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Giornale di Taranto - SCUOLA - Paisiello, la mobilità blocca la firma dell'accordo. Tutto rinviato di una settimana
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Mercoledì, 02 Settembre 2015 10:42

SCUOLA - Paisiello, la mobilità blocca la firma dell'accordo. Tutto rinviato di una settimana In evidenza

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Nulla di fatto. Per i docenti, gli studenti, con le rispettive famiglie, dell'Istituto musicale Paisiello si prospetta un'altra settimana di passione. L'incontro di martedì pomeriggio in Prefettura non ha sortito gli effetti sperati. I tre milioni di euro per il momento restano nel forziere comune di Governo, Regione e Provincia perchè, come ha spiegato il sottosegretario del Miur, Angela D'Onghia, presente all'incontro insieme al dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, voluto dal prefetto Umberto Guidato, "ci sono dei tecnicismi da superare".

Tecnicismi che tre ore fitte di discussione non sono riuscite a livellare. A bloccare tutto, per il momento, sono le lettere di mobilità che la Provincia, in data 13 agosto, a ridosso del Ferragosto in pratica, ha inviato ai docenti del Paisiello. Un provvedimento assunto a otto giorni dall'intesa tra Miur, Regione Puglia e la stessa Provincia di Taranto con il quale si stabiliva di destinare, una tantum, la cifra di un milione di euro a testa per garantire lo svolgimento dell'anno accademico 2015/2016 nelle more del compimento del processo di statizzazione del liceo musicale. Processo ancora una volta confermato dal sottosegretario D'Onghia.

Un tecnicismo non da poco che entro poche ore la Regione Puglia, presente martedì con il capo di Gabinetto, Claudio Stefanazzi, e l'assessore all'Industria turistica e culturale, Gianni Liviano, dovrebbe dipanare essendosi assunto l'onere di verificare se ci sono le condizioni per procedere alla sospensione delle procedure di mobilità innescate con l'invio delle lettere ai docenti. Lo stesso quesito sarà girato al ministero della Funzione pubblica con il quale, la prossima settimana, ci sarà un ulteriore incontro a Roma al quale parteciperanno oltre al Miur anche Regione Puglia e Provincia di Taranto.

Ma il vero nodo è quello della mobilità. Sospenderla, rimettendo i docenti nelle condizioni di insegnare, garantirebbe la sopravvivenza del Paisiello che, altrimenti, al 1° novembre prossimo, rischierebbe di ritrovarsi senza corpo insegnante ma, soprattutto, rimetterebbe gli stessi insegnanti in capo alla Provincia garantendo loro di rientrare nel processo di statizzazione dell'Istituto. Sembrerebbe tutto lapalissiano ma così non è dal momento che la Provincia (al tavolo tecnico era rappresentata dal presidente Tamburrano e da tre funzionari mentre per il Paisiello c'erano il presidente Domenico Rana e il direttore Lorenzo Fico) nella bozza di un protocollo d'intesa da lei stessa predisposto, ma non più preso in considerazione nel momento in cui si è capito che l'accordo non sarebbe stato sottoscritto, prevedeva l'autonomia istituzionale e finanziaria dell'istituto Paisiello. Se questo punto dell'intesa fosse passato, da un lato avrebbe sgravato l'ente dall'onere finanziario in favore dell'istituto, dall'altro avrebbe privato di ogni tipo di paracadute l'intero corpo docente dal momento che, una volta diventato istituto privato, si sarebbe immediatamente interrotto il processo di statizzazione dello stesso.

Ad aver messo in moto il meccanismo cui si cerca di porre rimedio sarebbe stata la diversa interpretazione che si è data della legge Delrio, di soppressione delle Province. Secondo i referenti del Paisiello e dei sindacati, la legge Delrio chiedeva innanzitutto che le Province facessero una ricognizione delle funzioni necessarie e non, individuando il personale sovrannumerario nei confronti dei quali procedere con la messa in mobilità entro, comunque, il 1° gennaio 2017. Secondo i funzionari della Provincia, invece, il procedimento andava avviato subito "per non incorrere", ha spiegato il presidente Tamburrano, "nei richiami e negli eventuali provvedimenti nei nostri confronti della Corte dei Conti". Del resto, è stato fatto presente dai funzionari della Provincia, sospendere e, successivamente, revocare la procedura di mobilità significherebbe per l'ente dover mettere a bilancio somme ingenti che lo porterebbero in una situazione di pre-dissesto economico.

Insomma, una situazione davvero complicata che, si spera, possa essere sbrogliata dal momento che tutti, nessuno escluso, nel corso dell'incontro in Prefettura hanno ribadito la volontà di salvare la prestigiosa istituzione tarantina che da 90 anni sforna talenti d'eccezione.

I sindacati, intanto, pur aspettando notizia positive dalla Regione Puglia (in Prefettura c'erano i rappresentanti della Funzione pubblica Cgil, Angela Dragone, della Cisl Scuola, Roberto Calienno, e della Uil, Giancarlo Turi, oltre alle rsu del Paisiello), hanno chiesto l'immediato ritiro della mobilità pur sospendendo il giudizio sull'esito dell'incontro. "Che la situazione fosse complessa lo sapevamo", hanno detto all'unisono i tre segretari, che però ritengono importantissimo "la sospensione delle procedure di mobilità" anche perchè "qualunque dipendente in mobilità non può effettuare vita lavorativa" di fatto costringendo il presidente del cda e il direttore del Paisiello a chiudere i cancelli dell'Istituto.

L'unica notizia positiva è quella che, entro venerdì, il personale amministrativo, che lo scorso 1° settembre era stato richiamato in Provincia, sarà di nuovo a disposizione degli uffici del Paisiello in modo che le attività di segreteria possano essere riprese.

Certo, se la situazione non dovesse ricomporsi sarebbe un duro colpo per il Paisiello con il paradosso di arrivare in fondo al processo di statizzazione senza più l'esistenza in vita della struttura da statizzare.