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Giornale di Taranto - CASTELLANETA/ Summit fra l’assessore Angelillo, Paolo Rubino e Franco Parisi Agromed porterà lavoro nello stabilimento Miroglio?...
Giovedì, 25 Settembre 2014 16:01

CASTELLANETA/ Summit fra l’assessore Angelillo, Paolo Rubino e Franco Parisi Agromed porterà lavoro nello stabilimento Miroglio?... In evidenza

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Contributo di Michele Cristella

 

 

Un vuoto da riempire.
Nel millennio scorso, 1998, scendeva da Alba un imprenditore tessile, Franco Miroglio, per aprire due stabilimenti, uno a ridosso della gravina, un altro in una fertile piana agricola. Il territorio che va da Castellaneta a Ginosa luceva di speranze e progetti di futuro. E nei capannoni, con tecnologia di ultima generazione, il lavoro ferveva come non mai. Ma, passati i cinque anni imposti dalla legge che aveva incentivato quegli insediamenti, l’imprenditore che era sceso dalle sue valli se ne risalì, non in disordine e senza speranza, come l’esercito austriaco di Diaz, ma carico di profitti.
Dal 2004 ad oggi quei capannoni sono stati un monumento della insipiente miopia della politica e dei sindacati e del calpestio di una legge economica, quella di Myrdall, secondo la quale lo sviluppo di un territorio avviene soltanto con l’innovazione e il potenziamento delle sue vocazioni economiche.
Da allora ad oggi andirivieni Sud-Nord degli operai, anzi dei cassintegrati, tavoli nei ministeri, business plan per ottenere gli ok a creare lavori nei capannoni: tutto lavoro infruttuoso.
Ieri a Castellaneta un piccolo summit fra l’assessore Giuseppe Angelillo, il Tavolo Verde con Franco Parisi, e l’ex parlamentare Pds Paolo Rubino in veste di consigliere di Agromed.
Nel capannone Miroglio, un ettaro e mezzo coperto di acciaio e ferro e plastica, la desolazione: buio, polvere, ruggine, rame trafugato, porte forzate. Angelillo espone la situazione al momento: ho partecipato, sempre a mie spese, ai vari summit romani, da ultimo tutti i seduti al tavolo, ministero, Regione e sindacati, volevano regalare il capannone, ora proprietà del Comune, a chi vi avesse portato un po’ di lavoro, ma egli ha detto no. Il Comune, ha sottolineato Angelillo, può dare il capannone solo in comodato d’uso, facendo così risparmiare all’azienda subentrante le tasse di proprietà. Al momento, ha concluso Angelillo, ci sono proposte che, però, bisogna valutare nei dettagli.
Il motivo della visita di Agromed e Tavolo Verde con Rubino e Parisi? Dice Rubino: Agromed ha dieci milioni da spendere che però sono in banca. Alcuni vogliono spenderli in altre colate di cemento, ma io vado guardandomi intorno per vedere se e come sia possibile utilizzare gli spazi coperti inutilizzati.
Ma con che cosa e come utilizzare questo immenso capannone, che richiede migliaia di euro per essere rimesso a norma, bonificato e adeguato al nuovo lavoro?
La nostra agricoltura, dice Rubino, ha un disperato bisogno di passaggi di trasformazione e commercializzazione per risorgere. E vado cercando sedi e possibilità per realizzare queste idee.
Questo interessamento contiene un particolare molto importante per le esangui finanze regionali. La Regione ha stanziato 10 milioni per chi presenti un piano realizzabile di rianimare quei capannoni. Dieci milioni da togliere ad altre iniziative. Invece Agromed ha dieci milioni inutilizzati e da spendere in maniera produttiva, invece d’essere buttati in colate di cemento destinate a rimanere superflue, dopo aver devastato il territorio.
Angelillo e Rubino, concordi che quel vuoto è da riempire con scelte efficaci, si son salutati dandosi un arrivederci.

foto di Michele Cristella.
foto di Michele Cristella.