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Giornale di Taranto - GINOSA MARINA- Maxi-sequestro di "bianchetto" effettuato dalla GdF
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Venerdì, 13 Marzo 2015 11:59

GINOSA MARINA- Maxi-sequestro di "bianchetto" effettuato dalla GdF In evidenza

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Il "bianchetto" posto sotto sequestro dalla GdF Il "bianchetto" posto sotto sequestro dalla GdF
 

 

GINOSA MARINA (Ta)-  Una brillante operazione contro la pesca di frodo è stata portata a segno nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. Un considerevole quantitativo di novellame di pesce azzurro (comunemente conosciuto come "bianchetto", per via del suo particolare colore), proveniente dalle acque di Pino di Lenne (TA) e destinato al mercato di Corigliano Calabro (CS), è stato sequestrato dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Taranto a seguito di un controllo sul lungomare di Ginosa Marina.

I 624 chili di novellame, suddivisi in 78 cassette, sono stati il triste spettacolo che le Fiamme Gialle hanno scoperto a bordo di un furgone condotto da un uomo di origini calabresi. Gli oltre sei quintali di pescato, destinati alla vendita al dettaglio a Schiavonea, frazione di Corigliano Calabro, dove il soggetto sottoposto al controllo esercita il commercio di prodotti ittici, avrebbero fruttato al trasgressore ricavi "in nero" per circa 20.000 Euro.

A tal proposito si ricorda che sia la normativa comunitaria sia quella nazionale proibiscono la pesca, la detenzione, il trasporto e, soprattutto, la commercializzazione di novellame perché ciò pregiudica gravemente sia il normale ripopolamento della fauna marittima sia l’equilibrio dell’ecosistema. Stando a quanto comunicato dalla GdF, l'operazione si è concretizzata al termine di servizi di osservazione e pedinamento messi in atto sul litorale tra Pino di Lenne e Ginosa Marina. Il soggetto, sorpreso in flagranza di reato, è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria di Taranto. 

Conclusi gli accertamenti, i finanzieri, sentito il magistrato di turno e avendo riscontrato, tramite l’intervento del Servizio veterinario dell’ASL Taranto, che il pesce sequestrato era in ottimo stato e quindi commestibile, lo hanno consegnato in beneficenza a mense dei poveri, a parrocchie, a case famiglia, alla Caritas ed altre associazioni di volontariato di Taranto.