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Giornale di Taranto - CAMERE DI COMMERCIO/ Taranto dice no alla fusione con Brindisi. Sportelli “ sarebbe l’ennesima ferita inferta alla città”
Martedì, 07 Luglio 2020 07:43

CAMERE DI COMMERCIO/ Taranto dice no alla fusione con Brindisi. Sportelli “ sarebbe l’ennesima ferita inferta alla città” In evidenza

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L’accorpamento della Camera di Commercio di Taranto con quella di Brindisi, “è la solita storia: urliamo le nostre istanze ma dall’altra parte solo silenzio e azioni che indeboliscono il territorio”. Lo dichiara il presidente della Camera di Commercio di Taranto, Luigi Sportelli, che si schiera contro questa prospettiva così come hanno già fatto qualche giorno fa sindaco di Taranto e presidente della Provincia. “Si profila un’accelerazione sugli accorpamenti degli Enti camerali che potrebbe portare ben presto la Camera di Commercio di Taranto a perdere la propria autonomia” dichiara Sportelli. Che poi aggiunge: “Si tratterebbe - rileva - dell’ennesima ferita inferta al nostro territorio”

 

“La Camera di Commercio di Taranto - sostiene Sportelli - è fra quelle accorpande in base ad un criterio “verticale” non condivisibile” in quanto, si evidenzia, “non risponde minimamente alle esigenze dei territori, neppure sotto il profilo amministrativo. Infatti, nel 2014, all’avvio del processo di riordino, si pensava ad una nuova geografia amministrativa del Paese, ma oggi, al di fuori di ogni logica, una Camera unica Taranto- Brindisi si dovrebbe confrontare con due Province, due Prefetture, due Autorità di Sistema Portuale, due Tribunali”. “Ancora attendo di conoscere - afferma il presidente della CdC Taranto - quale sarebbe il vantaggio di una fusione, considerato che il riordino e le norme precedenti e successive di contenimento della spesa hanno già enormemente ridotto i costi dell’Ente. Sei anni dopo - dichiara Sportelli - un territorio afflitto da crisi insormontabili potrebbe subire anche questo”.

 

“La Camera di Taranto - annuncia infine Sportelli - ha portato alla presidenza  della Regione Puglia, al ministro dello Sviluppo Economico, al Governo e alla presidenza del Consiglio le ragioni per le quali Taranto non merita di perdere una Istituzione che lavori nell’esclusivo interesse di quest’area: la natura di circoscrizione territoriale di confine, tanto da essere hot spot di frontiera con il Mediterraneo per la gestione dei flussi migratori; il persistente gap infrastrutturale, nonostante si continui a parlare della strategicità economica dell’industria siderurgica tarantina”. E ancora, osserva la CdC Taranto, “la presenza  di una crisi industriale complessa ancora irrisolta a 8 anni dal riconoscimento (crisi che si sommerebbe a quella brindisina); il danno ambientale e sanitario ultradecennale e continuativo, che non la rende dissimile dalle aree che hanno vissuto eventi sismici devastanti”. “Tutti elementi - conclude Sportelli - che hanno costituito motivo di deroga all’accorpamento per altri Enti camerali ma che per Taranto non valgono”.