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Giornale di Taranto - LAVORO & SALUTE - Emiliano al convegno di Cgil e Fiom: "Le persone nella mia vita sono sempre state più importanti dei fatturati"
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Venerdì, 01 Aprile 2016 19:40

LAVORO & SALUTE - Emiliano al convegno di Cgil e Fiom: "Le persone nella mia vita sono sempre state più importanti dei fatturati" In evidenza

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“Questa giornata, grazie alla presenza di ospiti così illustri, è l’occasione per approfondire, anche tra noi stessi, il tema delle scelte strategiche per Taranto". Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenuto al convegno organizzato da Cgil e Fiom nel salone di rappresentanza della Provincia, al quale sono intervenuti il segretario generale Fiom, Maurizio Landini, la segretaria generale Cgil, Susanna Camusso, il sen. Massimo Mucchetti, il presidente dell'associazione Sbilanciamoci, Riccardo Colombo.
"Abbiamo un problema, anche a livello locale, - ha aggiunto Emiliano - per capire qual è la direzione verso la quale dobbiamo andare. Qualche giorno fa abbiamo partecipato a una manifestazione, come Regione Puglia, nella quale tutto il sindacato chiedeva al governo di capire dove stiamo andando rispetto al processo di vendita dell’Ilva. Perché abbiamo dovuto fare una manifestazione? Perché non c’era nessun altro modo di parlare con il governo, non siamo riusciti in nessuna maniera ad aprire un dialogo su questo punto. Il punto, per me, riguarda soprattutto l’economia del carbone in Puglia. Qui sorgono i due più grandi stabilimenti di Europa che producono energia e acciaio dal carbone (la centrale Enel di Cerano, a Brindisi, e l’Ilva di Taranto). Quel carbone che è indicato in tutti i trattati internazionali che abbiamo sottoscritto, da Parigi a  Kyoto, come la causa dei principali danni al clima a livello globale. Il nostro Paese si è impegnato a decarbonizzare. E quell’impegno, in Puglia, - ha ribadito Emiliano - abbiamo preso sul serio, forse perché tendiamo ad applicare le norme e a ubbidire agli indirizzi. Se abbiamo sottoscritto impegni internazionali in una certa direzione, chiediamo che questi indirizzi vengano realizzati, chiediamo di proteggere le produzioni italiane che rispettano quelle regole e non chi non le rispetta. Non è possibile fare protezionismo solo sull’olio tunisino e mi chiedo: qualcuno sta pensando di proteggere la produzione ecologicamente sostenibile prima di mettere le mani sulla ristrutturazione di una delle più grandi fabbriche di Europa come l’Ilva? Quando parlo cosi, c’è chi mi risponde che lasciare il carbone significa non essere più competitivi. Ma io alle madri e ai padri dei bambini di Taranto che mi chiedono risposte posso mai dire che “per essere competitivi” non si possono cercare altri mezzi tecnologici per abbattere l’inquinamento? Mi dispiace, ma non posso rispondere così. Le persone nella mia vita sono sempre state più importanti dei fatturati”.
Emiliano si è poi soffermato sul tema della sicurezza degli impianti dell’Ilva: “Questa è l’unica fabbrica - ha detto - dove la magistratura non può intervenire per assicurare la sicurezza degli impianti per gli effetti di un decreto. In uno scenario come questo la mancanza di interlocuzione col governo, e tra governo e unione europea con riferimento alle regole della produzione, alla problematica degli aiuti di Stato, alle ripercussioni ambientali, mette la regione in una condizione nella quale inevitabilmente finisco per dire qualcosa che non è perfettamente allineato con il governo. È inevitabile. Ma rigetto le strumentalizzazioni che spesso vengono fatte a proposito. Ogni volta che affronto una questione relativa alla mia funzione istituzionale, c’è sempre qualcuno che insinua che la ragione è un’altra, più subdola, politica. Una scorrettezza che mira solo a delegittimare non tanto me, ma una regione intera. Io sono grazie a voi pugliesi, e solo a voi, il presidente della Regione e dunque ho il titolo per parlare di alcuni argomenti di interesse generale. Uno di questi è conoscere il futuro di un’area, quella di Taranto, legato al destino della fabbrica. E avere un luogo dove presentare al governo la nostra posizione".
Nel caso specifico, la Regione propone la decarbonizzazione dell’Ilva "anche in relazione - ha proseguito il presidente della Regione - alla prospettiva di un gasdotto in via di realizzazione (il Tap) che la Regione vorrebbe localizzare a Brindisi e non a Melendugno per evitare di costruire 55 km inutili di gasdotto, dovendo spostare 700mila alberi di ulivo in zona colpita da Xylella, per poi andare a finire in una spiaggia senza una ragione. Il tutto in una terra con presenza di criminalità organizzata. L’operazione così come è stata concepita non ha senso e l’ho detto alla commissione antimafia in modo compiuto. È mai possibile realizzare un tratto di opera, da 3-400 milioni di euro, inutile?”
E ha aggiunto: “Che altro deve dare gioia a un uomo e una donna se non la cura dell’ambiente in cui vivono? Tenere a questo significa essere dei fanatici ambientalisti? Io non credo. Per questo abbiamo proposto di far approdare il gasdotto Tap a Brindisi, dove c’è già persino la tubazione che lo collegherebbe con la dorsale Snam, e poi – come compensazione ambientale – la possibilità di alimentare a gas Ilva e Cerano con un prezzo del gas calmierato tale da equipararlo al costo del carbone. Ovviamente il processo di decarbonizzazione dell’Ilva e della centrale di Cerano dovrebbe avvenire in modo progressivo, attraverso un patto tra la Puglia e il governo italiano. Nella consapevolezza che se abbiamo questi problemi legati all’inquinamento oggi è perché venti anni fa qualcuno non se li è posti, altrimenti non saremmo qui in queste condizioni, questo deve essere chiaro. La politica non si occupa solo delle cose di domani, ma anche di ciò che accadrà tra venti o trenta anni. La nostra proposta di decarbonizzazione è migliorabile. Ma troviamo un luogo dove discutere, anche all’interno del percorso del Masterplan del Sud”.
Emiliano ha poi stigmatizzato quell’atteggiamento per il quale, purtroppo, storicamente al Sud, per piccoli interessi locali si fanno accordi con il potente di turno. E si è soffermato sulla importanza di tenere sempre la schiena dritta per tutelare il bene comune: “Specie in una città che ha sofferto e soffre come Taranto – ha ribadito Emiliano – negoziare qualsiasi decisione fuori dall’orizzonte dell’interesse pubblico sarebbe disonorevole. Come si fa a parlare di futuro, di piano strategico, a una persona malata gravemente che cerca prima di guarire e poi di riprogrammare la vita? Come facciamo a ragionare sullo sviluppo del porto, dell’aeroporto, a mettere insieme le migliori località turistiche della Puglia con le zone più difficili dal punto di vista ambientale? Ci dobbiamo provare. Perché quest’area è uno snodo fondamentale del Mezzogiorno”.
 
“Taranto non è solo Ilva – ha concluso Emiliano - è una delle città più belle del mediterraneo. Il suo golfo, che è anche calabrese, tiene insieme l’incrocio tra Adriatico e Ionio. L’agricoltura pugliese, che è tra le più importanti di Italia, potrebbe avere in quel porto la sua prospettiva reale di internazionalizzazione. Questa visione possiamo viverla tenendo alto il senso di comunità. Non è mai semplice venire a Taranto, ma io sono qui. Comprendo che non sia facile per i tarantini avere fiducia, ed è legittimo che siano cauti, perché di parole ne hanno sentite tante negli anni. Ma sono il loro presidente e sono qui. Un’altra cosa che dobbiamo imparare a fare è creare solidarietà intorno ai nostri progetti, perché da soli non ce la facciamo, questa capacità non va persa e va fatta lievitare verso la modernità. Il modello, in fondo, è descritto dalla Costituzione della Repubblica, che si fonda sull’intesa tra stato e regioni, e sulla capacità di costruire insieme anche ai corpi intermedi le idee per il futuro”.