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Giornale di Taranto - IL MESSAGGIO - L'arcivescovo Santoro: "Nella notte di Natale porterò Gesù bambino per mare e per le strade di Taranto vecchia"
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Mercoledì, 23 Dicembre 2015 18:16

IL MESSAGGIO - L'arcivescovo Santoro: "Nella notte di Natale porterò Gesù bambino per mare e per le strade di Taranto vecchia" In evidenza

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Pubblichiamo di seguito il messaggio dell'arcivescovo Filippo Santoro in occasione della festività del santo Natale:

Scrivo il mio “biglietto” di auguri di rientro dall’ospedale Santissima Annunziata dopo aver celebrato la santa messa nella cappella ed averla elevata a chiesa del Giubileo della Misericordia. Ho pensato di interpretare in questo modo la volontà di papa Francesco che vuole disseminare nel mondo i segni della tenerezza di Dio, così ho aperto una Porta santa speciale. L’ospedale è un luogo nevralgico, un crocevia di fragilità, di bisogni, di limiti, di preghiere, di richieste di aiuto. Ho voluto semplicemente dire, nel luogo per eccellenza della cura e della sofferenza, che la misericordia di Dio viene come il farmaco di salvezza. Il Dio con noi, l’Emmanuele che nasce, è vicino a chi ha il cuore ferito (cfr Sal 33).
Ho portato con me, in questa apertura straordinaria del Giubileo l’icona della Madonna della Salute. Sono segni chiari che non hanno bisogno di molte spiegazioni e sottolineature, com’è giusto che siano, immediati ed inequivocabili. La porta aperta, infatti, è immagine del cuore di Dio, l’uscio della casa del Padre. È una porta presidiata dallo sguardo amorevole di Gesù e di Maria, non è una casa abbandonata, ma una casa che attende e che invita a venire al riparo. I peccatori sotto questa porta si rifugiano e trovano il conforto dell’amore misericordioso. Qualunque peccato, quando c’è un pentimento vero, può essere perdonato e le porte si aprono. Ci dice il Papa: il Signore non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che non chiediamo perdono.
La Madonna della Salute in mezzo agli ammalati ci racconta della volontà di Dio che nessuno di noi si perda, ma che a tutti sia annunciata la salvezza.
In una città come la nostra, venerare Maria, salute del popolo tarantino, sotto questo titolo è già di per sé un grido importante. Lei, la nostra avvocata, in questo frangente angusto della vita della nostra terra, è, dopo suo Figlio, mediatrice a Dio per ciascuno di noi. Come vorrei che, dopo questi anni di tribolazione e di umiliazione, l’anno nuovo fosse caratterizzato da un corso nuovo, soprattutto per guardare sereni al futuro dei nostri bambini.
La porta santa sia l’accesso ad un futuro di speranza!
Nella notte di Natale porterò Gesù Bambino per mare e per le strade di Taranto Vecchia per poi poter celebrare la messa in cattedrale, desidero far sentire la vicinanza della Chiesa a ciascuno, ai pescatori e i mitilicultori anch’essi sempre sferzati da tanti problemi, agli operai, ai disoccupati, alla gente di mare e a tutti coloro soffrono. E come vorrei che non si perdesse mai di vista la minaccia ambientale e i conseguenti pericoli per la salute.
I più lontani, quelli che si sentono più estranei al Mistero di Dio che si fa uomo, si sentano invece i più coinvolti e i più desiderati dalla Misericordia di Dio. Lui ci vuole pieni della sua pace e attenti alla cura della terra, la nostra casa comune.
Il mio augurio è semplice. In mezzo al grande fermento di questi giorni vi auguro solo questo: Gesù Cristo. Egli che nasce per donarci la vita, è luce che viene del mondo per accendere la luce a coloro che sono al buio. In mezzo alle tante interpretazioni più o meno felici, anche filantropiche e nobili dello spirito del Natale, il vostro vescovo vi ricorda soltanto che lo spirito del Natale è Gesù, il Verbo di Dio fatto carne. Questo ci porta ad accogliere e a rispettare chiunque. Alcuni amici della comunità islamica di Taranto, in una nostra liturgia, mi hanno donato giorni fa un bambinello Gesù. E’ un segno, in quest’anno santo, di rispetto reciproco e di stima per la fede degli altri e questo non significa affatto mettere tra parentesi la nostra fede. Se nel ritorno a Dio, nella condivisione, nel perdono, se avrete fatto sentire meno soli i fratelli in difficoltà, particolarmente i più poveri, se nel nome di Gesù vi sforzerete di essere per gli altri motivo di gioia, di pace e non di sofferenza, allora avrete passato un buon Natale. Io ve lo auguro di tutto cuore.