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Giornale di Taranto - Jobs Act/ In vigore gli ultimi decreti: congedi e cassa integrazione per le piccole imprese, tutte le novità
Martedì, 29 Settembre 2015 10:37

Jobs Act/ In vigore gli ultimi decreti: congedi e cassa integrazione per le piccole imprese, tutte le novità In evidenza

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Di AMEDEO COTTINO

 

 

 

Gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act sono in Gazzetta Ufficiale, con entrata in vigore il 24 settembre. Ammortizzatori sociali, semplificazioni, politiche attive, attività ispettiva: questi i provvedimenti che mancavano all’appello ed ora operativi, completando definitivamente l’iter della Riforma del Lavoro.

Fra i primi effetti, diventano strutturali tutte le misure di flessibilità per la conciliazione vita lavoro introdotte con il decreto 80/2015, che limitava la sperimentazione al 2015. Quindi diventano strutturali, e continueranno ad essere applicati anche dopo il 2015:

·         congedo parentale fino a 12 anni di vita del bambino (retribuito fino a 6 e in altri casi particolari),

·         maternità e congedo di paternità più flessibili,

·         congedo per donne vittima di violenza di genere,

Per quanto riguarda le altre modifiche più rilevanti, si potenzia la NASpI, la nuova assicurazione sociale per l’impiego che ha preso il posto dell’ASpI, ossia l’assegno di disoccupazione per eventi che si verificano dal 1 maggio 2015: durerà 24 mesi anche dal 2017 (non scenderà quindi a 18 mesi, come originariamente previsto).

Cambiano le regole sul controllo a distanza dei lavoratori, con modifiche all’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori: restano le limitazioni previste per l’utilizzo di telecamere e sistemi di controllo, mentre non ci sono paletti all’utilizzo dei nuovi device, smartphone e tablet.

Introdotte nuove forme di flessibilità sul lavoro, come la possibilità di cedersi le ferie fra colleghi per esigenze legate all’assistenza di figli minorenni. Potenziate le politiche attive per il lavoro, con il debutto del nuovo assegno di ricollocamento, voucher che il lavoratore disoccupato da almeno quattro mesi può spendere per trovare occupazione attraverso un’agenzia per il lavoro. Infine, nasce il nuovo ispettorato per il lavoro, con unificazione delle competenze ispettive prima distribuite anche con INPS e INAIL.

 

CASSA INTEGRAZIONE PER LE PICCOLE IMPRESE

Le PMI con almeno 5 dipendenti possono accedere alla cassa integrazione poiché il limite dimensionale per l’accesso alla prestazione è stato ridotto dal decreto ”ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro” attuativo del Jobs Act e in vigore dal 24 settembre (Dlgs 148/2015). Vediamo dunque tutte le novità perle imprese, anche in materia di contribuzione.

CIG

Passa da 15 a 5 il tetto sopra il quale le PMI hanno diritto alla cassa integrazione, la cui durata è limitata a un massimo di 24 mesi, che possono arrivare a 36 (tre anni) se si applicano prima i contratti di solidarietà: è necessario apposito accordo aziendale, con paletti fissati dalla legge anche in materia di riduzione di orario durante la solidarietà (riduzione media del 60%, riduzione complessiva per ciascun lavoratore massima del 70%).

All’interno di questo impianto complessivo di riforma della cassa integrazione, l’ammortizzatore è concesso ai lavoratori dipendenti assunti da almeno 90 giorni, anche con contratto di apprendistato professionalizzante. Secondo le stime del Governo, la platea di aventi diritto alla cassa integrazione si amplia a 600mila imprese e 5,6 milioni di dipendenti. Il trattamento resta invariato, all’80% della retribuzione.

CIGS

Diventano più severi i paletti per concedere la CIGS (cassa integrazione straordinaria), con l’esclusione dal primo gennaio 2016 dei casi di cessazione attività o di un ramo di essa. Contemporaneamente, si semplificano e velocizzano le pratiche per accedere allo strumento da parte degli aventi diritto.

Contribuzione

Cambia il sistema dei contributi a carico delle imprese per finanziare la cassa ordinaria con un maggior peso per quelle che effettivamente utilizzano lo strumento. In pratica, fino a 50 dipendenti si paga l’1,7%, sopra tale soglia il 2% della retribuzione. Ci sono poi percentuali più alte per gli operai delle imprese edili (4,7%) e per lapidei (3,3%). Per la CIGS invece non cambia nulla: 0,9% della retribuzione (0,6%a carico dell’impresa e 0,3% del lavoratore). Contributo addizionale solo per imprese che ricorrono alla CIG: 9% fino a 52 settimane; 12% fra 52 e 104 settimane; 15% oltre le 104 settimane.

Infine, obbligo per tutte le PMI sopra i 5 dipendenti di iscrizione ai Fondi di Solidarietà Bilaterali nei settori che non sono coperti dalla normale copertura di integrazione salariale.

Fonte: il dlgs 148/2015