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Mercoledì, 17 Giugno 2020 12:21

LA TRATTATIVA/ Oggi riunione sul coinvestimento dello Stato nella gestione di ArcelorMittal In evidenza

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Dovrebbe riguardare l’avvio della discussione del coinvestimento dello Stato attraverso Invitalia in ArcelorMittal la call di oggi pomeriggio tra l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, Ondra Otravec, alto dirigente della multinazionale ArcelorMittal, Francesco Caio, consulente del Governo per il dossier ArcelorMittal, e Domenico Arcuri, amministratore delegato della società pubblica Invitalia. Lo apprende l'AGI. 

Dopo la presentazione del nuovo piano industriale 2020-2025 lo scorso 5 giugno da parte di ArcelorMittal, respinto dai sindacati e bocciato dal Governo (col premier Conte e i ministri Gualtieri, Patuanelli e Catalfo), si è deciso di strutturare la discussione, in attesa del confronto diretto tra azienda e Governo, in due livelli: uno riguarda il rispetto del contratto in essere da parte di ArcelorMittal e l’altro, invece, il coinvestimento del socio pubblico nell’azienda siderurgica. Sul contratto l’approfondimento sarà dell’amministrazione straordinaria Ilva, proprietaria degli impianti, con ArcelorMittal, sul coinvestimento invece il mandato a discutere con ArcelorMittal è stato affidato ad Arcuri di Invitalia insieme a Caio che rappresenta l’esecutivo. “Una valutazione politica”, secondo quanto apprende AGI, avrebbe portato a far partire la discussione dal coinvestimento, che riguarda una prospettiva di futuro, che dovrebbe concretizzarsi entro novembre prossimo stando all’accordo del 4 marzo, anziché dall’esame del contratto operativo. È evidente, comunque, che sull’insieme ci sarà poi la valutazione del Governo cui spetta l’ultima parola sul dossier. Così come pur oggi parlando di convestimento dello Stato con Invitalia in ArcelorMittal, non è da escludere che il tavolo - l’incontro è in videoconferenza - sia usato dai rappresentanti della parte pubblica per verificare quanto e in che misura ArcelorMittal sia disposta a cambiare il suo piano industriale.

 

 La bocciatura di sindacati e Governo è infatti ad ampio fronte: riguarda la riduzione della produzione, portata a 6 milioni anziché tenerla a 8 milioni come concordato a marzo; gli esuberi, individuati in 3.200 con riduzione dell’organico a 7.500 diretti; il rinvio di investimenti importanti a partire dall’ammodernamento dell’altoforno 5. Divisi su tutto (Conte ha bocciato con parole nette il piano di Mittal) e anche sulla visione di futuro, con ArcelorMittal che stima che il Covid avrà un impatto sul mercato siderurgico per almeno tre anni e il Governo che invece ritiene che i piani post Covid per il rilancio dell’economia italiana ed europea genereranno una importante domanda di acciaio, e quindi gli impianti avranno bisogno di produrre.

    A ciò si aggiunga che il clima a Taranto è tesissimo, con oltre 3mila addetti in cassa integrazione Covid (ma dal 6 luglio scatteranno altre 9 settimane di cassa ordinaria) a circa 8-900 euro al mese, e con i sindacati che contestano pure l’accordo di marzo, per non averlo mai negoziato, nè visto. E molto conflittuale è pure il rapporto tra ArcelorMittal e le istituzioni di Taranto e della Puglia.

    Si dovrebbe intanto concludere venerdì prossimo l’ispezione in ArcelorMittal da parte dei 15 tecnici incaricati da Ilva in amministrazione straordinaria per verificare lo stato degli impianti. L’ispezione é cominciata l’8 giugno. L'AGI apprende che dall’ispezione starebbe emergendo quello che un po’ si prefigurava e cioè ritardi e assenza di manutenzioni. L’ispezione si concluderà con un report finale.

Giornalista1

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