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Giornale di Taranto - SETTIMANA SANTA SENZA PROCESSIONI/ Niente nazzicate per strada, il nostro rito sarà più intimo
Lunedì, 30 Marzo 2020 11:34

SETTIMANA SANTA SENZA PROCESSIONI/ Niente nazzicate per strada, il nostro rito sarà più intimo In evidenza

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di Andrea Loiacono

confratello del Carmine

 

 

 

Con una lettera apparsa sulla pagina facebook dell'Arciconfraternita del Carmine di Taranto il Priore, Antonello Papalia ha voluto esprimere a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione la sua vicinanza alla nazione intera per le vittime del Coronavirus e alla città di Taranto, nonché ha ufficialmente comunicato ai confratelli e alle consorelle del Carmine che quest'anno le celebrazioni dei riti non si svolgeranno nella forma che li contraddistingue dall'ormai lontano 1765. Del resto le celebrazioni a porte chiuse dell'adorazione alla Croce e della via Crucis che si svolge in queste ore non lasciavano presagire alcuna notizia positiva. Lo stesso dicasi per la confraternita dell'Addolorata in San Domenico che stasera avrebbe previsto la processione del Crocifisso. Si tratta dell'ennesimo “ingresso” nella storia per i nostri simboli della passione tarantina. Le statue, almeno non tutte non saranno riposte dalle loro nicchie, la Vergine Addolorata non nazzicherà sulle note di “ A Gravame” con uno sguardo rivolto verso il Pendio S. Domenico sul ballatoio dell'antico sagrato. E non sentiremo neanche quegli sgradevoli applausi mentre dalla rampa destra ci accinge solitamente a scendere le scale retta dai confratelli. Non potremo neanche ascoltare i suoi dei medaglioni, delle struggenti marce funebri. Non vedremo i nostri Misteri avvolti dalla candida mozzetta color panna percorrere a piedi scalzi le vie principali della città nuova, non potremo neanche osservare i bambini accostarsi a una coppia di perdoni per sfiorargli la mano o il bordone e noi dall'altra parte non ci potremo lasciare avvicinare, consci, come siamo sempre stati che l'anima dei nostri riti sono proprio i più piccoli. In fine, non ci potremo stringere, con gli occhi gonfi di lacrime e alzarci sulle punte per vedere in piazza Carmine il troccolante che ci annuncia che tutto è compiuto, Cristo è risorto! Ma almeno questo, neanche un infimo e testardo virus potrà togliercelo.

 

Insomma, sarà una Pasqua diversa, dal Vaticano a Bergamo, da Codogno a Palermo ma lo sarà sotto l'aspetto della religiosità popolare ancor di più a Taranto, la città dei due mari e delle due Addolorate. Uno dei maggiori conoscitori e storici della Settimana Santa Tarantina, nonché giornalista e Priore della Confraternita del Carmine, il compianto Nicola Caputo, scrisse un libro dal titolo “Settimana Santa Nascosta”. Ebbene si, sarà una Settimana Santa nascosta questa del 2020 per cause di forza maggiore. Ognuno di noi confratelli la vive a modo proprio ma tutti con una intensità e un trasporto,una devozione fuori dal comune. Il mancato svolgimento delle due processioni è da far risalire esclusivamente alla prima Guerra Mondiale (1914-1918) e alla seconda (1939-1945). Qualche fotografia in bianco e nero dell'epoca ritrae Gesù Morto e il simulacro dell'Addolorata sui rispettivi cavalletti all'interno della chiesa. Per gli iscritti ai sodalizi, però, il vero spauracchio, eventi bellici a parte sono sempre state le calamità naturali: terremoto, pioggia, forte vento. Spesso e volentieri la pioggia ha rovinato in parte o totalmente le processioni. Nella prima decade del 1900, quando ancora la processione dei Misteri si recava in città vecchia, al rientro nel borgo, il vento strappò l'ala dell'angelo di Gesù all'Orto, prontamente recuperata. Nel 1992 la protagonista fu la pioggia che infastidì non poco e per tutta la notte per poi essere sospesa definitivamente nei pressi del convento delle suore in piazza Maria Immacolata. Nel 2014 la processione dei sacri misteri uscì con ben tre ore di ritardo a causa di una pioggia battente. Tanti altri aneddoti si potrebbero raccontare, visi, abbracci, strette di mano in piazza della Vittoria durante il concerto della domenica delle Palme. Domenica prossima appunto saranno le Palme, con l'ingresso di Gesù in groppa a un asino. Ingresso più umile per il Re dei Re non ci poteva essere. Mi auguro che la nostra comunità possa compattarsi sempre di più, di fronte a queste difficoltà dei giorni nostri riscoprendo il coraggio e la forza di Gesù mentre andava incontro al suo calvario.