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Giornale di Taranto - ATTUALITA'/ Il discorso di monsignor Santoro al termine della processione del Corpus Domini.
Lunedì, 30 Maggio 2016 06:41

ATTUALITA'/ Il discorso di monsignor Santoro al termine della processione del Corpus Domini. In evidenza

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Sia lodato e ringraziato in ogni momento, il Santissimo e Divinissimo Sacramento.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

siamo in adorazione del Cristo vivo, interamente donato per sostenere la nostra speranza. Nel pane offerto dal popolo e divenuto nella santa messa il Corpo di Cristo, noi, pellegrini, andiamo annunciando la morte del Signore, proclamiamo la sua resurrezione nell’attesa che Egli venga.

In questo anno del Giubileo straordinario vi invito a scoprire l’Eucarestia come l’apice della Misericordia. Anche ad una lettura veloce del Vangelo non vi sarà difficile notare come Gesù, ha rivelato man mano il volto misericordioso del Padre. Nei suoi gesti, nelle sue parole, nei segni da lui compiuti, non ha fatto altro che rivelare lo sguardo di tenerezza e l’amore unico con il quale Dio ci ama. Abbiamo imparato a conoscere il Signore mediante la sua compassione, Egli sente, infatti il nostro stesso dolore e soffre con noi. Egli ha preso realmente la nostra carne. I passi della Misericordia, però, non si esauriscono nella vicinanza di Dio e nemmeno nel suo perdono e nel suo abbraccio. Egli ci dona la sua stessa vita.

Panis angelicus fit panis hominum.

Il pane degli angeli diventa pane degli uomini.

Dat panis coelicus figuris terminum.

Il pane celeste assegna la fine ad ogni figura di Dio.

Cosa stupenda: questo povero e piccolo servo, si alimenta del Signore.

L’amore di Dio infatti non conosce stanchezze e limiti. Egli non si è limitato a fare qualcosa per gli altri, ma è divenuto pane per gli affamati e bevanda per gli assetati. Nell’Eucarestia oltre alla tenerezza e alla compassione veniamo a conoscere la solidarietà sconfinata di Gesù.  Il Signore non solo ci raggiunge, ma comprendendo ogni nostro bisogno, ogni nostra fame e sete, si pone egli stesso come cibo e come sorgente di vita. Il pane vero, quello per il quale non consoceremo la morte, è qui!

Ecce panis angelorum. Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini,

vero pane dei figli: non deve essere gettato.

Questo pane, trasformato dalla potenza dello Spirito, trasforma e vivifica anche noi.

Quando penso alla processione del Corpus Domini, nella sua semplicità e bellezza, mi vengono alla mente le molteplici motivazioni di questo irrinunciabile appuntamento liturgico, che si è consolidato nella vita della Chiesa, soprattutto nei periodi di dubbio, in risposta alle eresie e alle varie crisi.

Anche oggi, adorando il Santissimo Sacramento, penso che esso sia la risposta a tutte le nostre domande, il richiamo alla missione della nostra Chiesa, l’elemento che ristabilisce l’ordine, la scuola dell’amore che ci viene dal Maestro. L’Eucarestia ci ricorda che Gesù è disposto e disponibile sempre, anche di fronte alla nostra indifferenza , la lampada rossa del Santissimo è sempre accesa e ci ricorda che ci attende. Gesù talvolta si lascia dimenticare nei tabernacoli del mondo eppure non viene meno alla promessa di essere sempre con noi. L’eucarestia è l’apice della misericordia perché non sarà mai relativa ai nostri meriti e ai nostri peccati, ma sarà sempre sovrabbondante. Per usare un’espressione che trovo pertinente al periodo storico che stiamo vivendo voglio affermare che nell’eucarestia Gesù si rivela testardo nell’amore perché noi possiamo sostenere una speranza testarda per la nostra vita e la nostra città. Un segno positivo è il ritorno tra noi in Italia , in Puglia di Salvatore Girone con il nostro Massimiliano Latorre.

Cari fratelli e sorelle,

nutrendoci di Gesù noi non possiamo che non avere i suoi stessi sentimenti. ed è praticamente impossibile non aprire gli occhi sulle necessità di ognuno. Egli si aspetta da noi almeno i cinque pani e i due pesci e la volontà di distribuirli alla folla perché nel gesto della condivisione egli moltiplichi e sazi ciascuno.

Ci sta a cuore infatti questa amata città con tutte le sue problematiche. Anche noi, non perdiamoci di coraggio, sebbene tante volte ci sentiamo impotenti di fronte alle sfide tarantine. Sono particolarmente preoccupato per i continui episodi di criminalità che stanno turbando la quiete cittadina. Chiedo a coloro che ne hanno facoltà  di intensificare il loro ed il nostro comune impegno per la tutela della legalità e la sicurezza. Alle piaghe che conosciamo e che sono bene note non possiamo aggiungere l’aggravante di un crescente degrado umano, sociale ed urbano. Ricordiamo ancora i lavoratori di Isola Verde e il flusso dei migranti che continua e continuerà a raggiungere la nostra terra. Preghiamo per loro , sosteniamoli e accogliamo i nostri bisognosi come quelli che lasciano disperati la loro terra. E non arrendiamoci all’inquinamento dell’aria, della terra e del mare. Ed ancora non assistiamo inerti  secondo quanto riferiscono dalla Asl  all’uso da parte di giovani e persino ragazzi di cocktail a base di superalcolici dentro e fuori i locali. Parafrasando ancora una volta il Vangelo odierno, si devono distribuire i propri cinque pani e due pesci, se si vuole il miracolo: occorre cominciare almeno dalla pulizia delle strade, da un ritrovato senso civico e dal controllo serrato per scoraggiare rapine e sparatorie. Ma soprattutto è necessario sviluppare una cultura della legalità in cui conta sin da piccoli il lavoro ed il merito, il dovere fatto con dignità e non il prevaricare facendo i furbi o subendo legami di una avvilente dipendenza. O tirare a campare coltivando solamente il proprio interesse. L’Eucarestia è dono, è solidarietà è comunione; per questo ci interessa la vita della società.

L’Eucarestia che è il Pane della Comunione ci aiuti a riscoprire il nostro senso di appartenenza e di identità. Questo Sacramento ci fa diventare un unico popolo e prego perché questo Pane azzimo che è posto alla nostra adorazione smaltisca da noi i lieviti cattivi dell’ignavia, del tornaconto personale, dell’autoreferenzialità e della cultura del lamento. Questo Pane che è al contempo pane dei poveri e degli angeli ci aiuti a pensare un futuro solidale per la nostra città. Senza ricorrere a tanti piccoli aggiustamenti di fortuna, Taranto non si accontenti, ma punti in alto per amore di questa terra e dei suoi figli. Non possiamo giocare a ribasso quando il buon Dio cha messo nelle nostre mani tanta bellezza e tanta storia. Cominciamo dall’educazione umana e sociale dei nostri bambini e ragazzi e lavoriamo perche si siano persone che non mettano in primo luogo il loro interesse particolare, ma siano appassionate al bene comune nella società, nella economia e sin anche nella politica.

Il pane spezzato ci fa rendere grazie a Dio e ai fratelli. Per questo motivo prima di impartire la benedizione silenziosa, vorrei che i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, gli ammalati  e tutti gli uomini e donne di buona volontà si sentissero destinatari della mia gratitudine, quella del vostro vescovo, al termine di questo anno pastorale, che è ricco di tanti buoni frutti. Il Signore ci da di vivere in una Chiesa viva e bella e di questo dobbiamo ringraziarlo e lodarlo.

E continuiamo così il nostro giubileo della misericordia. Seguendo  il giubileo di San Cataldo, il giubileo della città, varie categorie si preparano a celebrarlo:  gli sportivi, la gente del mare, la cultura e l’arte e così via.

I lavori della nostra opera-segno nel Giubileo della Misericordia, la casa dell’accoglienza  di Palazzo Santacroce, procedono e dobbiamo tenerla sempre presente nel nostro impegno e soprattutto nella nostra preghiera.

Ora guardiamo a Lui, sentiamone la presenza, accogliamone il dono, viviamo la grazia di essere da Lui cercati amati e salvati.

Alla nostra città e a voi tutti la benedizione del Signore risorto, vivo e presente; nostra vita e nostra speranza.

+ Filippo Santoro

    Arcivescovo