Ancora una volta l’associazione dei marmisti chiede un incontro con la Regione Puglia che fino ad oggi è rimasta sorda alle diverse richieste d’aiuto della categoria.
AssoMarmo, nuovamente e sperando di non rimanere delusa, vuole riportare l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni sulle difficoltà lavorative legate al mondo dei servizi cimiterali, in cui la lavorazione del materiale lapideo, priva di una guida normativa, resta nelle mani di chi non è specialista del settore.
“Continuano a toglierci il lavoro nel silenzio di chi ci dovrebbe governare ma non riesce a realizzare ed attuare delle leggi che stabiliscano chi può realizzare questa attività e chi no”. Così Federico Greco, vice presidente nazionale dell’associazione dei marmisti, nata sotto l’egida di Casartigiani Taranto.
La sua valutazione, però, non è meramente economica. “A venire meno in questo caso non sono solo le regole del mercato e la regolamentazione dello stesso, ma anche sicurezza (dei lavoratori stessi che si occupano di mansioni per cui non sono preparati) e trasparenza. Le cronache nazionali – prosegue – quotidianamente raccontano di episodi legati a questo sistema malato: a Cagliari sono stati operati degli arresti in quanto è stato scoperto un vero e proprio cartello, a Massa un uomo è morto in una segheria, mentre a Carosino – citando casi più vicini alla nostra terra – continuano a verificarsi avvenimenti incresciosi specchio di una situazione divenuta insostenibile”.
Greco, ancora una volta, si rivolge alla Regione Puglia: “Chiediamo un confronto serio per un lavoro serio”. Il suo appello va al Presidente Emiliano, alla Giunta ed ai singoli consiglieri, soprattutto a quelli che esprimono la voce della provincia ionica: “Siete voi a dover creare i giusti presupposti affinché i marmisti possano tornare a fare un lavoro tipicamente riconducibile alle mansioni tipiche di una attività che, altrimenti, rischia l’estinzione. Questo potrebbe essere per noi un polmone importante mentre le nostre saracinesche continuano ad abbassarsi a fronte dell’ingiusto arricchimento delle agenzie funebri e di tutti coloro i quali si improvvisano marmisti”.