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Giornale di Taranto - Elezioni provinciali/ Cgil, Cisl e Uil scrivono a Lopane e Tamburrano :"Ecco le priorità del territorio ionico"
Sabato, 27 Settembre 2014 00:51

Elezioni provinciali/ Cgil, Cisl e Uil scrivono a Lopane e Tamburrano :"Ecco le priorità del territorio ionico" In evidenza

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I segretario di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Daniela Fumarola e Giancarlo Turi hanno inviato ai due candidati alla carica di presidente della Provincia, Gianfranco Lopane sindaco (centrosinistra) di Laterza  e Martino Tamburrano (centrodestra) sindaco di Massafra un articolato documento in cui indicano le priorità del territorio ionico

Cgil Cisl Uil, in vista delle imminenti elezioni del Presidente della Provincia di Taranto, di domenica 28 settembre p.v. inoltrano alle SS.LL. il Documento unitario allegato, segnalando alcune priorità vertenziali rapportate alla situazione socio-economica del territorio e riguardanti:

·         Bacini di crisi

·         Dinamiche occupazionali e potenzialità di alcuni importanti settori

·         Investimenti

·         Bonifiche

·         Emergenza sanitaria

·         Sistema Difesa

·         Polo Universitario ionico

Si esprime l’auspicio che tali priorità divengano parte integrante dell’azione amministrativa e di governo di chi sarà eletto Presidente, finalmente recuperando il ruolo specifico della Provincia nelle materie ad essa attribuite, rilanciando la concertazione sociale totalmente negata nel periodo di Commissariamento dell’Ente ed adottando politiche attive mirate allo sviluppo, all’occupazione e al rilancio dei settori produttivi strategici per l’economia dell’area territoriale e del Paese.

Cordiali saluti.

DOCUMENTO

Cgil Cisl Uil considerano opportunità favorevole, alla costruzione corresponsabile e partecipata di un futuro positivo del territorio ionico, gli impegni assunti dal Premier Matteo Renzi, in occasione della sua recente visita a Taranto, tanto in ordine alla strategicità nazionale dell’Ilva, ritenuta determinante per la ripartenza del settore manifatturiero, quanto alla compatibilità possibile tra fare impresa e rispettare la salute dei lavoratori, dei cittadini, dell’ambiente.

Altrettanto positivamente valutano il suo impegno di ritornare entro fine anno per fare il punto con la rappresentanza Istituzionale e sociale sugli sviluppi delle tante criticità di quest’area, già poste all’attenzione del confermato Tavolo Interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Queste attenzioni, dunque, rappresentano occasioni decisive  per mantenere vivo il confronto con il Governo nazionale, concentrando l'attenzione su temi e su obiettivi condivisi, prioritari e strategici.

Le recenti rilevazioni  Istat, secondo cui nel primo semestre  2014, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’Italia meridionale ha contribuito con il  +2,4% alla percentuale di crescita dell’export estero, grazie anche al +9,4% della Puglia prima regione italiana per crescita percentualedoveTaranto incrementa del +65,6% (Ilva ed Eni in primis) confermano quanto determinante sia già adesso questo territorio nella determinazione del Pil nazionale e di quali fortissime potenzialità esso sia accreditato.

L'attuale condizione economico-produttiva registra qui il fatto che numerose crisi aziendali,  alcune datate -  a mero titolo esemplificativo si citano i casi di Natuzzi, della ex Miroglio, della Cementir di cui va scongiurato il disimpegno preannunciato, altre più recenti  (Vestas - Marcegaglia) – vedono accentuarsi gli elementi di difficoltà.

Analoghe considerazioni si propongono in maniera altrettanto drammatica per le Pmi dell'appalto - indotto Ilva, dell’Arsenale MM e dell’Eni.

In situazione non dissimile versano le imprese dei servizi (ditte di pulizia delle scuole statali)  e partecipate, dell’agroalimentare con il rischio di una possibile, ulteriore,  ingente fuoriuscita di lavoratori e lavoratrici dall'attività produttiva.

Questo va a peggiorare l'attuale condizione occupazionale già critica,  che ha visto dall'inizio della crisi ad oggi una riduzione di ben oltre 13 mila occupati nell’itera provincia.

A dir poco drammatica la situazione in cui versano i servizi di trasporto, a partire da quelli su rotaia, la cui attuale sistemazione determina una vera e propria situazione di isolamento  geo-politico del territorio.

Le analisi specifiche evidenziano un tasso di disoccupazione in forte crescita: dall’11% del 2012, si passa al 15,5% del 2013 (+ 5,2% sul 2008) con un proiezione per l’anno in corso al 17%. Quella giovanile si attesta al 40,7% (+ 8,8% sul 2008).

Il ricorso alla CIG rileva un aumento complessivo del 34,4% su base annua, con incidenza del 107,7% su quella ordinaria e del 40,1% su quella in deroga.

In questo contesto ha pesato in maniera considerevole la crisi del polo siderurgico (Ilva e indotto), oltre alla delocalizzazione di taluni traffici in ambito portuale.

Il quadro dell’economia locale si completa considerando sia il lento ed incostante avvio dei lavori di ambientalizzazione dello Stabilimento Ilva, che quelli di infrastrutturazione del Porto.

Rispetto al Porto, si prende atto della recente sospensiva decisa dal Tar di Lecce concernente l’aggiudicazione dell’appalto dei lavori, con l’ulteriore riverbero sui ritardi della loro realizzazione e sulle ulteriori ricadute negative, legate al disimpegno transitorio se non definitivo da scongiurare decisamente, da parte della TCT.

E' fondamentale ed urgente, pertanto, non solo prestare la massima attenzione alle singole vertenze, anche di rilievo nazionale  ma mantenere, contestualmente,  un congruo sistema di sostegno in termini di ammortizzatori sociali.

 

INVESTIMENTI

E’ necessario che il Tavolo Interistituzionale discuta anche  dell’attivazione di politiche industriali (investimenti pubblici e privati, ambientalizzazione Ilva, revamping di Cementir), di politiche energetiche (Eni-Tempa Rossa, Vestas, Marcegaglia…)  e delle infrastrutture (Porto, Arsenale MM).

Al tal riguardo Cgil Cisl Uil chiedono al Governo nazionale di fare il punto sullo stato dell'arte dei programmi di investimento previsti a partire da quello dei vari iter autorizzativi.

A distanza di poco più di un anno dai primi interventi governativi, Cgil Cisl Uil  riprendendo l’impostazione fin ora  seguita, ritengono  necessari gli interventi sui seguenti ambiti, taluni dei quali devono essere riconsiderati e divenire oggetto di ulteriori provvedimenti.

 

BONIFICHE

Al netto degli impegni finanziari e dei progetti relativi  all’area portuale, il Sito di Taranto è risultato destinatario di un unico investimento complessivo di soli 119 Meuro.

Di questi 61 graveranno a carico dello Stato e 58 a carico della Regione Puglia.

Le misure attengono, unicamente,  ad un primo intervento sulle scuole del rione Tamburi, sulla zona PIP di Statte e, non ultimo, sullo studio per gli interventi di bonifica del Mar Piccolo rispetto al quale, però, non è ancora dato di conoscere i contenuti.

Considerando lo stato di avanzamento dei lavori dei due primi ambiti e la complessità del terzo, necessiterebbe  sviluppare ulteriori progetti sino all’esaurimento del budget disponibile.

Al contempo occorre individuare, con estrema chiarezza, nuove fonti di finanziamento che possano adeguatamente sostenere l’ulteriore progettualità che interesserà il territorio ionico.

Non appare superfluo rammentare che lo stesso riguarda una superficie di dimensioni imponenti (115 km2in tutto).

Si ritiene che lo strumento dell’Accordo di programma si rappresenti come utile per definire ruoli, competenze e impegni finanziari dei soggetti a vario titolo coinvolti in questa grande opera.

L’imminenza della programmazione dei Fondi strutturali europei per il periodo 2014 – 2020 rappresenta un appuntamento imperdibile.

Richiedono che, già da subito, nell'ambito della riprogrammazione dei fondi 2007/20013 siano previsti per questo finanziamenti ad hoc per l'area di Taranto.

Si valuti ancora come le lungaggini amministrative connesse ai percorsi autorizzativi (Taranto e le aree interessate dagli interventi ricadono nel sito Sin) sono tali da comportare una iper estensione dei tempi di realizzazione delle opere, per cui è di tutta evidenza  come la ridotta disponibilità di finanziamenti non può che frustrare l’intera filiera operativa.

 

EMERGENZA SANITARIA 

L’Esecutivo di Governo in cui la delega in materia sanitaria venne ricoperta dall’ex Ministro Balduzzi, proclamò la necessità di un vero e proprio “Progetto salute” per l’area ionica prendendo a riferimento le evidenze scientifiche contenute nello studio “Sentieri”.

In una realtà territoriale a rischio ambientale così alto, l’assenza di un impianto strategico di misure di carattere sanitario a favore di lavoratori e di cittadinipuò essere compensata intanto con la piena attuazione di quanto prevede  Decreto legge sulla Terra dei fuochi(D.L. n.136/2013) ma nel medio-lungo termine l’obiettivo non può che essere quello del consolidamento e/o realizzazione di presidi sanitari e socio-sanitari (dal nuovo Ospedale ai Presidi sul territorio, alla riorganizzazionedistrettuale e dipartimentale) che rafforzino il profilo della prevenzione e della sorveglianza sanitaria dentro e fuori i luoghi di lavoro, a partire da quelli più esposti.

Questo determinerebbe l’avvio di una  tutela effettiva della salute che si radichi sul territorio.

Interessanti ed utili le prime risposte (realizzazione del “Centro Salute e Ambiente” finanziato dalla Regione Puglia e il sistema di deroghe all’assunzione di personale medico e sanitario a tempo indeterminato) ma fortemente circoscritte ad un ambito limitato e, conseguentemente, reputate del tutto insufficienti, compreso il mancato turnover del personale.

Particolare attenzione occorrerà dedicare all’uso tempestivo  delle risorse di cui al suddetto Decreto per l’effettuazione di azioni di prevenzione e di  controllo dello stato di salute delle popolazioni di Taranto e di Statte.

 

SISTEMA DIFESA

Cgil Cisl Uil contestano le scelte del Ministero della Difesa che hanno determinato la “Legge di revisione dello strumento militare” nel tentativo di  ridurre i costi ma che ha solo tagliato posti di lavoro civili e militari, senza realizzare risparmi e lasciando inalterate ampie aree di privilegio, con l’aggravante che una recente comunicazione del Comando Logistico della M.M. ha dichiarato l’impossibilità di finanziare, per l’Arsenale di Taranto, la manutenzione delle navi per il 2015, con le conseguenti ricadute  occupazionali.

L’intera attività produttiva legata agli insediamenti della Marina Militare nel territorio ionico vive, da troppo tempo, una lunga fase di transizione, sospeso tra i propositi di rilancio infrastrutturale (cd. Piano Brin) ed una realtà fatta di eterni rinvii.

In tale contesto Cgil Cisl e Uil hanno invece individuato una via d’uscita, un percorso concreto per uscire dalla crisi, a partire dalla verifica di come i finanziamenti previsti dalla legge di stabilità per l’industria navalmeccanica, destinati alla costruzioni di nuove navi, possano coinvolgere lo stabilimento di Taranto, favorendo altresì il processo, ancora timido ed incerto, di apertura all’utenza esterna delle attività manutentive e cantieristiche. 

Ragionevole appare poi coniugare la nuova occupazione, che potrebbe rinvenire dallo smaltimento delle 50 navi militari da dismettere, con la necessità che questo avvenga nel pieno rispetto dei parametri ambientali in collaborazione con l’Ilva  considerato che, proprio in tale direzione è intervenuto un apposito studio dell’Università di Bari.

La necessità di assicurare il ricambio generazionale per la trasmissione delle conoscenze deve essere perseguita attraverso accordi specifici tra Ministero della Difesa e la Regione Puglia, dedicando parte delle risorse regionali europee destinate alla formazione, alla creazione di specifici percorsi formativi,  strutturati nel tempo, nel settore navale. 

Quanto all’internalizzazione delle attività ed alla valorizzazione della manodopera interna,   non possiamo condividere che alcune lavorazioni o attività logistiche ed impiegatizie siano affidate a personale militare, addestrato e pagato per fare altro, mandando invece a casa i lavoratori dell’indotto, privandoli di ogni futuro lavorativo.

E’ per questo che dobbiamo pretendere, nella formazione del bilancio della Difesa, la diminuzione delle risorse destinate a spese inutili, sprechi e  privilegi, e all’incremento di quelle destinate ad assicurare le attività ausiliarie nel settore dei servizi.  

-        Nessuna attività potrà essere però pienamente garantita se non sarà completato il risanamento delle strutture attraverso una diversa gestione dell’appalto delle opere, da anni ferme, individuando  una figura commissariale alla stregua di quanto effettuato per altri ambiti (cfr. Porto di Taranto.

 

 

 

 

POLO UNIVERSITARIO IONICO

Le criticità che si sono evidenziate attengono essenzialmente nelle modificazioni di carattere ordinamentale introdotte con il D.M. n.47 del 30.01.2013.

In tale provvedimento si stabiliscono le procedure per l’autovalutazione, l’accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.

Gli elementi di complessità per le sedi decentrate, Taranto rientra ovviamente tra queste, attengono all’autovalutazione ed evidenziano:

-        l’incremento del numero minimo di docenti di riferimento per ogni corso di laurea;

-        la quantità massima di didattica assistita, che si sostanzia nel numero massimo di ore erogabile da ciascun docente

Come logica conseguenza  aumenta in maniera esponenziale il numero di docenti necessari.

Il risultato immediato è stato che il Politecnico di Taranto, nell’ A.A. 2013/14 ha già perso il corso di laurea magistrale in “elettronica”, residua unicamente quello triennale (laurea breve).

Alla ormai conclamata incapacità degli enti locali (Comune e Provincia) di sostenere finanziariamente il progetto formativo, occorre porre rimedio con la:

-        adozione di un sistema “derogatorio” al D.M.n. 47/13 nella parte più innanzi esplicitata;

-        implementazione di  corsi di laurea “caratterizzati” che recepiscano le nuove vocazioni economiche e produttive del territorio;

-        reintegrazione del corso di laurea magistrale in “elettronica”.

Emerge, infine, l’esigenza di una strutturazione sinergica con il mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria pubblica e privata, in grado di sostenere anche finanziariamente il progetto di consolidamento e di rilancio dell’intero Polo universitario.