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Sabato, 22 Febbraio 2020 14:16

A RACCOLTA/ Sardine “bisogna raccogliere la protesta del sindaco di Taranto, è la città che deve decidere!” In evidenza

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“Non si può restare sordi di fronte a una comunità che grida di dolore e a prese di posizione come quella del sindaco Melucci. Bisogna tornare a Taranto per far decidere i tarantini su lavoro, sviluppo, salute e riconversione, in base a un piano economico capace di liberare il territorio dal ricatto occupazionale”. Lo dicono le Sardine di Puglia dopo l’intervento d ieri del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha invitato il premier Giuseppe Conte ad abbandonare ogni confronto con ArcelorMittal sull’ex Ilva perché  ritenuto “inaffidabile”. “Come Sardine - dicono gli esponenti del movimento che nei giorni scorsi hanno tenuto incontri a Taranto e Squinzano nel Salento -, ribadiamo l’ipotesi di tenere a Taranto un Consiglio straordinario internazionale sulle politiche economiche e produttive sostenibili. Facciamo confrontare gli esperti e poi lasciamo decidere i tarantini, come nel nostro piccolo ci hanno chiesto le amiche e gli amici incontrati negli ultimi giorni”

 

“È evidente - proseguono le Sardine - che quello che abbiamo sentito in riva al mar Piccolo dagli operai ex Ilva, dai ragazzi della città vecchia e da alcune associazioni ambientaliste che in questi mesi hanno interloquito con noi, rimane purtroppo solo sullo sfondo di una questione che viene ancora una volta affrontata pensando al Pil e non alle persone. Taranto - sostengono le Sardine - fa bene ad alzare la testa e a chiedere voce: in riva allo Ionio si sa troppo poco della trattativa in corso. Dal punto di vista nazionale, ci siamo approcciati a quella drammatica situazione senza avanzare piani mirabolanti. Siamo siamo stati accusati di assenza di visione”. Per le Sardine, “l’assenza di visione sembra riguardare tutta la politica e tutti coloro che hanno pensato di risolvere il nodo della vertenza ex Ilva (e delle bonifiche che invocano urgenza) con l’approccio ragionieristico dei numeri e dimenticando il fronte più esposto: quello della città, delle istituzioni territoriali, delle parti sociali e dell’associazionismo”.

Giornalista1

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