Stampa questa pagina
Venerdì, 13 Settembre 2013 15:10

RISCHIO 1400 LAVORATORI GRUPPO RIVA. Per Fabrizio Nardoni non può pagare l’anello più debole della catena. Per Anna Rita Lemma blocco attività ha sapore di rappresaglia. Solidarietà del Comune di Taranto. In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)
L'Assessore alle Risorse Agricole della Regione Puglia Fabrizio Nardoni sostiene che "E’ impensabile che a pagare sia l’anello più debole della catena. La messa in libertà degli oltre 1400 lavoratori del Gruppo Riva e il rischio del non pagamento degli stipendi, sono gesti di forte impatto emotivo e sociale che certo non agevolano il processo di pacificazione e uscita dall’emergenza che invece molti di noi auspicano in questa difficile vertenza. E’ chiaro che in questa situazione le strade che si stavano percorrendo in favore della soluzione delle problematiche in campo sia dal punto di vista ambientale, delle bonifiche e del rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute della comunità tarantina e dei lavoratori in particolare, vanno rese più veloci e certe. E di queste istanze mi farò portavoce domani nell’incontro che avrò con il Primo Ministro Letta nel corso dell’inaugurazione del Salone dell’agroalimentare nell’ambito della Fiera del Levante di Bari. Un processo che va garantito nel pieno diritto della comunità ionica e di tutte le comunità coinvolte anche in altre parti del territorio nazionale, di poter salvaguardare salute e lavoro.Il Governo, dunque, dia immediata esecutività agli impegni assunti e verifichi la possibilità di ulteriori strumenti di garanzia e controllo sull’operato dell’azienda già previsti dal famoso Decreto ILVA. Contemporaneamente credo sia opportuno riconvocare il Tavolo interministeriale al fine di esaminare gli strumenti e le azioni da mettere in campo per lo sviluppo integrato dell’area ionica e l’attenuazione degli effetti di una crisi che se non adeguatamente gestita, rischia di riverberarsi ulteriormente su comparti dell’economia territoriale, quali l’agricoltura e il turismo. Ilva, Lemma: "Inaccettabile rappresaglia sociale. Governo non può dirsi sorpreso" Per la Consigliera regionale del Partito democratico, Anna Rita Lemma “Il blocco delle attività di Riva Acciaio ha il sapore di una rappresaglia sociale senza precedenti, azione che va respinta con la forza del Diritto e le ragioni della Politica.Se da una parte appare oltremodo legittima l'attività della magistratura, nell'ambito di una inchiesta tuttora in corso, registrando decisioni terze che nulla hanno a che fare con analisi economiche ed opportunità politiche, dall'altra parte assistiamo ad una reazione inaccettabile del gruppo Riva che scarica su 1500 lavoratori italiani gli errori che a Taranto, da un anno, gli vengono imputati in sede giudiziaria.I due ambiti non vanno assolutamente incrociati: da una parte c'è l'inchiesta, dall'altra la produzione di aziende che muovono le proprie attività fuori dai cancelli dell'Ilva Taranto, società commissariata dal Governo in virtù dei noti accadimenti. Non può sfuggire, in questa fase delicata, (l'ennesima) il ruolo centrale di un Governo che già, e lo ribadisco, ha forzato la mano affidando all'ex ad Ilva (Bondi) il commissariamento di Ilva Taranto. E che oggi non può dirsi sorpreso dal precipitare degli eventi. Non c'è stato alcun nuovo provvedimento della magistratura, infatti: l'ultimo sequestro rientra in una vasta azione di rastrellamento dei beni avviata dal provvedimento complessivo per 8 miliardi. Roma proceda, dunque, all'individuazione di una soluzione che non aggiunga nuovi drammi in Italia a quello complessivo che si sta consumando a Taranto, dove indagini della magistratura, istanza ambientale e tutela occupazionale risultano legittime e opportune”. Solidarietà ai 1400 lavorati del gruppo Riva acciaio viene espressa dal Comune di Taranto. La notizia della sospensione dalle attività lavorative per circa 1400 lavoratori del comparto siderurgico nei 13 stabilimenti del gruppo Riva acciaio - dice una nota dei Palazzo di Città - crea non poco sconcerto e preoccupazione. E' l'ennesima mannaia che si abbatte sul presidio occupazionale già abbastanza compromesso. Il blocco delle attività non riguarda solo i lavoratori e le loro famiglie, ma estende suoi effetti devastanti su tutto il territorio nazionale e mette in crisi l'economia di tutto il Paese e le sue politiche. Questa decisione aziendale ha come immediato effetto la penalizzazione della categoria più debole, ossia quella dei lavoratori ai quali va tutta la nostra solidarietà. Auspichiamo fortemente che intervenga il Governo per indurre il Gruppo Riva ad un ripensamento su questa drammatica decisione ed agisca, quindi, con la stessa determinatezza con la quale ha assunto nel recente passato decisioni circa la gestione dell'azienda ILVA. I lavoratori sappiano che la città di Taranto è al loro fianco, impegnata, da sempre nei vari livelli e gradi, a contemperare il diritto alla salute con la salvaguardia del posto di lavoro.
Giornalista1

Ultimi da Giornalista1