Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - LA VERTENZA / Indotto sul piede di guerra Melucci “senza attenzione per le imprese non parte il confronto”. Emiliano domani incontra l’ad Morselli
Domenica, 24 Novembre 2019 14:45

LA VERTENZA / Indotto sul piede di guerra Melucci “senza attenzione per le imprese non parte il confronto”. Emiliano domani incontra l’ad Morselli In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

“Abbiamo scritto una lettera ad ArcelorMittal dicendo che prima viene l’attenzione al sistema locale, a partire dalle imprese, e poi si apre il confronto di merito”. 

Lo ha detto il sindaco di Taranto, Melucci, oggi davanti agli imprenditori dell’indotto-appalto di Confindustria che attendono il pagamento delle fatture scadute. 

Il presidente della Regione Puglia, Emiliano, anche lui presente alla conferenza stampa di questa mattina, incontrerà l’ad di ArcelorMittal, Morselli, domani in mattinata a Taranto in fabbrica. 

Si parlerà delle aziende dell’indotto-appalto che avevano il pagamento delle fatture scadute per i lavori fatti.

    Emiliano ha chiamato Morselli appena arrivato in Confindustria a Taranto per incontrare gli imprenditori insieme ai sindaci del territorio. Morselli avrebbe riferito a Emiliano di aver bisogno di verifiche contabili sulle fatture prime di autorizzare i pagamenti. In un secondo momenti Morselli ha richiamato Emiliano e ha anticipato a domani l'incontro inizialmente fissato per martedì. 

    L’indotto resta sul piede di guerra: bisogna vedere se fermerà sino a martedì l'ingresso delle materie prime necessarie alla produzione oppure deciderà diversamente visto che l'incontro è stato anticipato. 

Le imprese dell’indotto-appalto siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, hanno fatto questa mattina  il punto della situazione. Il tema all’ordine del giorno era come vedersi riconoscere subito il pagamento delle fatture scadute, corrispondenti a forniture e prestazioni svolte. Con gli imprenditori, come detto, anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e i sindaci della provincia di Taranto, già da giorni allertati sul tema. Emiliano lunedì scorso, alle 7, era stato al presidio di protesta della portineria D dell’acciaieria e giorni fa ha incontrato a Bari l’ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli, che gli ha assicurato l’avvio del pagamento all’indotto-appalto. L’annuncio di ieri sera, di fonti vicine ad ArcelorMittal, secondo cui l’azienda dell’acciaio pagherà il 2 dicembre - come promesso il 19 novembre scorso - il 60 per cento delle fatture scadute per i lavori effettuati, non è stata accolta bene dagli imprenditori che avanzano i crediti maturati. Per loro, non è una buona notizia.

Molte, e fortemente critiche, infatti le reazioni che ieri sera stessa ci sono state all’annuncio del 2 dicembre su una chat interna degli stessi imprenditori su whatsapp. E c’é pure chi ha osservato che la data del 2 dicembre corrisponde alla prima proposta di Arcelor mai accettata dalla rappresentanza delle imprese che invece, in uno dei diversi confronti avuti con Arcelor negli ultimi giorni, hanno proposto il 26 novembre come data ultima. Ma soprattutto gli imprenditori dell’indotto-appalto non credono alle assicurazioni di Arcelor. 

I bonifici fatti, dicono, hanno riguardato solo una platea ridotta e il fatto di aver diviso le aziende in fornitori strategici e no, ha creato ulteriori frammentazioni che sono state contestate. Prova ne sono le critiche verso Arcelor che in questi giorni sono state sempre presenti e il fatto che il presidio davanti alla portineria D della fabbrica non é stato smobilitato. Più volte, anche dopo il primo annuncio di Arcelor che i pagamenti erano stati sbloccati (quando disse sere fa che i fornitori strategici erano stati pagati al 100 per 100 e 163 trasportatori al 70 per cento tra fatture scadute e correnti), ci sono stati,proprio alla portineria D, momenti di tensione e in un caso anche 17 camion di materie prime, necessarie alla produzione, hanno rischiato di non entrare in fabbrica, malgrado l’assicurazione delle imprese fosse stata quella di consentire comunque lo svolgimento delle attività strettamente funzionali al ciclo dell’acciaio proprio per non portare gli impianti alla fermata.