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Martedì, 28 Gennaio 2020 21:43

DATI ISTAT/ Pil, la Puglia sopra la media nazionale con +1,4 %, nel rapporto pro capite cresce il divario tra Nord e Sud In evidenza

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Nel 2018 il Pil in volume è aumentato dell’1,4% nel Nord-est, dello 0,7% nel Nord-ovest e nel Centro e dello 0,3% nel Mezzogiorno. Lo rileva l'Istat, sottolineando che il Pil pro capite vede in cima alla graduatoria l’area del Nord-ovest con un valore in termini nominali di oltre 36.000 euro, quasi il doppio di quello del Mezzogiorno, pari a circa 19.000 euro annui.

    Le famiglie residenti nel Nord-ovest dispongono del livello di reddito per abitante più elevato (oltre 22.000 euro), quasi il 60% in più di quelle del Mezzogiorno (14.000 euro). 

 

 A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all’anno precedente. Un deciso recupero dell’attività produttiva si rileva anche per l’Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017, e per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (+2%). Sopra la media nazionale si posizionano altre tre regioni del Mezzogiorno: Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%). In Lombardia la crescita economica rallenta sensibilmente: nel 2018 il Pil è aumentato dello 0,5%, contro il + 2,2% dell’anno precedente. Lazio (-0,2%) e Sicilia (-0,3%) chiudono il 2018 con una diminuzione del Pil in volume, ma le flessioni più rilevanti si riscontrano in Campania (-0,6%) e Calabria (-0,8%). 

   Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, la dinamica nel 2018 è positiva e pari allo 0,9%  appena superiore a quella del Pil (+0,8%). Gli incrementi più significativi dei consumi delle famiglie in volume si registrano in Liguria e Lazio (+1,7% in entrambe le regioni), seguite da Abruzzo (+1,5%), Umbria e Molise (+1,4%). Un rallentamento deciso della spesa delle famiglie si riscontra, invece, per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen e per il Piemonte, dove i consumi sono aumentati solo di un modesto 0,3%.

  Con 36.200 euro nel 2018 (35.700 nel 2017) il Nord-ovest resta l’area geografica con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 35.100 euro (34.300 euro nel 2017) e il Centro, con 31.600 euro (31.100 euro nel 2017). Il Mezzogiorno, con 19.000 euro (poco più della metà di quello del Nord-ovest), supera lievemente il livello del 2017 (18.700 euro).

   La graduatoria regionale vede in testa la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen, con un Pil per abitante di 47.000 euro, seguita da Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (38.900 euro) e Lombardia (38.800 euro). Con 33.600 euro, il Lazio risulta la prima regione del Centro in termini di Pil per abitante. Nel Mezzogiorno la prima regione è l’Abruzzo con 25.600 euro, mentre l’ultimo posto della graduatoria è occupato dalla Calabria, con 17.000 euro, lievemente sopra i 16.900 euro del 2017.

   Nel 2018 in Italia la spesa per consumi finali delle famiglie per abitante, valutata a prezzi correnti, è stata di 17.800 euro. I valori più elevati di spesa pro capite si registrano nel Nord-ovest (20.600 euro) e nel Nord-est (20.400 euro); il Mezzogiorno si conferma, invece, l’area in cui il livello di spesa è più basso (13.700 euro). A un maggior dettaglio territoriale il più alto livello di consumi finali pro capite si registra In Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e nella Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (rispettivamente 25.500 e 24.300 euro).

 

Nel 2017 Milano è la provincia con il più elevato valore aggiunto per abitante, pari a 48.700 euro, quasi il doppio della media nazionale (25.700 euro). Seguono la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen con 41.000 euro e Bologna con 36.300. Con 12.900 euro la provincia Sud Sardegna ha il valore aggiunto per abitante più basso; in posizione solo leggermente migliore si trovano Agrigento e Caltanissetta, con circa 13.500 euro.

   Dal punto di vista dell’importanza dei segmenti produttivi, il contributo maggiore in termini assoluti è fornito quasi ovunque dai Servizi alle imprese, finanziari e immobiliari (che a livello nazionale pesano per il 28,3%), con circa 18.000 euro per abitante a Milano e circa 11.000 a Roma. Il valore aggiunto per abitante del settore è invece il più basso a Vibo Valentia e nel Sud Sardegna (3.200 euro). 

   Anche l’apporto dei Servizi del commercio, di ristorazione e dei trasporti e telecomunicazioni è il più elevato nella provincia di Milano (15.600 euro per abitante). Seguono Bolzano con 11.600 euro e Roma e Genova con circa 10.000 euro. Il valore più basso si registra a Enna con 2.700 euro. 

   I Servizi pubblici e gli altri Servizi privati alle famiglie forniscono il maggiore contributo nelle province di Aosta (9.700 euro), Bolzano (9.000), Roma (8.600), e Cagliari (8.300). Di nuovo nel Sud Sardegna si riscontra il valore più basso (3.400 euro). 

   Il peso dell’Industria è particolarmente rilevante in molte province del Nord-est, in particolare in quelle di Modena (12.900), Vicenza (11.900 euro) e Reggio nell'Emilia (11.200). Il valore aggiunto pro capite dell’Industria è, invece, pari a poco più di 700 euro a Caltanissetta e Reggio Calabria. 

   Il valore aggiunto pro capite del settore delle Costruzioni supera i 2.000 euro solo a Bolzano. Infine, l’Agricoltura fornisce il contributo più significativo nelle province di Bolzano e Pistoia (con circa 2.000 euro di valore aggiunto per abitante) e, nel Mezzogiorno, in quelle di Crotone e Oristano (circa 1.600 euro).

 

Nel 2018 le famiglie residenti nel Nord-ovest dispongono del livello di reddito per abitante più elevato (22.300 euro), seguite da quelle residenti nel Nord-est (21.900 euro). Nel Centro il livello è pari a 19.900 euro, nel Mezzogiorno a 14.000 euro, con un differenziale negativo del 26% rispetto alla media nazionale. 

   In testa alla graduatoria del reddito disponibile per abitante si conferma la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen, con 26.000 euro correnti (25.300 euro nel 2017), seguita da Emilia-Romagna e Lombardia (22.900 euro). La Calabria chiude la graduatoria con 12.700 euro, preceduta da Campania e Sicilia (rispettivamente 13.500 euro e 13.600 euro).

   Nel 2018, il reddito disponibile a prezzi correnti ha segnato per il complesso dell’economia nazionale un incremento dell’1,9% rispetto al 2017. Più intensa della media nazionale è risultata la crescita nel Nord-est (+2,1%), dove la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen registra la variazione più elevata di tutto il territorio nazionale (+3,7%), seguita a stretto giro dalla Provincia Autonoma di Trento (+3,2%).

   Nel Nord-ovest l’incremento è stato del 2%, con il risultato più favorevole nella Valle d’Aosta (+2,9%), seguita dalla Liguria (+2,7%). Soltanto in Piemonte il reddito disponibile ha segnato una crescita inferiore alla media nazionale (+1,4%).

   Nel Centro le famiglie residenti hanno sperimentato un aumento del loro reddito disponibile pari all’1,8%; la crescita più marcata si registra in Toscana (+2,3%) e nelle Marche (+2,2%) mentre è sensibilmente più bassa nel Lazio (+1,4%) e, soprattutto, in Umbria (+1%) che, tra tutte le regioni italiane, è risultata quella con il più basso tasso di crescita. Anche nel Mezzogiorno il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell’1,8%, con un massimo del +2,9% in Molise e del +2,4% in Abruzzo e un minimo del +1,3% in Calabria e del +1,1% in Campania.

   Nel 2017, la regione che aveva registrato la crescita annua più sostenuta era la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (+3,2%), seguita dall’Emilia Romagna (+3%). L’incremento più contenuto era stato registrato in Basilicata (+0,4%), preceduto da quello osservato in Calabria (+0,7%). 

Giornalista1

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