E’ durata una quarantina di minuti la replica del presidente Michele Emiliano agli interventi susseguitisi dai banchi di maggioranza ed opposizione sul programma di governo accennato nella seduta di insediamento, la scorsa settimana.
Una replica apertasi con quello che il presidente della Regione ha definito “un ringraziamento non usuale al mio partito” e concretizzatosi con l’atto formale di adesione al gruppo consiliare del PD.
Tanti i temi toccati, nel segno di una condivisione ripetutamente sottolineata – soprattutto nei contenuti -  con le posizioni sostenute dai capigruppo. Il faro acceso sulla dolorosa vicenda dei marò pugliesi trattenuti in India è stato particolarmente apprezzato e gli ha permesso di ricordare all’aula un incontro con il fuciliere Girone avvenuto ricoprendo un ruolo politico diverso dall’attuale.
Il differente peso delle responsabilità è una costante del discorso a braccio del presidente Emiliano che dialoga con le opposizioni: assodata la centralità del PD, assicura di tenere in massima considerazione tanto il M5S quanto il centro destra in entrambe le sue formazioni.
Di qui il dato politico di giornata, a conferma di un orientamento già annunciato nelle scorse settimane e sancito nella sacralità dell’aula: Emiliano disegna il percorso di una legislatura caratterizzato da un coinvolgimento di tutti i partiti nei processi legislativi, anche i più impegnativi. Di qui il riferimento ad alcuni temi, alcuni di carattere sociale (la famiglia), altri dalle soluzioni “enigmistiche”, stando alla qualifica con cui Emiliano definisce l’intricata vicenda dei Consorzi di bonifica, altri ancora legati al rilancio dei territori, un progetto nel quale Taranto ha una corsia preferenziale per tutto quel che la città jonica oggi rappresenta.
Il concetto del “lavorare assieme” torna di frequente, anche nel caso delle Sanità Service e dell’impegno formalmente assunto nel ricondurle – accertato che non lo facciano – a svolgere il ruolo legislativamente affidato loro ed a sgombrare il campo dall’equivoco che possano essersi trasformate in feudi elettorali.
“Voglio essere un esecutore di indirizzi non possedendo poteri taumaturgici né dare l’impressione di averli”, dice rivolto all’aula, “voglio discutere con voi dei problemi e con voi trovare le giuste soluzioni” trovando una sintesi tra chi spinge per tamponare le situazioni di difficoltà estrema e chi invece propende per interventi di carattere strutturale.
Il lavoro è uno dei passaggi del discorso. Parte dalla riflessione che anche un giovane appartenente alla cosiddetta classe media, concluso il ciclo di studi, oggi è nell’impossibilità di programmare la propria vita. Questo genera un costo che Emiliano considera “insostenibile” e richiede misure ed incentivi anche di carattere “straordinario od inusuali”  per bloccare l’esodo di cervelli e drenare risorse.
“Dignità all’opposizione che può dare contributi straordinari” è la parola d’ordine ripetuta con assiduità con l’orizzonte denso di problemi, di tagli concepiti nel chiuso delle stanze romane, ma con uno pizzico di ottimismo rivolto al futuro perché Emiliano non si sente un presidente solo, ma “incoraggiato a governare e risolvere i problemi dal dibattito dell’aula”.