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Giornale di Taranto - TARANTO/ L’Ordine degli Avvocati chiama a raccolta politici e società civile contro la chiusura della sede di Corte d’Appello
Sabato, 13 Febbraio 2016 08:34

TARANTO/ L’Ordine degli Avvocati chiama a raccolta politici e società civile contro la chiusura della sede di Corte d’Appello In evidenza

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L’incontro avrà luogo martedì 16 febbraio alle ore 15:30 nell’aula magna del dipartimento ionico dell’università Aldo Moro in via Duomo.

 

Per la prima volta da quando nell’estate del 2014 ha iniziato a circolare la notizia della possibile chiusura della sede tarantina della Corte d’Appello di Lecce, gli avvocati tarantini convocano cittadini, magistrati, politici, rappresentanti delle istituzioni locali e del mondo accademico per riflettere insieme della nuova geografia giudiziaria ipotizzata dal governo “nell’interesse di cittadini, della giustizia e del territorio”. L’incontro avrà luogo martedì 16 febbraio alle ore 15:30 nell’aula magna del dipartimento ionico dell’università Aldo Moro in via Duomo.

Dopo i saluti del rettore dell’università di Bari Antonio Felice Uricchio, del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, del presidente della Provincia Martino Tamburrano e dell’avvocato Angelo Esposito, componente del consiglio nazionale forense, sono previsti gli interventi del vice presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Logrieco, del presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura Mirella Casiello, del segretario nazionale dell’Associazione nazionale magistrati Maurizio Carbone, del presidente Unione ordini regionali pugliesi Carlo Panzuti, del presidente della sezione distaccata a Taranto della Corte d’appello di Lecce Riccardo Alessandrino, dell’avvocato generale presso la Corte d’appello Mario Barruffa, dei deputati Michele Pelillo e Gianfranco Chiarelli, della direttrice del carcere di Taranto Stefania Baldassarre e del direttore della cancelleria della sezione distaccata della Corte d’Appello di Lecce Carmelo Lenti. Modera il dibattito il presidente dell’Ordine Avvocati di Taranto Vincenzo Di Maggio.

 

Partecipano all’incontro il presidente del tribunale di Taranto Franco Lucafò, il procuratore aggiunto della Repubblica Pietro Argentino, il presidente della sezione tarantina della AnmMartino Rosati, il parlamentare Ludovico Vico, il presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, il presidente della Camera di commercio Luigi Sportelli, il presidente della Consulta delle libere professioni Giovanni Prudenzano e la dirigente dell’ufficio delle esecuzioni penali Paola Ruggieri insieme a tutti i consiglieri regionali della provincia ionica.

“E’ una battaglia che coinvolge tutti – commenta il presidente Di Maggio – in primis gli avvocati, autentica voce delle istanze dei cittadini volte ad ottenere Giustizia, un diritto costituzionalmente garantito, non comprimibile e ne sacrificabile sull’altare della spendingreview ove non sorretto da più d’una ragionevole convenienza che obbedisca ad oggettive esigenze. La ridistribuzione degli uffici giudiziari deve tener quindi conto dei “numeri” (contenzioso, abitanti e infrastrutture) non su base regionale ma su tutto il territorio, altrimenti non disegnerebbe una nuova road map finalizzata a dar concrete e veloci risposte alla sete di giustizia di chi l’adisce. Questa riforma della geografia giudiziaria, per quello che le indiscrezioni fanno trapelare, non convince perché opererebbe tagli irrazionali all’insegna dello spreco di risorse umane e materiali. La chiusura della sede tarantina, che per numeri supera la Corte distrettuale di Lecce (che comprende anche Brindisi) senza un serio studio di fattibilità su tutto il territorio (ivi incluso l’arco ionico calabro lucano) non rappresenterebbe una soluzione compatibile con le esigenze delle genti e segnerebbe il trionfo della superficialità”.