“La nuova Politica Agricola Comune, PAC, può rappresentare una straordinaria occasione di rilancio del sistema produttivo. individuando però le priorità e le strategie da realizzare, ed evitando spinte centralistiche”, lo ha detto Fabrizio Nardoni, coordinatore della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, illustrando - nel corso di un’audizione di fronte alla Commissione Agricoltura del Senato, presieduta da Roberto Formigoni – la posizione che la Conferenza ha assunto sul futuro della PAC prima della pausa estiva.
“E’ questo il momento – ha sottolineato Nardoni – per ripensare, con il contributo delle Regioni, degli operatori e delle loro rappresentanze, le procedure e le tempistiche per offrire servizi migliori e aggiuntivi agli agricoltori”
Per quanto riguarda i Programmi di sviluppo rurale (PSR) “le Regioni considerano cruciale l’apporto concordato e coerente di tutti i finanziamenti che possono insistere su di un medesimo territorio” e ritengono strategico porre “attenzione ad alcune macrocriticità”. Fra queste Nardoni, richiamando il documento della Conferenza delle Regioni, ha posto l’accento su:
“integrazione e complementarietà tra fondi, evitando rischi di duplicazione (in particolare rispetto alle azioni sulle quali insiste più di un fondo europeo e per le quali è necessario stabilire “linee di demarcazione” per l’utilizzo dei fondi, prima con un accordo tra le Regioni e poi attraverso la condivisione con le Amministrazioni centrali);
“Governance”, chiarendo competenze di intervento a livello programmatorio e garantendo il rispetto del ruolo istituzionale delle Regioni e fornendo un quadro definitivo degli eventuali Programmi Operativi nazionali (PON). Sotto questo profilo – ha aggiunto Nardoni - Le Regioni chiedono quindi che questi temi siano chiaramente individuati e oggetto di valutazione politica congiunta
Relazioni tra PSR/POR/PON per le quali occorre un’approfondita riflessione (una volta chiarito in primis il quadro di risorse finanziarie disponibili, derivante dal bilancio europeo) rispetto alle zonizzazioni e al campo di azione degli eventuali PON con gli altri strumenti di programmazione regionale (PSR e POR).
Occorre un impegno – ha sottolineato Nardoni con riferimento alla nuova PAC - per attenuare il carico burocratico, migliorando l’applicazione del sistema dei pagamenti diretti, facendola diventare più rispondente alle esigenze del mondo agricolo. Un confronto con il Ministro consentirebbe – ha proseguito Nardoni – di avviare quanto prima la discussione su questi punti perché tanto consentirebbe di procedere alla definizione dei PSR in un’ottica più organica. C’è insomma – ha concluso Nardoni - un secondo settore relativo alla PAC su cui le Regioni rilevano diverse esigenze in particolare per:
1) ridurre il carico burocratico;
2) rivisitare l’architettura dell’organismo pagatore;
approfondire le problematiche connesse al credito e alle difficoltà di reperire il capitale di prestito necessario al completamento dei piani, facendo in modo che le valutazioni di chi finanzia gli investimenti e chi eroga credito possano coincidere e trovando strumenti innovativi che consentano di sostenere le migliori idee di impresa e non solo i capitali più solidi