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Giornale di Taranto - AMBIENTE 1/ Michele Emiliano, decimo decreto Ilva: ennesimo errore dei Governi nazionali.
Domenica, 12 Giugno 2016 07:53

AMBIENTE 1/ Michele Emiliano, decimo decreto Ilva: ennesimo errore dei Governi nazionali. In evidenza

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Dichiarazione del presidente della Regione Puglia.
“Il decimo decreto ILVA è l'ennesimo errore dei vari Governi italiani succedutisi nel tempo sulla vicenda dell'acciaieria ILVA di Taranto. Si ritiene ingenuamente da parte del Governo in carica di facilitare la vendita a privati dello stabilimento,concedendo l'immunità dal diritto penale oltre che ai commissari, anche agli acquirenti dello stabilimento per le attività di esecuzione della Autorizzazione Integrata Ambientale. È ingenuo il Governo perché non riesce ad immaginare che i grandi players industriali che aspirano all'acquisto hanno perfettamente chiaro che la Corte Costituzionale non potrà più consentire lo scempio della Costituzione che essa deve invece presidiare. La Corte non potrà infatti ancora consentire un'ulteriore proroga del termine previsto dai decreti ILVA per l'adeguamento all'AIA senza travolgere il diritto alla salute dei tarantini. Quel termine infatti era l'unico presupposto sul quale era stato possibile accettare una temporanea violazione del diritto alla salute dei cittadini. Se tali termini vengono prorogati continuamente, come è successo di nuovo con il decreto legge promulgato ieri, è chiaro che gli eventuali acquirenti sono consapevoli che la Corte Costituzionale ben potrebbe ritenere spezzato l'affidamento concesso al Governo e dichiarare la incostituzionalità del decimo decreto e di tutti i precedenti che dell'attuale costituiscono il presupposto. Per fare chiarezza in merito ho deciso di dare mandato alla Avvocatura regionale di valutare se ricorrono i presupposti per impugnare il decimo decreto ILVA davanti alla Corte Costituzionale. La misura infatti è colma. La pazienza dei tarantini e dei pugliesi è finita. Siamo stanchi di vedere i bambini di Taranto ammalarsi di tumore nella misura del 30% in più rispetto agli altri bambini italiani”.
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