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Giovedì, 20 Febbraio 2020 12:13

LE MANI SUGLI APPALTI/ 12 arresti alla Marina: i nomi e le accuse In evidenza

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Oltre al contrammiraglio della Marina Militare, Cristiano Nervi, direttore dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto, sono finiti agli arresti domiciliari, in esecuzione di un provvedimento del gip Benedetto Ruberto, altre 11 persone con l’accusa di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione e furto aggravato. Al centro della vicenda gli appalti dell’Arsenale per l’ammodernamento e i lavori sulle navi. Si tratta di Alessandro Di Persio, Angelo Raffaele Ruggiero, Nicola Pletto, Giona Guardascione, Fabio Greco, Giovanni Pletto detto Luca, Giacinto Pernisco, Armando Di Comite, Antonio Di Molfetta, Abele D’Onofrio e Federico Porraro. Tutti di Taranto, tranne D’Onofrio di Locorotondo (Bari) e Nervi di La Spezia. De Comite, Ruggiero, Di Persio, Greco, Pletto, Guardascione e Pernisco sono gli imprenditori coinvolti: amministratori, gestori di fatto delle società Consorzio navalmeccanico Taranto, Rit Srl, Consorzio Chio.Me, Technomont Taranto Srl, Omega Engineering Srl, Siples Srl, Tps Taranto Srl, Comerin Srl, Maren Srl, Mib Srl, Imet Srl, Officine Jolly Srlu.

 

Società tutte collegate tra loro, è detto nell’ordinanza, "concordando gli sconti da indicare nelle offerte ovvero formulando offerte di mero appoggio, con l’estromissione delle altre ditte del settore" . Questo, si evidenzia, turbava il “regolare svolgimento” di una serie di gare bandite dall’Arsenale per lavori sulle navi della Marina. Antonio Di Molfetta è invece l’altro ufficiale arrestato ai domiciliari oltre al contrammiraglio Nervi. Di Molfetta è addetto al servizio “efficientamento navi”. Abele D’Onofrio è uno dei due dipendenti civili della Marina arrestati. In qualità di assistente amministrativo, avrebbe comunicato in anticipo ad alcuni imprenditori il contenuto dei bandi di gara dell’Arsenale permettendo così loro di ricevere un vantaggio sugli altri concorrenti, mentre Federico Porraro è il funzionario amministrativo incaricato della custodia dei magazzini del commissariato della Marina (anch’egli dipendente civile della forza armata). Questi avrebbe consentito la sottrazione di 64 cuscini coibenti dei magazzini militari per un valore di circa 15mila euro ricevendo in cambio denaro dagli imprenditori.

Giornalista1

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