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Giornale di Taranto - LA TRATTATIVA/ I commissari Ilva e ArcelorMittal potrebbero presentare un memorandum per ottenere un aggiornamento dell’udienza del 20 dicembre
Martedì, 17 Dicembre 2019 08:41

LA TRATTATIVA/ I commissari Ilva e ArcelorMittal potrebbero presentare un memorandum per ottenere un aggiornamento dell’udienza del 20 dicembre In evidenza

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Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal, tramite i rispettivi avvocati, potrebbero presentare la mattina del 20 dicembre al Tribunale di Milano un memorandum di intesa con cui chiedono al giudice che si sta occupando del ricorso cautelare urgente presentato a novembre da Ilva contro Mittal, un aggiornamento dell’udienza. Questo perché le parti sono impegnate nella trattativa finalizzata a cercare un accordo. “Il negoziato sta andando avanti senza interruzioni - spiegano ad AGI fonti vicine al dossier -. Anche domenica, ci siamo confrontati. Se ci riusciamo, entro giovedì sera, vigilia dell’udienza a Milano, vorremmo definire un memorandum. Una nota in cui mettiamo al corrente il giudice dei passi che stiamo facendo per arrivare ad un nuovo accordo”. Il memorandum, di alcune pagine, conterrebbe i capisaldi, i riferimenti - intesi però come titoli esplicativi più che come contenuti di merito - di quello che dovrebbe essere l’accordo sulla “nuova” Ilva. Ci sarebbero anche cenni ai temi relativi ad investimenti e piano industriale. Se si dovesse arrivare al memorandum e quindi al nuovo aggiornamento dell’udienza a Milano - già aggiornata dal 27 novembre al 20 dicembre proprio perché già un mese fa gli avvocati dissero al giudice che si era aperta una trattativa -, vorrà dire che si é guadagnato altro tempo. E che prende corpo la possibilità che ArcelorMittal, sia pure in una Ilva riconfigurata, resti nella partita.

 

Invece con l’atto di citazione depositato a Milano contro i commissari Ilva il 4 novembre scorso, ArcelorMittal aveva esplicato una volontà opposta: quella di uscirsene dalla gestione del gruppo, preso in fitto a novembre 2018, restituendo aziende e personale al concedente, ovvero Ilva in amministrazione straordinaria. La quale ha poi prodotto il ricorso cautelare urgente contro Mittal ritenendo infondata, anche in via ipotetica, la dichiarazione di recesso.Per quanto concerne il sequestro dell’altoforno 2, tra domani e dopodomani gli avvocati di Ilva puntano a presentare al Tribunale del Riesame di Taranto il ricorso col quale impugnano il rifiuto che il giudice Francesco Maccagnano ha espresso il 10 dicembre circa la proroga chiesta per gli ulteriori lavori di messa in sicurezza dell’impianto. Per Maccagnano, una ulteriore proroga avrebbe significato mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori dell’altoforno, che è una priorità, tenuto conto che Ilva, per il magistrato, di proroghe ne ha già ottenute diverse e che le prescrizioni che la società avrebbe dovuto attuare e che ha attuato solo in parte, risalgono a settembre del 2015. Cioè due mesi dopo la morte dell’operaio Alessandro Morricella, investito da un getto di ghisa mentre era al lavoro all’altoforno 2 e per questo rimasto gravemente ustionato (da questa vicenda é scaturito il primo sequestro). Da sabato scorso, ripristinato il sequestro dell’altoforno,quest’ultimo viene gestito da ArcelorMittal in regime di minimo tecnico in vista della sua fermata. Ma gli step finali dell’operazione, in base al cronoprogramma coordinato dal custode giudiziario Barbara Valenzano, sono previsti solo dopo l’Epifania, con tappe conclusive tra il 18 e il 20 gennaio. Una eventuale pronuncia a stretto giro del Riesame favorevole a Ilva, avrebbe l’effetto di bloccare il cronoprogramma prima del cosiddetto “ultimo miglio”. Ed è per centrare questo obiettivo, molto importante per Ilva, che gli avvocati di quest’ultima presenterebbero il ricorso al Riesame nelle prossime ore. Da parte di Ilva, si vogliono bruciare i tempi, avere una pronuncia del Riesame il 30 dicembre e non fare così avanzare la fermata con spegnimento dell’altoforno. Al contrario, se anche il Riesame - come già il giudice Maccagnano - dovesse rigettare la richiesta di Ilva, la sorte dell’impianto, almeno per ora, sarà segnata. E a parte una brusca decelerazione produttiva della fabbrica, già ai minimi termini per un complesso di ragioni, non ultima la crisi del mercato dell’acciaio, un eventuale no del Riesame a Ilva sarebbe anche un grosso ostacolo sulla strada della trattativa in corso.