Alla luce di quanto sta accadendo a Grottaglie in merito all’ampliamento del Cimitero comunale e alla realizzazione di un Tempio di Cremazione, noi Priori delle cinque confraternite di Grottaglie ( Nome di Gesù, Sacramento, Rosario, Carmine e Purgatorio), congiuntamente, dichiariamo che nell’incontro presso Palazzo di Città, del 24 febbraio 2015, ore 10:00, da noi avuto con il vicesindaco con delega ai Servizi cimiteriali del Comune di Grottaglie Maurizio Stefani, che ci aveva convocati , siamo stati messi al corrente della carenza dei loculi al Cimitero, un’emergenza di cui siamo consapevoli, e quindi quando ci è stato detto della possibilità dell’ampliamento del Cimitero siamo stati favorevoli.
Inoltre, davanti ad una cartografia progettuale ci è stata anche comunicata la possibilità di realizzare un Tempio della Cremazione e quindi ci è stato chiesto se avevamo qualcosa in contrario al rito della stessa Cremazione. Ovviamente noi Priori abbiamo espresso a livello personale un nostro giudizio a favore di questo rito, in quanto dal 1963 la Chiesa lascia libera scelta nel trattamento dei resti mortali, e tra l’altro anche una legge dello Stato lo consente.
Nulla ci è stato detto del progetto in quanto tale denominato “Ampliamento del Cimitero comunale e realizzazione di un Tempio di Cremazione”, e il documento che abbiamo firmato per noi significava l’aver preso visione dell’emergenza e che quindi di conseguenza eravamo d’accordo nella risoluzione del problema anche mediante cremazione.
Pertanto , noi non siamo entrati assolutamente nel merito del progetto, non sappiamo nulla su chi e come verrà realizzato l’ampliamento e il Tempio della Cremazione. Infatti noi non vogliamo e non possiamo entrare nel merito della questione che a quanto ci pare di capire, è meramente di ordine politico e tecnico e pertanto riguarda le forze politiche.
Riteniamo dunque di tirarci fuori dalla questione, fatto salvo il problema della carenza di tombe comunali, che sussiste e va affrontato, ma nel pieno rispetto del bene della nostra comunità e con l’auspicio che la questione non diventi un affare per pochi e che non si apra quindi l’era del “caro” estinto