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Giovedì, 13 Agosto 2020 08:53

ALLARME BENZENE/ Taranto, il Comitato cittadino scrive al sindaco “livelli raddoppiati, gli impianti vanno fermati” In evidenza

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“È raddoppiato il benzene cancerogeno nel 2020 a Taranto nonostante il Covid. Il Comitato Cittadino scrive al sindaco affinché dichiari l’Ilva incompatibile con la salute pubblica e formalizzi la richiesta di fermo dei suoi impianti inquinanti”. Lo annuncia lo stesso Comitato che, raccogliendo l’adesione di associazioni e movimenti già esistenti, nonché di cittadini, si è costituito ai primi dello scorso luglio, dopo l’episodio della nube di polvere ferrosa sollevatasi il pomeriggio del 4 luglio, causa maltempo, dal siderurgico ArcelorMittal e abbattutasi sui due quartieri vicini alla fabbrica, Tamburi e Paolo VI.  Per il Comitato, il picco di benzene si è verificato giovedì 6 agosto. “La centralina Arpa del quartiere Tamburi, in via Orsini - si spiega -, ha riportato un valore di 9.1 mcg/m3” (microgrammi per metro cubo). Si tratta, dice il Comitato, del “valore più elevato si è registrato all’interno dell’Ilva La centralina Meteo Parchi (Ilva) ha infatti registrato 10 mcg/m3 e questo ci induce a pensare che la sorgente del picco di benzene sia da individuare dentro lo stabilimento siderurgico. Elevato anche - afferma il Comitato - il valore registrato nella centralina Arpa di via Alto Adige: 6 mcg/m3. E’ l’ultimo di una serie di picchi registrati dalle centraline Arpa e Ispra”.

 

 Secondo il Comitato, “se si osserva la media del benzene rilevato nel periodo gennaio-luglio 2020 rispetto all'anno precedente, nel quartiere Tamburi l'aumento è stato del +113%. Nella cokeria Ilva è del +83%, nella centralina Ilva di Meteo Parchi è del +193%. Praticamente il benzene nell’Ilva - si evidenzia - è più che raddoppiato nonostante la riduzione della produzione e il lockdown. Il benzene è classificato dalla Iarc come cancerogeno certo”. “Questi dati dimostrano che lo stabilimento siderurgico è talmente fatiscente che neppure la riduzione della produzione consente di raggiungere risultati accettabili e costanti” afferma inoltre il Comitato Cittadino la cui posizione “è quella di non attendere oltre e di richiedere la revoca della facoltà d’uso agli impianti Ilva posti sotto sequestro penale”. Si afferma che “la facoltà d’uso era condizionata dalla Corte Costituzionale alla messa a norma degli impianti, cosa che non è avvenuta e che è stata continuamente rinviata fino a diventare una chimera. Tale mancanza di rispetto delle prescrizioni Aia (autorizzazione integrata ambientale) non è stata compensata neppure dalla ridotta produzione”, conclude il Comutato. Che chiede al sindaco di Taranto “un incontro perché venga presa con la massima rapidità la decisione di dichiarare l’Ilva incompatibile con la salute pubblica ai fini del fermo degli impianti inquinanti”. 

Giornalista1

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