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Giornale di Taranto - Confcommercio: "Aree demaniali? Strategiche per il futuro di Taranto, non si può sbagliare"
Mercoledì, 15 Ottobre 2014 17:21

Confcommercio: "Aree demaniali? Strategiche per il futuro di Taranto, non si può sbagliare" In evidenza

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Confcommercio Taranto interviene sulla vicenda delle Aree demaniali concesse alla città in un articolato intervento che pubblicihiamo di seguito

Ora sono ben 28 le aree demaniali di cui ha preso formalmente possesso la città, alcune –per la valenza ambientale- di grande pregio come la Palude La Vela, Parco Cimino. Preziosissime  sotto il profilo urbanistico  ex caserma Fadini,  ex Barraccamenti Cattolica,  strategiche per le politiche di rigenerazione urbana del capoluogo jonico. Determinanti non solo per il destino futuro del Borgo umbertino, ma per lo sviluppo della città  in una visione di territorio metropolitano tarantino (Area Vasta).

Spazi urbani che hanno in se le potenzialità per divenire occasione per progettare ‘luoghi’ di incontro, per l’aggregazione sociale e  culturale e per realizzare nuovi servizi. In quest’ottica il recupero delle aree demaniali ed in particolare di Fadini e Baraccamenti ( e si spera domani ex caserma Mezzacapo e Stazione Caccia Torpediniere ) diventa l’occasione per avviare finalmente quell’invocato (da tutti gli attori del territorio!)  programma di riqualificazione urbana di cui si parla da oltre un ventennio, per la precisione già dagli anni Ottanta quando ha avuto origine il dibattito sulla dismissione delle aree demaniali e sui destini del Borgo.

Risale  agli anni Novanta un Protocollo d’intesa tra l’allora Governo, la Marina  Militare e il Comune di Taranto sulla dismissione e valorizzazione delle aree demaniali. Così come risale sempre agli stessi anni l’impegno della Marina Militare di compensare con lo scambio di nuove aree in Mar Piccolo le acquisizioni  ottenute per la realizzazione della Base Navale. Dunque, un tema attorno al quale sono ruotati tutti i ragionamenti – purtroppo molto teorici - sul futuro di Taranto.

Oggi finalmente abbiamo la opportunità: di legare la riqualificazione  degli spazi urbani, di cui ha estremo ed urgente bisogno il   Borgo di Taranto, alla valorizzazione delle  ex  aree demaniali;  di partire da un punto fermo per  dare risposte  alle aspettative dei cittadini in termini sociali, ambientali ed economici.

In questo ultimo anno  le associazioni di categoria, e tra queste in prima istanza Confcommercio, gli Ordini professionali -  in particolare  gli Architetti-, associazioni culturali, opinion leader, gruppi di professionisti, insomma i vari portatori di interessi hanno avanzato proposte, dato indicazioni, promosso percorsi e progetti per il miglior utilizzo delle aree demaniali  site nel cuore della città.

In questi anni  Confcommercio ha ripetutamente posto il problema della individuazione nel Borgo di nuove aree da destinare al parcheggio auto: si è individuata l’area ex caserma  Fadini (tra via Leonida e via Cugini) per la realizzazione di  un parcheggio pubblico multipiano. Idea in merito alla quale l’Amministrazione comunale sembrerebbe ormai decisa sul da farsi, tant’ è l’incontro dei mesi scorsi tra il Sindaco Stefano e il presidente Giangrande riguardo alla proposta avanzata da un gruppo di imprenditori disponibili a investire nel progetto. Restiamo in attesa di un incontro di approfondimento, possibilmente in tempi brevi.

Il sindaco  Stefano nei giorni scorsi ha confermato la destinazione di parte delle aree ex Barracamenti al progetto per la realizzazione del  centro polifunzionale dell’Asl; concordiamo con l’Ordine degli  Architetti che nel 2013 indicavano l’area dell’Ospedale Militare come la più idonea per realizzare servizi per la sanità. Senza voler entrare nel merito di questa scelta, certamente di indiscutibile valenza sociale, ricordiamo che ci stiamo giocando un’occasione unica ed irripetibile per dotare la città di spazi di aggregazione sociale che ben difficilmente, in un Borgo chiuso da spazi molto edificati, è possibile ritrovare. E comunque sarebbe opportuno che il Sindaco prima di assumere decisioni aprisse il confronto alle parti sociali, come ormai avviene Italia e in Europa, ed  indicesse un concorso internazionale di idee.