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Giornale di Taranto - IL CASO - Il gip Todisco al procuratore Sebastio: "L'Ilva inquina ancora".Peacelink: "Confermate le nostre segnalazioni"
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Sabato, 25 Ottobre 2014 17:41

IL CASO - Il gip Todisco al procuratore Sebastio: "L'Ilva inquina ancora".Peacelink: "Confermate le nostre segnalazioni" In evidenza

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Il gip Patrizia Todisco Il gip Patrizia Todisco

"L'Ilva inquina ancora". E' un giudizio tranciante quello che il gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, (notizia riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno in un articolo a firma di Mimmo Mazza) ha recapitato al procuratore della Repubblica, Gianni Sebastio. Una relazione nella quale il gip segnala la prosecuzione dell’attività inquinante dell’Ilva, la stessa che portò nel luglio del 2012 al sequestro degli impianti a caldo dello stabilimento di Taranto. Il riferimento è alle relazioni dei custodi giudiziari (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento) secondo cui "gli interventi necessari per l’interruzione dell’attività illecita, a cominciare dalla copertura dei parchi minerari, non sarebbero stati attuati".

Convincimenti, quelli dei tre custodi giudiziari, che scaturiscono dai sopralluoghi che Valenzano, Laterza e Lofrumento hanno condotto, insieme ai carabinieri del Noe, all'interno dello stabilimento siderurgico tra febbraio e agosto scorsi, per verificare e documentare lo stato delle aree e degli impianti sottoposti a vincolo cautelare, nonché la situazione in atto riguardante le emissioni degli inquinanti degli stessi impianti ed il relativo sistema di monitoraggio.

E l'azione decisa del gip Todisco non fa altro che "confermare quanto segnalavamo da tempo con comunicati, esposti e misurazioni”, sottolineano Alessandro Marescotti, Antonia Battaglia, Fulvia Gravame e Luciano Manna di Peacelink Taranto i quali poi annunciano che, sull'intera questione, c'è stata la risposta della Commissione europea. Oggi sappiamo - aggiungono - che una pesante infrazione europea va avanti e si avvia ad uno stadio di non ritorno. Il governo europeo ha quindi detto che il Governo italiano è stato inadempiente su numerosi punti e continua ad esserlo. Dal canto suo la magistratura, che in questi mesi ha ispezionato l'Ilva tramite i custodi giudiziari, dispone ora di elementi per un giudizio su ciò che non è stato fatto dentro nella fabbrica”.

Dopo il 2012,, proseguono i quattro esponenti di Peacelink, i custodi giudiziari "hanno continuato a fare ispezioni e a raccogliere materiale per verificare lo stato di attuazione dell’AIA mentregli enti locali, che pure avevano firmato l’Aia, sottovalutavano il problema. Eppure era sotto gli occhi di tutti, lo abbiamo denunciato fino alla noia, che l’Aia rimaneva e rimane lettera morta per le prescrizioni più importanti. Eppure- sottolineano Marescotti, Gravame, Battaglia e Manna -  il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno aveva dichiarato, dopo aver firmato l’Aia che si trattava di una firma condizionata e che,se entro tre mesi non avesse toccato con mano le novità richieste, approvate e sottoscritte, avrebbe ritirato la firma su questa autorizzazione ambientale. Questo sindaco non ha mantenuto la parola, "Oggi - concludono - il potere politico trema. Temiamo dei colpi di coda. Il Governo italiano sta cercando di correre ai ripari riscrivendo il reato di disastro ambientale e chiedendo al Senato di approvare al più presto un pessimo disegno di legge (il DDL 1345) già approvato senza opposizioni alla Camera. Quella legge,  riscrivendo malamente il reato di disastro ambientale, equivarrebbe a un'amnistia e metterebbe a serio rischio il processo all’Ilva e altri ancora".

Ultima modifica il Sabato, 25 Ottobre 2014 19:32