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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ Il prefetto non proroga il decreto, ArcelorMittal potrà produrre e commercializzare, cade anche il limite delle 5500 unità giornaliere presenti in stabilimento
Sabato, 04 Aprile 2020 12:13

CORONAVIRUS/ Il prefetto non proroga il decreto, ArcelorMittal potrà produrre e commercializzare, cade anche il limite delle 5500 unità giornaliere presenti in stabilimento In evidenza

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 Il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, non proroga il decreto su ArcelorMittal, stabilimento di Taranto, emesso lo scorso 26 marzo e scaduto ieri. Decreto che prevedeva che per il Coronavirus l’azienda non potesse commercializzare l’acciaio prodotto ma solo tenere in attività gli impianti per ragioni di salvaguardia e sicurezza. Con lo stesso decreto, il prefetto di Taranto aveva anche stabilito che in fabbrica ogni giorno entrassero 5500 addetti, di cui 3500 dipendenti ArcelorMittal e 2000 dell’indotto. Il prefetto però stabilisce che pur non essendoci proroga, resta ferma  la necessità di controllo e monitoraggio del personale “con riferimento anche ai valori numerici giornalieri” e alla “costante totale applicazione delle misure di prevenzione di rischio sanitario”.

 

“Occorre tenere conto di quanto dichiarato da codesta azienda relativamente alla difficoltà di carattere economico a motivo della produzione ridotta al minimo (3 milioni di tonnellate annue a fronte di 8 milioni di tonnellate annue a regime) la cui mancata commercializzazione, ove dovesse prorogarsi il divieto sino al 13 aprile, porterebbe l’impossibilità di pagare i fornitori e le imprese dell’indotto e progressivamente alla crisi dell’impianto mettendone a rischio la salvaguardia e la sicurezza”. Così il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, nel nuovo decreto emesso oggi motiva la necessità di non prorogare nei confronti di ArcelorMittal, ex Ilva, stabilimento siderurgico di Taranto, quanto stabilito nel precedente decreto firmato il 26 marzo e scaduto ieri. Questo provvedimento prevedeva che ArcelorMittal non potesse commercializzare l’acciaio prodotto nella fase di sospensione ma tenere in funzione gli impianti solo per ragioni di sicurezza e di salvaguardia.

    Per quanto attiene la forza lavoro occupata, viene meno anche il limite numerico indicato dal prefetto ovvero 5500 unità al giorno tra diretti e indiretti, ma va comunque detto che già prima del decreto del 26 marzo scorso sindacati e ArcelorMittal si erano accordati per l’ingresso giornaliero in stabilimento di 3200 dipendenti diretti. E che ArcelorMittal ha già confermato che manterrà lo schema attuale. Il prefetto, nel provvedimento odierno, afferma che “non privo di rilievo appare anche il rafforzamento delle misure di protezione dei lavoratori”con la disposizione di Spesal Asl verso ArcelorMittal che ha portato ad aumentare di 5 unità le persone addette allo specifico servizio. Il prefetto evidenzia anche che nel periodo di sospensione, 26 marzo-3 aprile, “il numero dei dipendenti impiegati in lavorazioni, sia diretti che dell’indotto, è rimasto sostanzialmente inalterato e comunque entro i limiti massimi indicati dal provvedimento prefettizio”. Si si riferisce ai 5500 totali, di cui 3500 diretti e 2000 di indotto. Il prefetto di Taranto precisa infine che ArcelorMittal ha fatto pervenire una nota in cui conferma l’attuale assetto di marcia “come impegno per il futuro”.