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Giornale di Taranto - Operazione “Wan Chai: I Carabinieri della Compagnia di Massafra (Ta) arrestano 11 persone per spaccio di stupefacenti e detenzione illegale di armi da fuoco.
Martedì, 05 Dicembre 2017 16:14

Operazione “Wan Chai: I Carabinieri della Compagnia di Massafra (Ta) arrestano 11 persone per spaccio di stupefacenti e detenzione illegale di armi da fuoco. In evidenza

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IL BLIZ  TRAE ORIGINE DOPO UNA INDAGINE SEGUITA ALLA STRAGE DI PALAGIANO.

 

Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri del Comando Compagnia di Massafra, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari del Reparto Operativo e delle Compagnie del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri Bari Palese e di unità cinofile antidroga ed anti-esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (Ba), hanno dato esecuzione, in Palagiano, Massafra e Taranto, a 11 provvedimenti cautelari (9 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, d.ssa Vilma GILLI, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica di Taranto, 
d.ssa Giovanna CANNARILE, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

L’attività trae origine da una serie di approfondimenti investigativi susseguenti alla cosiddetta “Strage di Palagiano del 17/3/2014, in cui perdevano la vita ORLANDO Cosimo, elemento di spicco della criminalità palagianese, dedito allo spaccio di stupefacenti nel territorio di quel centro, la sua compagna FORNARI Carla ed il figlioletto di costei, PETRUZZELLI Domenico.  ORLANDO, a seguito della sua scarcerazione ed ammissione al regime di semilibertà, operava congiuntamente ad alcuni soggetti locali, primo tra tutti, il pregiudicato PETRUZZELLI Roberto. Le indagini, avviate nel mese di ottobre 2015 dai Carabinieri del Nucleo Operativo dellaCompagnia di Massafra, si sono focalizzate, quindi, sul riassetto dei ruoli degli indagati dopo la strage, evidenziando il perdurare di una frenetica attività di spaccio al dettaglio, in cui PETRUZZELLI Roberto si poneva come diretto riscossore dei crediti vantati dal defunto capo del sodalizio, facendo anche ricorso a minacce con armi.Le investigazioni hanno accreditato che lo stesso si avvaleva del fattivo contribuito del proprio fratello PETRUZZELLI Agostino (in quel frangente sottoposto ad una misura alternativa alla detenzione in carcere), nonché di alcuni giovani di Palagiano, gran parte dei quali già gravati da precedenti di polizia, tra cui i fratelli SCHINAIA Giovanni e SCHINAIA DomenicoCARRIERO Giuseppe (sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno), PICCIONE Giovanni e SCARCIA Francesco.

Le intercettazioni, l’escussione di persone informate sui fatti, come gli acquirenti ed i sequestri di sostanza stupefacente succedutisi nel tempo, hanno fatto emergere l’esistenza di una lucrosa attività di spaccio di hashish, marijuana, cocaina ed eroina, con epicentro in Palagiano.

Con l’arresto di PETRUZZELLI Roberto, avvenuto il 28/12/2015, la gestione dell’attività illecita passava nelle mani della sua convivente FAVALE Dalila che, come hanno dimostrato significative intercettazioni, aveva direttamente stabilito contatti con il fornitore GOFFREDO Cristian.

Dopo l'arresto del PETRUZZELLI, inoltre, la struttura iniziale si ripartiva in due gruppi autonomi: il primo, con a capo la FAVALE, alle cui dipendenze vi erano SCARCIA Francesco e CARRIERO Giuseppe, con canale di fornitura GOFFREDO; il secondo, organizzato da PETRUZZELLI Agostino, in cui operavano SCHINAIA Giovanni,SCHINAIA DomenicoPICCIONE Domenico, con canale di fornitura il tarantino PASCALI Angelo.

L’attività di spaccio di stupefacente, gestita con sensibilità “imprenditoriale” dai fratelli PETRUZZELLI e dalla FAVALE, prevedeva una ben definita suddivisione dei ruoli e delle competenze, con precisi tariffari per la cessione a terzi, specifici luoghi ove confezionare lo stupefacente destinato allo spaccio al minuto, come un box in uso al nonno della FAVALE (estraneo ai fatti) o le abitazioni della stessa e dei germani PETRUZZELLI.

Dall’attività tecnica è emerso, inoltre, che gli indagati facevano ricorso a frasi allusive per avanzare richieste di stupefacente o indicare il materiale atto al confezionamento dello stesso (“CD", "DVX", “DVD”,  “bilancia perché mi devo pesare”, “mi aiuti”, “sto a piedi”, “ti devo pagare le olive”, “la moto bianca”, “i giocattoli", “il marrone”), ovvero a termini convenzionali riferibili al tipo di droghe, come ad esempio il “servizio” o “la bianca" per indicare la cocaina o “le panette”, il “fumo ” e “Wan Chai”, riferibili all'hashish.

Tra gli indagati vi è anche il già latitante ACCATTATIS Leonardo - ricercato perché colpito da un ordine di esecuzione emesso dal Tribunale di Taranto, dovendo espiare una pena di 4 anni e 10 mesi di reclusione per detenzione di sostanze stupefacenti, evasione, reati contro il patrimonio e violazioni alla Sorveglianza Speciale - che acquistava lo stupefacente da PETRUZZELLI Roberto per il tramite di SCHINAIA Giovanni, che in questa circostanza aveva il ruolo di corriere e di autista, in quanto prelevava l’ACCATTATIS da un punto d’incontro e lo accompagnava presso l’abitazione del PETRUZZELLI, dove avveniva la compravendita di stupefacente. Il 17/12/2015 ACCATTATIS, individuato ed arrestato dal N.O.R. Carabinieri di Massafra a Ceglie Messapica (BR), fu trovato in possesso di stupefacente, bilancino ed altri strumenti atti al taglio e confezionamento.

A carico di alcuni indagati dell’operazione “Wan Chai” sono emersi anche indizi di detenzione di armi da fuoco: SCHINAIA Giovanni risultava detenere illegalmente quattro pistole e relative munizioni, che aveva spavaldamente mostrato ad una sua conoscente, minacciandola poi di tacere su quanto aveva appena visto. Anche a carico dei fratelli PETRUZZELLI  emergevano indizi di disponibilità di armi, fa cui una pistola cal. 9 con relativo munizionamento.

Nel corso delle perquisizioni eseguite nella mattinata odierna, a casa della FAVALE sono stati recuperati e sequestrati 2 colpi cal. 7,65 illegalmente detenuti.

Il termine “Wan Chai”, che ha dato nome all’operazione, ed è il nome di un distretto della città di Hong Kong, è un’espressione criptica adoperata dagli indagati per indicare un tipo di hashish da loro commercializzato.

ELENCO SOGGETTI ARRESTATI

 

  1. ASSOCIATI CASA CIRCONDARIALE:

1.    ACCATTATIS LEONARDOnato a Milano il 04/01/1986, residente a Ceglie Messapica (BR), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Brindisi - perché colpito da un ordine di esecuzione emesso dal Tribunale di Taranto dovendo scontare anni 4 e 10 mesi di reclusione per detenzione di sostanze stupefacenti, evasione, reati contro il patrimonio e violazioni alla sorveglianza speciale - pregiudicato;

2.    CARRIERO GIUSEPPEnato a Mottola il 13/7/1982, con precedenti di polizia, residente a Palagiano;

3.    FAVALE DALILAnata a Taranto il 03/02/1989, attualmente sottoposta alla Sorveglianza Speciale, con precedenti di polizia, residente a Palagiano;

4.    GOFFREDO CRISTIANnato a Mottola il 03.04.1982, con precedenti di polizia, residente a Palagiano;

5.    PASCALI ANGELOnato a Taranto il 04/12/1971, con precedenti di polizia, residente a Taranto;

6.    PETRUZZELLI AGOSTINOnato a Taranto il 05/05/1981, attualmente sottoposto alla Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno, pregiudicato, residente a Palagiano; 

7.    PETRUZZELLI ROBERTOnato a Massafra il 06/03/1987, residente a Palagiano, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Potenza, e seguito di provvedimento del Tribunale di Taranto – Ufficio Sorveglianza – di sostituzione detenzione domiciliare con quella in carcere a seguito di reiterate violazioni, pregiudicato;

8.    SCARCIA FRANCESCOnato a Taranto il 09/10/1972, residente a Palagiano con precedenti di polizia;

9.    SCHINAIA GIOVANNInato a Bari il 13.12.1986, residente a Massafra con precedenti di polizia.

 

  1. SOTTOPOSTI ARRESTI DOMICILIARI:

1.  PICCIONE GIOVANNI, nato a Mottola il 12/02/1997, residente a Palagiano con precedenti di polizia, già sottoposto agli arresti domiciliari;

2. SCHINAIA DOMENICO, nato a Bari il 02.10.1996, residente a Palagiano, con precedenti di polizia, già sottoposto agli arresti domiciliari.