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Giornale di Taranto - ILVA - Pugliese (Uil): "Bene l'intervento dello Stato. Occorre agire in fretta, le risorse a disposizioni sono insufficienti"
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Lunedì, 01 Dicembre 2014 18:23

ILVA - Pugliese (Uil): "Bene l'intervento dello Stato. Occorre agire in fretta, le risorse a disposizioni sono insufficienti" In evidenza

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“Condividiamo l’intenzione di Matteo Renzi di un intervento pubblico diretto sull’Ilva di Taranto. Del resto è una posizione che abbiamo mantenuto da sempre, non solo dopo l’intervento della magistratura, ma dal 1995, quando a seguito della cessione frettolosa e praticamente gratuita alla famiglia Riva, sostenevamo che era cominciato un percorso che avrebbe portato a un disastro sia dal punto di vista ambientale che della salute, nonché di carattere produttivo e occupazionale. E, purtroppo, siamo stati facili profeti”.

Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia è convinto che esista “un’esigenza immediata di intervento, acquisito che con i 125 milioni della seconda tranche del credito bancario a mala pena si riuscirà a sbarcare il lunario fino a fine anno. Sarebbe quindi opportuno che alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio seguisse un’iniezione di risorse attraverso la Cassa Depositi e Prestiti”.

“Per rilanciare lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa – continua Pugliese - che quotidianamente garantisce un reddito a circa 17mila famiglie, occorrono investimenti ingenti. Il miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva dalla magistratura milanese e richiesto con forza dal commissario Gnudi, è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma non basta per sgombrare il campo dai dubbi e per garantire tutti quegli interventi necessari a rimettere a regime l’attività produttiva dello stabilimento in un ambito, finalmente, di sostenibilità ambientale e di rispetto per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Un aumento del capitale sociale, in questa fase, è fondamentale per poter guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Come UIL di Puglia siamo stati sempre favorevoli a un processo di nazionalizzazione dell’Ilva o quantomeno di forte partecipazione statale. Lo Stato e il Governo, piuttosto che sfidarsi quotidianamente sulle riforme della Costituzione, dovrebbero, in certi casi, limitarsi ad applicarla. L’articolo 42, infatti, è fin troppo chiaro nel disporre l’esproprio del privato per interessi generali: ebbene, l’Ilva è sicuramente un caso di interesse nazionale, un’azienda trainante nel settore, in grado di offrire lavoro, tra diretti e indiretti, a 17mila lavoratori, perno dell’economia e dell’industria italiana. Restiamo fermamente convinti che la mano dello Stato debba agire direttamente, procedendo quindi alla nazionalizzazione dell’Ilva e garantendo le disponibilità finanziarie per coniugare al meglio salute, tutela dell’ambiente e lavoro, ridando così solidità all’impresa e rendendola nuovamente operativa al cento per cento e competitiva sul mercato”.

“Ad oggi – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – si è accumulato già un ritardo notevole sull’applicazione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale): pertanto, la ripresa a pieno regime dell’attività dell’Ilva è legata a doppio filo agli investimenti necessari per la piena applicazione dell’Aia stessa, del piano ambientale e di quello industriale, il che, a quanto risulta, non è affatto contemplato nelle offerte presentate per rilevare l’azienda. Ecco perché riteniamo imprescindibile l’intervento diretto dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e attraverso una gestione diretta dell’attività almeno per i prossimi due anni. Così come è indispensabile l’applicazione della priorità dell’UE secondo cui ‘chi inquina paga’ per reperire le risorse utili a realizzare gli investimenti sullo stabilimento e sul territorio: per risanare 115 km quadrati di territorio e il Mar Piccolo i pochi milioni di euro a disposizione sono assolutamente insufficienti”.