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Giornale di Taranto - QUI ARCELORMITTAL/ Operai vanno al lavoro ma trovano il badge di accesso disattivato
Venerdì, 15 Maggio 2020 11:01

QUI ARCELORMITTAL/ Operai vanno al lavoro ma trovano il badge di accesso disattivato In evidenza

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I lavoratori di ArcelorMittal che, questa mattina, si sono recati al siderurgico per iniziare il primo turno, quello che comincia alle 7, sono dovuti tornare a casa. Gli è stato disattivato il badge di ingresso in fabbrica in quanto collocati da oggi in cassa integrazione. L’azienda ha inviato via mail le lettere di messa in cassa nella serata di ieri, ma non tutti gli interessati hanno letto in tempo utile la comunicazione e stamattina si sono quindi recati al lavoro. Inoltre, secondo i sindacati, l’azienda ha telefonato - per annunciare la collocazione in cassa - a coloro che sarebbero dovuti entrare in fabbrica alle 23 di ieri sera per il turno di notte. “Ci risulta che oltre un centinaio di lavoratori stamattina si siano presentati a tutte le portinerie trovando il badge di accesso disattivato” dichiara ad AGI Vincenzo Laneve, coordinatore di fabbrica per la Fim Cisl.

 

L’aver trovato i badge fuori uso ha provocato tensioni e proteste tra i lavoratori che temono una cassa integrazione di lunga durata. I sindacati hanno chiesto di incontrare questa mattina il direttore del personale, Arturo Ferrucci. E protesta anche l’Usb, che dichiara che “ArcelorMittal ferma  alcuni impianti e riduce il numero dei lavoratori in azienda con ripercussioni per la sicurezza e per l'ambiente, portando il numero delle unità lavorative al di sotto di quel limite che aveva in precedenza definito invalicabile”. “A questa azienda - afferma Usb - si concede ogni cosa, dice tutto e poi il contrario, senza che nessuno lo faccia notare e pesare”. Per Usb, “altro chiaro esempio di ciò, riguarda la produzione di ghisa. Pascucci, direttore dello stabilimento, e Ferrucci, capo del personale, meno di un mese fa, hanno dichiarato, alla presenza del prefetto, che 8.500 tonnellate rappresentavano il livello minimo per garantire la sicurezza degli impianti. Non si comprende come oggi si possa essere sotto le 7.500 tonnellate al giorno”.  Inoltre, sostiene Usb, “continua a crescere il numero dei licenziati. Diversi lavoratori hanno ricevuto la comunicazione da parte dell’azienda che, tra l’altro, adduce futili motivi”. Per l’Usb, “da qui si deduce” che l’amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, e gli altri dirigenti “sono la coerente espressione di un'azienda che, a nostro avviso, non ha alcuna intenzione di onorare gli impegni presi col Governo, che ancora non paga le ditte dell'appalto e che continua, in ogni modo, a dettare legge, non rispettando neanche le istituzioni”.