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Giornale di Taranto - TURISMO/ Taranto, finalmente arrivano i turisti. Occorre tuttavia cambiare mentalità, dei cittadini ma anche del pubblico.
Sabato, 16 Aprile 2016 07:50

TURISMO/ Taranto, finalmente arrivano i turisti. Occorre tuttavia cambiare mentalità, dei cittadini ma anche del pubblico. In evidenza

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Taranto sta già ospitando e si appresta ad ospitare per i prossimi mesi, migliaia di turisti giovani e meno giovani, italiani e non. La città dei due mari si sta affermando a livello nazionale ed internazionale forte delle sue bellezze naturali e culturali, forte di una città vecchia che “tira”. Ieri siamo stati in giro per il nostro Borgo antico, abbiamo pranzato in maniera eccellente in un noto ristorante, abbiamo fatto una passeggiata su via Cariati, si respirava una stupenda aria di mare abbiamo visto i pescatori che lavoravano con cozze e pesce ed abbiamo visto una numerosa scolaresca proveniente da Salerno che usciva ordinatamente e soddisfatta, da un locale dopo aver consumato un pranzo a base di mare. Tutto molto bello. Ma siamo convinti che la bellezza non basta per  ottenere la patente di luogo turisticamente appetibile. Perché diventi meta turistica e non ritrovo per pochi “eletti”, un luogo deve essere accessibile, facile da raggiungere, accogliente, ospitale, conveniente. Alla luce di queste importanti novità per il turismo tarantino, occorre fare una breve considerazione: ci sono luoghi obiettivamente brutti che si sono conquistati posizioni di primo piano solo perchè offrono tanto, perché l’ospite viene accolto e coccolato, e quindi torna anche nel luogo “brutto”, dove il mare non è trasparente e il paesaggio si distingue per monotonia. E allora domandiamoci, a Taranto, cosa siamo capaci  di offrire al turista e quanto siamo disposti a dare, veramente, di ciò che pensiamo ci appartenga? Pensate cosa potrebbe essere Taranto se non ci strappassero davanti agli occhi pezzi di terra, di mare, di panorama, di strada, bloccati dagli “accessi vietati per motivi di sicurezza”, dai muraglioni che chiudono spazi un tempo aperti e liberi, costretti a girare lo sguardo per evitare il lugubre skyline delle ciminiere. Note di cambiamento tuttavia giungono dagli operatori delle nuove generazioni il cui approccio evidenzia una incoraggiante inversione di tendenza. Ma il pubblico frena, non consente tutto questo, ad esempio il giovane titolare del Ristorante “La Paranza vorrebbe investire, rilanciare la sua attività con una ristrutturazione dell’immobile ma la Soprintendenza non autirizza. L’auspicio è che si arrivi alla consapevolezza che fare turismo significa spalancare porte, reali e metaforiche, e non trasformare i luoghi in “esclusivi”, occorre essere aperti h24, anche di domenica, per tutto l’anno, anche in città, dove un malcapitato forestiero che ha macinato chilometri su chilometri (il capitolo dei trasporti e delle infrastrutture carenti lo apriremo in un’altra occasione, vedi in primo luogo, Treni, Aeroporto oppure Stazione Navale per grandi vani da crociera) per visitare la perla dello Ionio avrà pure il diritto di bere un bicchier d’acqua in un bar, lavarsi le mani in un bagno pubblico, fare la spesa, mangiare, comprare souvenir kitsch (magari una miniatura delle Colonne doriche o un magnete del Castello aragonese o del Ponte Girevole) esattamente come facciamo noi quando andiamo in vacanza.                                                                                                                                        

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