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Giornale di Taranto - COMUNE DI TARANTO VS ARCELORMITTAL/ Melucci “la priorità è il nuovo ospedale non l’acciaio”, Viggiano “il tempo dei trucchi è scaduto”
Sabato, 30 Maggio 2020 16:04

COMUNE DI TARANTO VS ARCELORMITTAL/ Melucci “la priorità è il nuovo ospedale non l’acciaio”, Viggiano “il tempo dei trucchi è scaduto” In evidenza

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È indecente che si parli di acciaio a Taranto in questi giorni, mentre ai cittadini non si riesce ormai da anni a consegnare una sanità di eccellenza”. Così il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, commenta i tempi infiniti che si prospettano per la costruzione del nuovo ospedale di Taranto, San Cataldo, bloccato in un contenzioso legale ultimamente approdato al Consiglio di Stato. Riferendosi al riavvio delle trattative sul nuovo piano industriale di ArcelorMittal, il sindaco di Taranto dichiara che “è  una vergogna nazionale, un vero e proprio delitto contro la vita umana. Il Governo - afferma - intervenga immediatamente per sbloccare il progetto dell'ospedale San Cataldo. Non ci può essere altro valore o interesse da tutelare più della qualità della vita, non c'è ordinamento che sia credibile se continua a ipotecare così il futuro di un'intera comunità. Poi ci chiediamo - sostiene il sindaco di Taranto - perché i tarantini non vogliano più sentir ragioni sull'Ilva o perché l'Europa ammonisca sistematicamente l'Italia sull'uso corretto dei fondi per la transizione giusta”. 

 

“Il Governo - ammonisce il sindaco di Taranto - deve sapere che, senza una parola urgente e definitiva sull'ospedale San Cataldo, anche per il suo negoziato su Ilva si restringono ulteriormente le possibilità di collaborazione con la città. Adesso prima Taranto incassa il necessario, poi si discute del resto” conclude il sindaco. L’ospedale San Cataldo di Taranto, da 715 posti letto, è stato appaltato a maggio 2019 dopo anni di ritardi a partire dal primo lancio del progetto. L’appalto, però, non si è tramutato in cantiere a causa del contenzioso legale promosso dalle imprese escluse dall’assegnazione, contenzioso prima approdato al Tar e poi al Consiglio di Stato. La gara è stata assegnata ad un consorzio di imprese edili con un ribasso del 23 per cento: a 121 milioni rispetto ai 166 milioni della base d’asta. Quello che ha fatto scattare i ricorsi, è stata la previsione delle imprese vincitrici dell’appalto di poter fare i lavori h24,escluso il fine settimana, tagliando di 860 giorni i tempi di realizzo della struttura sanitaria. Centrale di committenza dell’ospedale San Cataldo è Invitalia, società Mef. Il progetto rientra tra quelli del Contratto istituzionale di sviluppo di Taranto. 

Viggiano “il tempo dei trucchi è scaduto”

 

“Il tempo dei trucchi è scaduto” e “ArcelorMittal non può più nascondere il suo disinteresse per la città, nemmeno rilanciando con un ennesimo piano industriale, che ci immaginiamo scarsamente coerente persino con le prescrizioni Aia cui è obbligata, già di per sé insoddisfacenti”. Il Comune di Taranto, con l’assessore all’Ambiente, Francesca Viggiano, inasprisce il braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e ArcelorMittal. Motivo, il ventilato slittamento dei tempi per la copertura dei nastri trasportatori del siderurgico, attività, questa, che doveva concludersi a maggio 2020 e invece rischia di slittare. A febbraio 2021 con la copertura del 90 per cento dei nastri e a luglio 2021 col completamento.

 

Per la Viggiano, se ArcelorMittal “davvero volesse immaginare il futuro dell’acciaio verde targato Taranto, dovrebbe prendere le recenti, distinte parole del vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, e trarne profonda ispirazione: "'La transizione passa dalla rinuncia al carbone e da un processo di innovazione che richiede lungimiranza'. E noi aggiungiamo investimenti miliardari veri. Non quelli propinati a intervalli regolari in accattivanti slide nei ministeri romani”.     “ArcelorMittal - aggiunge l’assessore del Comune di Taranto - ha chiesto di differire i termini per ottemperare alla prescrizione, avanzando l'alibi del blocco delle attività per il Covid-19. Il tema, però, è che ha chiesto un rinvio di 14 mesi in luogo dei 3 di lockdown”. Il Comune parla di “ritardi che vengono da lontano e che la direzione Ambiente del Comune di Taranto ha più volte contestato, senza ricevere alcun riscontro dall'azienda”.

 

 “Discutere di differimento dei termini per l’esecuzione di alcune prescrizioni Aia, nello specifico la chiusura dei nastri trasportatori, come  d'altronde del valore di quella intera Aia, appare inutile se la proiezione dell’amministrazione Melucci - afferma l’assessore all’Ambiente del Comune di Taranto - è già incisa a chiare lettere nel ricorso contro il Dpcm del 29 settembre 2017 e nell'ordinanza sindacale del 27 febbraio 2020”.

     Quest’ultima è quella che impone ad ArcelorMittal lo stop degli impianti inquinanti, ordinanza che il Tar di Lecce ha sospeso sino ad ottobre prossimo in attesa di chiarimenti sull’inquinamento da ministero dell’Ambiente e Ispra.

     Tornando invece alla prescrizione relativa alla copertura dei nastri trasportatori, Viggiano dice che “alla conferenza di servizi di aggiornamento del 12 giugno, presenteremo una nota dettagliata per sostenere la nostra posizione”.

    “ArcelorMittal - dice il Comune di Taranto - rispetti tempi e prescrizioni, altrimenti non ci sarà più spazio di confronto. Il tempo per i trucchi è scaduto - incalza il Comune -, spostare il momento degli esami avanti di anni, non equivale a stare a posto con la legge e la morale” e, si conclude, “non salverà azienda e funzionari dalla sonora bocciatura dei cittadini e della storia”.