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Giornale di Taranto - SANITA' - Tumore della mammella, due associazioni tarantine chiedono l'istituzione della Breast unit
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Lunedì, 10 Novembre 2014 18:29

SANITA' - Tumore della mammella, due associazioni tarantine chiedono l'istituzione della Breast unit In evidenza

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Una “Breast unit”, come struttura multidisciplinare finalizzata alla diagnosi ed alla cura del tumore della mammella, composta dalle seguenti unità operative e funzioni assistenziali: Radiologia – sezione Senologia;  Chirurgia Senologica;  Oncologia medica; Chirurgia plastica e ricostruttiva; Anatomia patologica (Cito-istopatologi, Biologici e Tecnici dedicati) con l'utilizzo dell'Osna (One Step Nucleic Acid Amplification); Medicina fisica e riabilitazione; Psico-Oncologia; Medicina Nucleare.

E' quanto chiedono Annalisa Cangiulli e Maria Gery, Ressa responsabili rispettivamente dell'associazione "La casa delle donne" e "Andos" onlus, all'assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassulgia, e alla direzione sanitaria della Asl di Taranto a favore, tutela e sostegno "delle donne della nostra città. Attraverso il modello organizzativo multidisciplinare “Breast unit” , - aggiungono - la paziente è il cuore del percorso assistenziale e viene sostenuta nei vari passaggi terapeutici sentendosi accompagnata nel suo percorso di guarigione".

La richiesta, che Annalisa Cangiulli e Maria Gery Ressa avanzano, è scaturita nel corso dell'incontro organizzato nei giorni scorsi dalle due associazioni , e al quale sono intervenute le rappresentanti delle associazioni "Cuori solidali" e "Lilt", sul tema  “Dalla parte delle Donne: prevenire  e curare” con un’attenzione mirata alla prevenzione e cura del tumore al seno.

Il cancro al seno costituisce la patologia tumorale più frequente nelle donne e ogni anno 216.000  nell'Unione Europea si ammalano della patologia in questione. Tale patologia  è  per questo la  prima causa di morte del sesso femminile fra i 35 e i 59 anni (i dati sono forniti dal Parlamento Europeo). Nel 2003 il Parlamento Europeo ha raccomandato che tutte le donne europee fossero curate in una rete di centri multidisciplinari certificati secondo i requisiti dell’European Society of Breast Cancer Specialists (Eusoma).

"Lo stesso Parlamento italiano, - sottolineano Cangiulli e Ressa, attraverso  una mozione del Senato del 15 ottobre 2003 e della Camera del 9 luglio 2003 e del 3 marzo 2004, ha sottolineato la necessità di garantire a tutte le donne, affette da carcinoma della mammella, il diritto ad essere curate in una rete di centri di senologia certificati e interdisciplinari, da  equipe multidisciplinare che soddisfi standard di qualità ed efficacia della cura. L'attivazione a partire dal 2008, dello screening regionale per il cancro mammario ha determinato, come ipotizzato e sperato, un aumento della detection della patologia tumorale mammaria e, di conseguenza, l'incremento della necessità di trattamenti chirurgici-medici specifici. Ci preme sottolineare - aggiungono - che tale programma è già esistente presso il Centro donna della Asl di Taranto e ha riscontrato, dal primo semestre di attività dello screening del tumore alla mammella,  che il tasso di incidenze del carcinoma mammario è del 13 per mille rispetto al tasso atteso del 7,  dato preoccupante che metterebbe in luce il nesso tra questo tipo di patologie e il fattore ambientale che incide soprattutto sul territorio tarantino".

Durante il dibattito, ai numerosi interventi di donne tarantine colpite dalla patologia si sono alternati quelli di medici specialisti che operano nella nostra realtà  ed il dato emerso con evidente chiarezza è stato quello di come si avverta l’assenza di una  “presa in carico” della donna colpita dalla diagnosi alla cura, compresa la fase ricostruttiva. Quanto esistente e realizzato in tal senso è frutto della spontanea disponibilità collaborativa  tra medici, finanche in una integrazione pubblico/privato accreditato.

"Così come è apparso oramai indifferibile - concludono Cangiulli e Ressa - attrezzare le nostre strutture sanitarie delle apparecchiature necessarie per la contestuale diagnosi dei linfonodi sentinella durante l’intervento chirurgico di asportazione delle forme tumorali al seno. Ciò significa non solo riduzione dell’ansia legata all’attesa di un esito ma anche abbattimento dei costi sanitari".