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Giornale di Taranto - IL RITORNO/ Due le tappe di Conte a Taranto: il reparto di Oncologia Pediatrica e lo stabilimento siderurgico
Martedì, 24 Dicembre 2019 15:06

IL RITORNO/ Due le tappe di Conte a Taranto: il reparto di Oncologia Pediatrica e lo stabilimento siderurgico In evidenza

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Tanti i nodi ancora da sciogliere nella trattativa con ArcelorMittal 

 


Confermata la visita del premier Giuseppe Conte oggi a Taranto. Due le tappe, il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata, dove il presidente del Consiglio arriverà intorno alle 16, e alle 17.15 al siderurgico ex Ilva, ora ArcelorMittal. Il premier atterrerà nel primo pomeriggio all’aeroporto di Grottaglie (Taranto).

La breve visita che il premier effettuerà a Taranto, ora ArcelorMittal, coincide con uno snodo delicato della trattativa tra la multinazionale dell’acciaio, i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e il Governo. Firmato il 20 dicembre un pre-accordo a Milano, e ottenuto dal Tribunale del capoluogo lombardo il rinvio al 7 febbraio dell’udienza sul ricorso cautelare urgente opposto da Ilva in amministrazione straordinaria contro il recesso dal contratto di fitto dichiarato a novembre da ArcelorMittal, adesso c’è tutto un mese, gennaio, per negoziare e riempire di contenuti concreti e di impegni certi l’intesa preliminare. Ma la strada è piena di ostacoli. 

 

Tutto da sciogliere è infatti il nodo degli esuberi, che inizialmente Mittal aveva dichiarato e individuato in 4.700 entro il 2023, di cui 2.900 in una prima fase, e che sia il Governo, che i sindacati, hanno respinto. Appare in ogni caso difficile che la ristrutturazione della ex Iva si chiuda proprio con esuberi zero. Lo proverebbero anche alcune misure, allo studio del Governo nel decreto legge (per ora solo pronto in bozza) del “Cantiere Taranto”, che prevedono sgravi contributivi sino al 100 per 100 per chi assume a tempo indeterminato personale Ilva. I sindacati però tengono ferma la linea: vale l’accordo di settembre 2018 al Mise e la trattativa sulla “nuova” Ilva non può prevedere esuberi di forza lavoro. Tuttavia, prima di affrontare le questioni complicate che sono sul tavolo, la trattativa tra Ilva in as e amministrazione straordinaria dovrà superare un banco di prova più immediato. Ed è quello relativo all’altoforno 2, dal 14 dicembre scorso di nuovo sequestrato senza facoltà d’uso dalla Magistratura di Taranto per il mancato completamento di tutte le prescrizioni di sicurezza dopo l’incidente mortale sul lavoro di giugno 2015. 

 

 In questi giorni l’impianto è avviato al cronoprogramma di fermata e spegnimento che si conclude tra il 18 e il 20 gennaio. Ilva ha impugnato al Tribunale del Riesame di Taranto - che terrà l’udienza il 30 dicembre - il no alla proroga d’uso espresso dal giudice il 10 dicembre. Se il Riesame accoglierà il ricorso di Ilva, la trattativa fra ArcelorMittal e Ilva potrà procedere a gennaio con un problema in meno. Viceversa, col rigetto del ricorso da parte del Riesame l’altoforno sarà spento e il negoziato si complicherà ulteriormente perché la fabbrica scenderà da tre a due altiforni operativi. 

    Sul fronte della trattativa di gennaio, questa si svilupperà lungo le linee del pre-accordo raggiunto il 20 dicembre a Milano tra l'ex Ilva in As e ArcerlorMittal Italia per il rilancio in chiave green dell'acciaieria tarantina tramite la realizzazione di una newco mista pubblico-privata. Le parti hanno sottoscritto una bozza di intesa preliminare e non vincolante. Il nuovo piano industriale di ArcelorMittal "prevede investimenti in tecnologia verde da realizzarsi anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati", ha precisato il gruppo anglo-indiano.

 

Nello specifico, ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria "stanno elaborando congiuntamente" un nuovo piano industriale nel contesto "di una transizione verso la tecnologia verde (decarbonizzazione)" che sarà attuata da "una nuova società finanziata da azionisti pubblici e/o privati (newco) al fine di implementare e gestire, tra gli altri, ulteriori impianti di produzione di tecnologia verde nel sito industriale di Taranto", si legge nel protocollo d'intesa. E anche lo Stato farà la sua parte. Nella bozza si legge infatti che "il Governo italiano, alla luce dell'interesse strategico nazionale del patrimonio dell'Ilva e dell'impegno a realizzare il “Green new deal”, è fortemente impegnato a preservare la continuità aziendale e gli attuali livelli occupazionali sulla base e in coerenza con il nuovo piano industriale attualmente in discussione tra le parti, che mira a produrre circa 8 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2023". 

    Oggi in un'intervista al quotidiano 'la Repubblica', il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, dichiara che se il negoziato tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal “andrà a buon fine, il nostro intervento sarà limitato. Mittal ci anticiperà tutti i canoni di fitto che avrebbe dovuto pagare in futuro e noi trasformeremo questo credito in azioni della nuova Ilva che resterà un’azienda privata incardinata in un un grande gruppo internazionale”. Gualtieri conferma infine la transizione ambientale ed energetica di Ilva per farne, nell’ambito del Green new deal, una fabbrica “con alti livelli produttivi e occupazionali e minore impatto ambientale”.