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Giornale di Taranto - CORONAVIRUS/ ArcelorMittal rivede gli orari delle mense, Fiom e Usb attaccano “misure insufficienti”
Lunedì, 09 Marzo 2020 15:29

CORONAVIRUS/ ArcelorMittal rivede gli orari delle mense, Fiom e Usb attaccano “misure insufficienti” In evidenza

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 Al fine di prevenire il contagio da Coronavirus e rafforzare le misure di prevenzione e sicurezza, da oggi ArcelorMittal, ex Ilva, nello stabilimento siderurgico di Taranto, il più grande del gruppo in Italia, ha adottato nuove modalità per la distribuzione del pasto ai turnisti sugli impianti di produzione. Rivisti anche gli orari dell’accesso alle mense di stabilimento, riservate a dirigenti, quadri, impiegati e normalisti. Ciò per ridurre la concentrazione di presenze. La comunicazione è stata data anche ai sindacati. Gli 8.200 dipendenti diretti sono distribuiti su tre turni ma nel siderurgico sono presenti comunque migliaia di addetti ogni giorni. E così per la refezione ArcelorMittal ha disposto che tutti i dipendenti che prenoteranno il pasto scegliendo la soluzione del “pasto veicolato”, troveranno nel sacchetto anche una salviettina confezionata, sanificante-autoasciugante, monouso, “per la corretta igenizzazione delle mani”. Uno strumento - precisa l’azienda - “che non sostituisce, ma si aggiunge al necessario lavaggio delle mani: ricordiamo a tutti che il lavaggio e la disinfezione delle mani sono decisivi per prevenire l’infezione del virus Sars-CoV-2”. Il “pasto veicolato” è quello portato ai turnisti sugli impianti e i lavoratori lo scelgono al momento dell’ingresso in fabbrica.

    Rimodulate poi tutte le attuali pause pranzo nel siderurgico di Taranto. Quella 11.15-12.15 diventa  10.50-11.50 e riguarda sia fruitori della mensa ex Pla 1, che  i fruitori della mensa Acciaierie. Tra questi, specifica ArcelorMittal, il personale che appartiene alle aree Officine centrali manutenzione, Magazzino generale, Produzione gas e tecnici, Treno nastri 2, osserverà un diverso nuovo orario di pausa dalle 12.05- 13.05, fruendo del servizio esclusivamente presso la mensa ex Pla 1. Inoltre si determina che la pausa  12.30-13.30 diventa 13.15-14.15.

 Per coloro che effettuano la pausa pranzo nell’intervallo orario 12.30 - 13.30, il nuovo orario di refezione sarà 13.15 – 14.15 sia per i fruitori della mensa ex Pla 1, sia per quelli della mensa acciaieria.  Restano invariate le modalità di accompagnamento del personale mediante il trasporto interno. Si intende il trasferimento dai luoghi di lavoro alle mense e viceversa. Inoltre, create due ulteriori fasce orarie. Stabilita la pausa 12:15-13:15 (fascia 1) per quadri e dirigenti di Ingegneria, Ambiente e Sicurezza, Finance, Facilities, Risorse umane, Sistemi informativi, Vigilanza, Logistica, altri Enti di Staff e personale esterno autorizzato. C’è poi la fascia 2 (13:15-14:15) che interessa quadri e dirigenti delle aree Ghisa, Acciaierie, Laminazione, Servizi Ecologici, Energie e Am Energy, Qualità, Manutenzioni Centrali e Magazzini. “In fabbrica - dichiara ad AGI Vincenzo Laneve, coordinatore Fim Cisl - c’è ovviamente molta preoccupazione. Siamo raggiunti da molte telefonate di lavoratori che ci chiedono chiarimenti e assicurazioni. Il problema si pone soprattutto per le mense e per i trasporti interni, visto che i bus aziendali sono usati da centinaia di persone ogni giorno”. 

Misure che però Fiom Cgil e Usb ritengono insufficienti.

Il sindacato metalmeccanici ritiene "necessario un intervento, da parte dell'ente pubblico preposto al controllo, al fine di verificare la corretta attuazione di quanto previsto dai Dpcm e dalle ordinanze del presidente della Regione intervenuti, per il contenimento e la gestione dell'emergenza da Covid-19 nello stabilimento Arcelor Mittal". La Fiom Cgil afferma che la richiesta di incontro fatta all’azienda il 5 marzo per discutere sull'applicazione del Dpcm del 4 marzo è rimasta "ad oggi inevasa". "Nello specifico - dice la Fiom Cgil - abbiamo chiesto che la direzione di ArcelorMittal adotti idonee misure atte a non consentire l'ingresso del personale proveniente dalle zone di cui all'art. 1 del Dpcm dell’8.3.2020 che siano garantite le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti in cui è previsto una maggior affluenza di lavoratori, ovvero mense, refettori, spogliatoi, servizio sanitario e autobus interni e che le zone di assembramento siano gestite garantendo la distanza di 1 metro". Chiediamo inoltre - afferma ancora la Fiom Cgil - che tutti i dipendenti siano adeguatamente informati in relazione alle misure di prevenzione igienico sanitarie". 

Anche Usb prende posizione.

 

 “Le indicazioni diffuse dal Governo centrale e dal presidente della Regione, Michele Emiliano, mirate a contenere il Coronavirus, non sono del tutto rispettate all’interno della fabbrica”. Lo dice in materia di Coronavirus, riferendosi alla situazione presente nello stabilimento ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, il sindacato Usb. Per il coordinatore Franco Rizzo, “appaiono insufficienti gli accorgimenti che ArcelorMittal ha messo in campo. In fase di montaggio/smontaggio - dice Usb riferendosi all’avvicendamento sui turni di lavoro - ci sono moltissimi lavoratori alla stessa ora nei pullman”. “Negli spogliatoi - prosegue Usb - gli armadietti sono un accanto all’altro, quindi, inevitabilmente, non vengono osservate le distanze di sicurezza e si creano assembramenti. Centinaia e centinaia di lavoratori, diretti e dell’appalto, si ritrovano spesso molto vicini. Ci risulta inoltre che scarseggino le mascherine, disinfettanti e igienizzanti. Inoltre, per quel che riguarda il rifornimento delle merci in magazzino, entrano autotrasportatori provenienti da diversi luoghi”. “Opportuno - afferma ancora Usb - che ci si attivi, così come è stato appena fatto per le mense, anche nelle altre zone in cui è facile che i lavoratori si trovino a stretto contatto. Chiediamo l’intervento della Prefettura e della Questura perché vengano rispettate le disposizioni”. “Vorremmo vedere rigorosamente assicurato il controllo - conclude Usb - anche nello stabilimento siderurgico, così come accade da qualche giorno in città, dove polizia e carabinieri monitorano che negli esercizi commerciali locali tutto si svolga senza rischio di contagio per nessuno”.