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Giornale di Taranto - La lettera/ TRASPORTOUNITO FIAP scrive al presidente di Peacelink: "Caro prof.Marescotti, gli autotrasportatori tarantini non sono ladri"
Martedì, 11 Novembre 2014 17:52

La lettera/ TRASPORTOUNITO FIAP scrive al presidente di Peacelink: "Caro prof.Marescotti, gli autotrasportatori tarantini non sono ladri" In evidenza

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Pubblichiamo di seguito la lettera a firma del segretario provinciale, Biagio Provenzale, che TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO ha inviato al presidente di Peacelink Alessandro Marescotti

 

Esimio Professore

Su evidenza di alcuni Associati TRASPORTOUNITO FIAP – PROVINCIA DI TARANTO, Associazione di categoria dell’autotrasporto (la 4a in Italia per rappresentanza), ed in riferimento all’articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno “ILVA, quei soldi non all’Aia ma alle bonifiche” domenica due novembre u.s., è mio desiderio formularLe le seguenti osservazioni.

 

Premetto che, da cittadino di Taranto, non posso esimermi dal considerare positivamente il lavoro svolto da PEACELINK e dalle altre Associazioni ambientaliste affinché il tema della qualità ambientale a Taranto non sia più considerato un problema di serie “B”.

Reputo altresì opportuno evidenziare in questa sede l’estraneità di una numerosa maggioranza di autotrasportatori al soggetto da Lei individuato per acclarare una linea di pensiero sulle attuali condizioni di ILVA Spa e, con l’occasione, ribadire a chiare lettere che un soggetto che fa dell’illegalità a bordo di un camion la sua professione camionista non è, ma ladro.

Tale esigenza di ribadire la nostra estraneità a chi quotidianamente convive con l’illegalità scaturisce dal desiderio, legittimo, di scongiurare la possibilità che il comune cittadino -  poco sensibile alle tante ed assai gravose problematiche che ammorbano questo settore - possa generalizzare e fare, come si suol dire, “di tutta l’erba un fascio”, assimilando, per dichiarazioni lette, una figura così preziosa per la collettività tutta ad un criminale.

Cito, a sostegno delle tesi sostenute, alcuni dati in materia di autotrasporto.

In Italia l’80% delle merci viaggia su gomma e, pure considerato sulla lunga e lunghissima  percorrenza un sostanziale riequilibro tra le modalità di trasporto (oltre alla strada, ferro, mare e aria), è evidente che, affinché una merce sia pronta per essere acquistata presso il suo venditore, occorrerà che ve la porti un camion.

Riflettendo, potrà valorizzare il ruolo svolto dall’autotrasporto anche per il Suo benessere quotidiano: il latte o il caffè ed i biscotti per la prima colazione; i vestiti da indossare per uscire di casa; l’autovettura ed il carburante; il cellulare o il pc e così via (l’elenco sarebbe assai lungo, oltre che noioso); tutti saranno stati  consegnati, laddove pronti per essere acquistati, proprio da un autotrasportatore.

Oltre che rilevante per l’intera economia nazionale, l’autotrasporto è anche sicuro. Proprio in questi giorni la stampa specializzata ha diffuso i dati basati sul rapporto di ACI-ISTAT per l’anno 2013. Ne scaturisce un bassissimo tasso di incidentalità in cui risultano coinvolti mezzi pesanti: solo il 6,4% (il dato nulla dice pertanto su chi abbia effettivamente provocato il sinistro, per cui la percentuale potrebbe ridursi ulteriormente) e, tra questi, solo lo 0,32% ha causato danni mortali.

E’ pertanto l’immagine di un settore virtuoso, fatto di uomini/professionisti del volante, che poco si concilia con l’autotrasportatore da Lei preso erroneamente a riferimento che, beffando per di più il Fisco italiano, si mette al volante di una vera e propria “bomba” su strada, dati i freni mal funzionanti e pneumatici usurati. A ciò aggiunga, per meglio comprendere tutti i controlli a cui le nostre aziende sono giustamente sottoposte, le revisioni obbligatorie annuali per i mezzi trainanti e per quelli trainati (è biennale per le autovetture, che potrebbero pertanto circolare liberamente su strada pur in condizioni assai più pericolose) o, ancora, i Centri di Revisione Mobile che operano alla presenza di tecnici degli Uffici della Motorizzazione Civile e delle forze di P.S., presenti su tutte le principali arterie autostradali.

Infine, ed in tema di equità fiscale, la Corte dei Conti europea si è pronunciata in materia di autotrasporto, dopo la pausa estiva, individuando una inefficiente sproporzione tra quello che l’autotrasporto genera in termini di contributo per il Paese (ivi incluse imposte, tasse ed accise a carico delle imprese) e quello che esso riceve sotto forma di risorse specifiche.

Per tutto quanto sopra esposto potrà comprendere che la figura da Lei citata nell’articolo sulla Gazzetta costituisce una realtà estranea ai soggetti legittimamente appartenenti alla categoria e rappresenta, oltre che un pericolo pubblico per la circolazione stradale, fonte di ulteriore danno (grave ed irreparabile) per gli stessi  autotrasportatori che hanno fatto della condotta irreprensibile nello svolgimento della propria attività principio inderogabile. La storia dell’autotrasporto italiano ci ha drammaticamente insegnato che gli illeciti commessi da una minoranza di soggetti assai avvezzi all’illecito abbiano sortito l’effetto generalizzato di una riduzione scellerata delle tariffe di trasporto, determinando margini di redditività nulli, quand’anche negativi, per i tanti operatori onesti.

Contestualizzando il tutto al livello locale, e per meglio illustrarLe la situazione dell’autotrasporto a Taranto, consideri che i trasportatori in conto ILVA stanno tuttora pagando conseguenze pesantissime in termini di volumi di traffico in partenza dal siderurgico e dei relativi termini di pagamento (che hanno sfiorato i centocinquanta giorni) . Centinaia di imprese, portate avanti con sacrificio anche per più generazioni, si sono viste costrette in prima battuta a licenziare i propri dipendenti ed a liquidare il proprio parco macchine, determinando un ulteriore impoverimento delle famiglie e, secondariamente - considerata anche l’impossibilità di ottenere ulteriore credito dai propri fornitori (es. distributori carburante, gommisti, officine di manutenzione, ecc.) e dagli istituti di credito - a cessare l’attività per impossibilità di far fronte agli impegni contratti.

Non è migliore la situazione dei tanti trasportatori portuali tarantini: sarà certamente informato dell’avvio (con notevole ritardo per i tanti ricorsi succedutisi tra le imprese appaltatrici) dei lavori all’interno del nostro Porto e del conseguente dirottamento da parte di EVERGREEN di una grossa fetta dei traffici containeristici verso il Pireo.

Infine, i cisternisti in conto ENI che hanno recentemente subito un taglio contrattuale del 50% delle commesse di trasporto precedentemente acquisite, cedute a grosse realtà imprenditoriali non residenti.

La invito, pertanto, a rivalutare in chiave positiva il ruolo svolto dall’autotrasporto ed il suo contributo decisivo per il benessere quotidiano e la crescita della nostra economia. Certamente, per tutto quanto descritto, l’autotrasporto ne esce vittima, non carnefice.

L’illecito, laddove operato furbescamente da qualche disonesto, non ci appartiene e non rappresenta che un caso sporadico da cui prendiamo le debite distanze.

 

Cordiali saluti.          

 

                                                                                                          Il segretario provinciale

                                                                                                          Dott. Biagio Provenzale