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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ L’ospedale San Marco di Grottaglie soccorre quelli di Taranto e provincia per ricoveri ordinari
Venerdì, 17 Aprile 2020 14:47

CORONAVIRUS/ L’ospedale San Marco di Grottaglie soccorre quelli di Taranto e provincia per ricoveri ordinari In evidenza

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Con la trasformazione in ospedale Covid 19 dell’intera struttura dell’ospedale Moscati di Taranto, uno dei due nosocomi della città, Asl Taranto ha dovuto riadeguare altri ospedali perché a causa dell’emergenza coronavirus non venisse comunque meno l’attività ordinaria. E così l’ospedale San Marco, in un primissimo momento individuato come struttura post Covid, cioè post acuzie, è stato delegato ad occuparsi delle patologie internistiche ordinarie. Nel reparto di Lungodegenza di Grottaglie, spiega Asl Taranto, sono disponibili 28 posti letto con utilizzo al 100%. Il 90% dei posti sono occupati da pazienti provenienti dal reparto di Medicina dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.

 

 "Attualmente sono ricoverati anche due extracomunitari con patologie croniche disabilitanti, in attesa di una individuazione, da parte dei servizi sociali, di una collocazione definitiva”.  Nel reparto di Medicina di Grottaglie sono poi disponibili 21 posti letto, anche questi con utilizzo al 100%, dove arrivano i pazienti provenienti dal Pronto Soccorso del Santissima Annunziata e, con trasferimento diretto, dal reparto di Medicina di Taranto. Si tratta, spiega Asl Taranto, “di pazienti pluripatologici, con complessità clinica a medio-bassa intensità di cure: scompenso cardiaco, riacutizzazioni di broncopneumopatie croniche ostruttive, epatopatie scompensate, anemie, pancreatiti e neoplasie (talvolta anche prima diagnosi). Attualmente, vengono ricoverati nel reparto anche pazienti dalle strutture Covid il cui tampone è risultato negativo”. Per Asl Taranto, “è grazie alle strutture come il San Marco di Grottaglie, e al lavoro del personale che vi è impegnato, che il sistema sanitario è oggi in grado di affrontare l’epidemia in corso senza penalizzare l’attività ordinaria e, in ultima analisi, la salute e il benessere di tutti gli assistiti”.