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Giovedì, 05 Dicembre 2019 21:01

LO STRAPPO/ Inferriate davanti alla direzione dell’ex Ilva per impedire che gli operai la occupino In evidenza

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La voce degli operai “ci prepariamo alla mobilitazione ma temiamo accordi già scritti” il sindaco “situazione esplosiva “

 


La tensione cresce. In fabbrica e nella città. E si riassume tutta nelle immagini di un’azienda che si blinda alzando le inferriate davanti all’ingresso della direzione. “Si stanno blindando” è l’amaro commento degli operai che osservano la scena dei colleghi al lavoro. 

“Ci stiamo preparando alla mobilitazione di massa - dichiara un operaio dello stabilimento - c’è chi andrà a Roma a manifestare e chi rimane a Taranto a fare presidio  davanti allo stabilimento. La situazione che è emersa dal vertice di ieri però ci lascia perplessi .. dopo i vari incontri fatti in gran segreto tra Governo e azienda, adesso tutti si dicono stupiti dalle richieste di Mittal che oramai da un mese manifesta la sua intenzione di mandare a casa 5 mila persone, più di qualcuno tra noi è convinto  che ci sia un piano da entrambe le parti già ben definito ...”

Insomma, tra i lavoratori prevalgono un senso di grande sfiducia.

“L’attenzione resta molto alta anche in termini di ordine pubblico perché 6.400 esuberi in totale significano 20-22 mila cittadini di questa città, o meglio di italiani”. Così Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, poco fa ai microfoni di Rai Radio1 all’interno di “Radio1 In Viva Voce” condotto da Ilaria Sotis e Claudio De Tommasi.

    “Non è una problematica locale - ha proseguito il sindaco - nemmeno una vertenza soltanto sindacale, ma rischia di essere il punto di non ritorno del declino di un intero Paese. Se manca questa voce forte e autorevole del governo è chiaro che siamo preoccupati e un po’ spaesati. Ma non ci arrendiamo. Abbiamo di fronte un governo intrinsecamente fragile e una questione così complessa non si può risolvere agevolmente se non c’è un governo saldo, con le idee chiare".

    "Ad oggi nel silenzio totale dei dicasteri romani coltivo un po’ di timore che si voglia soltanto spostare il problema alle prossime settimane magari nell’attesa dell’evoluzione dei fatti di governo. Spero che non sia così perché se affrontata bene, questa vicenda può diventare un paradigma nuovo, una svolta per tutto il paese. Ad oggi mancano i fatti concludenti”.

Giornalista1

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