Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - LO STRAPPO/ Fumata nera tra ArcelorMittal e sindacati, confermato lo sciopero dei marittimi il 5 giugno
Domenica, 31 Maggio 2020 11:06

LO STRAPPO/ Fumata nera tra ArcelorMittal e sindacati, confermato lo sciopero dei marittimi il 5 giugno In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Fumata nera tra ArcelorMittal e sindacati metalmeccanici circa lo sciopero indetto da questi ultimi agli impianti marittimi della fabbrica per il 5 giugno. L’incontro non ha sortito esiti e lo sciopero è stato confermato. La protesta è stata indetta da Fim Cisl e Uilm che contestano all’azienda di aver messo in cassa integrazione “più unità lavorative rispetto a quelle necessarie” e di effettuare “spostamenti di personale da un pontile all’altro in maniera del tutto schizofrenica”.     “C’è lo stato di agitazione ai pontili di ArcelorMittal - dichiara ad AGI il coordinatore di fabbrica Uilm, Gennaro Oliva -. Questi stanno esagerando ovunque. Addirittura, un locomotorista del porto doveva scendere dal locomotore e andare a fare il registratore". 

 

"Poi - aggiunge Oliva - doveva fare il targhettista e poi ancora l’addetto piazzale. In acciaieria 2,dove c’è quasi una produzione a pieno regime, stanno mettendo in cassa integrazione il personale della manutenzione quando invece ci sono tantissime attività da fare”.  “Io non so - afferma Oliva della Uilm - questi dove vogliono arrivare e cosa vogliono fare a Taranto e nello stabilimento. Qui non sopportiamo più questa situazione. Ci sono ormai pochi reparti aperti. Non chiudono nemmeno le buche sull’asfalto delle strade interne, che è pieno di voragini”. “C’è la disperazione totale dei lavoratori che stanno a casa in cassa integrazione - dice Oliva -. Abbiamo chiesto di fare la rotazione tra le due acciaierie, tra i due altiforni, laddove è possibile, e questi non hanno fatto nulla, non ci hanno fatto sapere nulla. Cercano ovunque di tirare al massimo la cassa integrazione, come se questi ci guadagnino mettendo la gente in cassa. C’è poi un sistema di relazioni completamente azzerato”. “Sinceramente - conclude Oliva ad AGI - lo stato d’animo che ora c’è nello stabilimento, non l’abbiamo mai visto”.