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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ Oggi scade il decreto del prefetto di Taranto su ArcelorMittal. Il sindaco “se non spengono tutto per il coronavirus lo devono fare per gli impianti inquinanti”. I sindacati “minimo tecnico unica soluzione”
Venerdì, 03 Aprile 2020 12:02

CORONAVIRUS/ Oggi scade il decreto del prefetto di Taranto su ArcelorMittal. Il sindaco “se non spengono tutto per il coronavirus lo devono fare per gli impianti inquinanti”. I sindacati “minimo tecnico unica soluzione” In evidenza

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Alla scadenza del decreto prefettizio    su ArcelorMittal il clima è quanto mai acceso. 

“Lasciassero in pace il prefetto di Taranto e si preparassero senza ulteriori indugi. Voglio proprio vedere se il Governo del 'green new deal' e del 'lockdown' questa volta si macchierà dell'onta di creare per loro deroghe inumane”. Lo dice il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, riferendosi ad ArcelorMittal. Circa l’azienda che si deve preparare, il sindaco si riferisce all’assetto impianti al minimo tecnico causa coronavirus. Mentre per quanto riguarda il Governo, il sindaco manifesta la sua contrarietà circa un possibile allentamento della stretta imposta da 26 marzo al 3 aprile all’azienda, ovvero il divieto di commercializzare la produzione tenendo in fabbrica gli impianti accesi solo per esigenze di sicurezza e salvaguardia con 3500 addetti al giorno sui tre turni. “Se non spengono tutto per il coronavirus - afferma il sindaco di Taranto riferendosi ad ArcelorMittal - lo devono fare per le emissioni inquinanti che ancora provocano e per effetto dell'ordinanza sindacale che pende sulle loro teste. Impianti in standby e lavoratori al sicuro a casa, con buona pace dei ricavi? Ben arrivata sulla Terra del 2020 ad ArcelorMittal - rileva il sindaco di Taranto -. Hanno finalmente scoperto la pandemia globale e compreso i sacrifici di qualunque impresa mondiale” 

 

I sindacati: l’unica soluzione è il minimo tecnico degli impianti 

 

Dopo comunicazione da parte di Arcelor-Mittal alle aziende dell’indotto sulla riduzione del 25% della forza lavoro a cui si è aggiunta, ulteriore comunicazione aziendale sulla sospensione e relativo posticipo, delle attività AIA che impegna circa 900 unità all’interno della fabbrica, auspichiamo che questi provvedimenti, portino ad una effettiva e significativa riduzione delle presenze in stabilimento.

Per quanto riguarda Arcelor Mittal, continuiamo a ritenere, che l’unica strada percorribile per poter diminuire la presenza dei lavoratori in fabbrica, al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio da COVID-19 era e rimane, il minimo tecnico di marcia (salvaguardia impianti).  

Il minimo tecnico rappresenta quella condizione utile in cui l’azienda, in attesa delle restrizioni Governative, deve mettere in campo tutte le iniziative utili per una marcia che garantisca la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Auspichiamo risposte concrete come da richieste inoltrate, da parte aziendale e da tutte le istituzioni coinvolte, a tutela della salute di tutti i lavoratori e le loro famiglie.

Nella riunione di oggi con il Prefetto abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni su quanto elencato.