La sua masseria, a ridosso delle ciminiere del siderurgico, è diventata il simbolo di una stagione: prima l’abbattimento degli animali contaminati, poi la riconversione, perché con caparbietà e determinazione Vincenzo Fornaro non ha mai voluto abbandonare quel luogo. Ora la doccia fredda, nell’ambito del monitoraggio che certificherebbe un preoccupante aumento delle emissioni inquinanti nei cieli di Taranto emerge che la centralina Arpa posizionata sul tetto della masseria Carmine avrebbe rilevato la presenza di valori diossina intollerabili, pari addirittura a quelli di 10 anni fa . Vincenzo Fornaro, che siede nei banchi del Consiglio comunale, una volta appresa la notizia, ha manifestato il proprio sconcerto e la propria volontà di approfondire la situazione nella nota che di seguito pubblichiamo
Apprendo con stupore che sono stati rilevati nella cosiddetta "zona rossa" che comprende anche la nostra Masseria, Masseria Carmine, valori di diossina equiparabili a quelli di 10 anni fa. Questi dati dovrebbero pervenire dal deposimetro posizionato nel 2008 dall'Arpa sul tetto della nostra azienda.
Qualora la notizia, lanciata oggi da Telenorba si rivelasse vera sarebbe di una gravità inaudita, sarebbero stati cancellati come con un colpo di spugna 10 anni di battaglie. Mi chiedo cosa succederebbe oggi se avessimo portato nuovi animali a pascolare su quei terreni, avremmo forse subito una nuova mattanza, ma soprattutto mi chiedo come si possa affermare di aver risolto il problema Ilva se continuano a venir fuori dati così inquietanti. Ricordo che in quell’azienda ci vivo tuttora con la mia famiglia e la notizia di oggi mi lascia perplesso e preoccupato. Nelle prossime ore farò tutti gli atti consequenziali per approfondire la vicenda.