto lunghi, su nuovi obiettivi.
“Questi numeri - aggiunge Turco - sono la risposta tangibile alla scelta fatta mesi fa. È un grande risultato per il territorio ed è una vera e propria iniezione di fiducia per il prossimo futuro quando Taranto potrà rivendicare l’autonomia universitaria che merita da anni”. Medicina sarà ubicata nell’ex sede della Banca d’Italia, sul Lungomare di Taranto, che é dismessa dal 2016.Il corso di laurea in Medicina decentrato dall’Università di Bari, che a Taranto ha una sua consolidata presenza da anni, risale per la verità al 2019. Solo che l’avvio non è stato felice per una serie di problemi organizzativi, autorizzativi e logistici. Il segno evidente di questo c’è stato nelle pochissime iscrizioni al debutto. Da qui è partita in seguito tutta un’azione per riprogrammare il corso di laurea. I passi salienti sono stati compiuti proprio tra giugno e luglio scorsi. Anzitutto, la Regione Puglia, a valle di una riprogrammazione di risorse, ha stanziato complessivamente 7 milioni e 835 mila euro che serviranno per acquistare l’ immobile dalla Banca d'Italia (per un importo di 5 milioni di euro) e per realizzare gli interventi di ristrutturazione. In seguito é stato stipulato un protocollo che, a seguito della disponibilità della Banca d’Italia a vendere l’immobile e della scelta della Regione Puglia di acquistarlo e utilizzarlo come sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia, la stessa Regione ha trasferito alla Asl di Taranto le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione. Questo affinché l’Asl acquisti l’immobile dalla Banca d'Italia e provveda al restauro e riuso per l'avvio immediato delle prime attività di formazione a settembre 2020. Ma le risorse deliberate serviranno anche ai successivi interventi, con i quali si completerà il recupero e l’utilizzo dell'immobile per le finalità di formazione e ricerca per le discipline mediche e sanitarie.
Asl Taranto in tutto questo si avvale dell’Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio della Regione Puglia (Asset) per la progettazione e l'esecuzione delle opere di restauro e riuso dell'immobile. Sempre Asl Taranto, al fine di garantire l’avvio del primo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, ha programmato un primo lotto funzionale di rapida esecuzione per consentire la disponibilità di 3 aule, al piano rialzato dell'immobile, complete degli arredi minimi necessari per lo svolgimento delle attività di formazione universitaria. In tal senso, sono disponibili gli ulteriori fondi derivanti dalla rimodulazione effettuata dalla Regione Puglia in accordo con il ministero per la Coesione e con il Contratto di sviluppo Taranto. L’Università di Bari, dal canto suo, riceverà in comodato d’uso gratuito per 10 anni la struttura e si impegnerà ad erogare, per un analogo periodo di tempo, le attività didattico-formative e di ricerca attinenti a Medicina e Chirurgia già a partire dal primo semestre dell’anno accademico 2020-2021. A completamento del polo universitario, il Comune di Taranto ha già avuto un primo confronto col Dipartimento di Farmacia dell’Università di Bari per “sondare, con gli organismi accademici, la possibilità di avviare una collaborazione, all'interno del già esistente accordo di programma con l'Università, volta all'istituzione di corsi stabili nel capoluogo già a partire dall'anno 2021/22”.