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Giornale di Taranto - ILVA - Rapporto di sicurezza, PeaceLink chiama in causa il commissario Gnudi
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Lunedì, 10 Novembre 2014 19:22

ILVA - Rapporto di sicurezza, PeaceLink chiama in causa il commissario Gnudi In evidenza

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Nuova crociata ambientalista dell'associazione PeaceLink. Antonia Battaglia, Luciano manna e Alessandro Marescotti hanno, infatti, chiamato in causa il commissario straordinario per l’Ilva, Piero Gnudi, per chiedergli chiarimenti sul Rapporto di sicurezza di Ilva S.p.a. "il cui ultimo aggiornamento - sottolineano i tre ambientalisti - risale all'ottobre 2008. In virtù del D.Lgs. 334 del 1999, nello specifico art. 8, il rapporto in questione andrebbe riesaminato con cadenza quinquennale".

Il Rapporto di sicurezza è un elaborato tecnico, i cui contenuti in Italia sono definiti per legge dal DLgs n°334 del 1999 ("Legge Seveso"), che serve a individuare all'interno di uno stabilimento quali sono gli eventuali incidenti rilevanti possibili e quali sono le misure di sicurezza e di prevenzione adottate per prevenirli.
 
"Abbiamo chiesto informazioni in merito, tramite l’invio di posta elettronica certificata (PEC), all'ufficio Servizio rischio industriale della Regione Puglia, che - fanno presente Battaglia, Manna e Marescotti - ha risposto che ...agli atti di questo Servizio risulta che l'edizione del Rapporto di sicurezza della società Ilva SpA, validata dal Comitato tecnico regionale Puglia (Ctr) è quella del 2008. Per quanto riguarda invece l'edizione del 2013 si comunica che la stessa è oggetto di valutazione del Ctr (art.21 del D.Lgs. 334 del 1999 e smi.)...".
 
Non solo, i tre esponenti di Peacelink sottolienano, anche, che le versioni dei Rapporti di sicurezza consultabili on line per il pubblico "sono inaccessibili poichè il portale Ambiente della Regione Puglia è in manutenzione già da alcuni mesi".
 
Pertanto, in virtù di quanto appreso,  Peacelink chiede se tale situazione "disattende la direttiva europea 96/82/Ce relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose conosciuta come Legge Seveso II"; per quale motivo, ad oggi, l'edizione 2013 del Rapporto di sicurezza Ilva SpA "è ancora al vaglio del Ctr".

La questione del Rapporto di Sicurezza, secondo quanto affermano Battaglia, Manna e Marescotti, è di estrema inmportanza in quanto, dopo la lettera di messa in mora inviata nel settembre del 2013 dalla Commissione europea per il mancato controllo degli effetti dell’attività del centro siderurgico pugliese sull’atmosfera e il territorio, "se ne è aggiunta nell'aprile scorso una seconda complementare per il mancato rispetto della normativa Seveso, all'interno della quale gioca un ruolo cardine il Rapporto di sicurezza Ilva. Aggiungiamo, infine, che alla pubblica amministrazione spetta il compito di effettuare un'istruttoria tecnica sul Rapporto di sicurezza al fine di valutare l’idoneità e l’efficacia dell’analisi del rischio. La pubblica amministrazione - aggiungono i tre ambientalisti - deve verificare, anche mediante sopralluoghi presso lo stabilimento, la corrispondenza delle informazioni contenute nel Rapporto di sicurezza e quanto effettivamente attuato da parte dell'Ilva, indicando le situazioni di carattere impiantistico e gestionale sulle quali è opportuno intervenire per prevenire il rischio di incidente rilevante, migliorando le condizioni di sicurezza interne ed esterne allo stabilimento (sicurezza della popolazione, protezione ambientale, sicurezza dei lavoratori, sicurezza dei processi). L’istruttoria tecnica si conclude con un atto che contiene le valutazioni tecniche finali, le eventuali prescrizioni integrative e, - conbcludono Battaglia, Manna e Marescotti - qualora le misure adottate dal gestore per la prevenzione e la riduzione di incidenti rilevanti siano nettamente insufficienti, viene prevista la limitazione o il divieto di esercizio".