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Giornale di Taranto - Dopo la Fiera del Levante a Bari, la fiera della vanità a Taranto
Venerdì, 19 Settembre 2014 15:17

Dopo la Fiera del Levante a Bari, la fiera della vanità a Taranto In evidenza

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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano

 

La visita di Renzi a Taranto sembra ormai preistoria, tipico effetto degli eventi tanto attesi che si risolvono in un nulla di fatto.

Resta solo qualche pagina di giornale che ancora oggi usa la notizia come riempitivo e tanto amarezza per come sono andati i fatti.

Al netto di chi esalta l’episodio per interesse di bottega, ma i buoni a nulla sono generalmente capaci di tutto,  si può interpretare  la visita del Premier  come un segnale positivo per i numerosi fronti aperti in riva allo Jonio?

Una visita è sempre sintomo di rispetto ma, oltre il gesto,  non si segnalano episodi degni di nota e prese di posizione che lascino spiragli di fiducia o aspettative di alcun genere.

Riavvolgiamo il nastro e proviamo a capire cosa è successo in Prefettura: in maniera tutt’altro che spontanea (sollecitato da tutti a compiere tale gesto) Renzi, visto che si trovava all’inaugurazione della Fiera del Levante, ha deciso di allungare per qualche ora la sua visita in Puglia per affacciarsi metaforicamente dal balcone  del Palazzo del Governo di Taranto e placare gli animi. E che non si dica che non sono venuto a stringere mani e dare il cinque a tutti.

A margine della riunione istituzionale, come di consueto, ha incontrato i giornalisti approfittando per decantare le bellezze di una Taranto capace di conciliare ambiente ed industria, passato e futuro, potenzialità del territorio e produzione, cani e gatti, mare e montagna, zuppa e pan bagnato.

Renzi ha inoltre assicurato massima attenzione per la città ed impegno alacre teso a fare in modo che una simile sfida, quella dell’Ilva che il Governo è intenzionato a vincere, diventi il simbolo di un Sud che sappia coniugare la vivibilità, l’occupazione e la produzione siderurgica in quanto strategica e di interesse nazionale.

Eh però, notevole! Perbacco quante cose concrete. Accidenti, c’è da rimanere frastornati per la santabarbara di impegni precisi con cui Renzi ha bombardato la città di Taranto.

Città che, come di consueto, è stata subito reattiva, ha capito l’aria che tira  e si è sottratta con un sussulto di dignità al discount delle promesse un tanto al chilo.

Allora, volendo essere disillusi e pratici, con un po’ di sano realismo è facile intuire che, se avesse voluto dare risposte serie,  il Premier si sarebbe premurato di studiare il dossier Taranto fornendo soluzioni in luogo delle solite frasi fatte e del “molto si è fatto e molto resta da fare”.

La fiera della vanità (ottima coda della più nota fiera barese) insomma, la passerella perfetta per offrirsi in pasto ad una politica locale che, invece di rivoltare il tavolo indignata per il nulla di fatto, ne ha approfittato per farsi metaforicamente il selfie con la star consistente nell’amplificare a dismisura il nulla governativo mascherato da presa in carico del problema.

L’unico effetto collaterale ? Qualche sparuta e disorganizzata contestazione di piazza  accompagnata dai classici flebili comunicati stampa “contro”, arginati facilmente dall’imponente cordone di lacchè ossequiosi  e plaudenti  ad ogni frase di senso compiuto proferita da sua eccellenza il Signor Presidente. Bravo! Grazie!

Intanto i problemi restano sul tappeto  e non bastano i pensierini detti davanti ad un pubblico notoriamente  dal palato (politicamente) di ghisa a tal punto da non chiedersi cosa diavolo abbia detto il Premier.

I fatti parlano di un’altra storia fatta da 26 mesi di promesse, 6 decreti inutili sul tema, una serie di commissari e subcommissari che gettano la spugna, una proprietà  (il Gruppo Riva) che pian piano esce di scena limitando i danni, una trattativa con eventuali compratori che non garantisce nulla sul versante del risanamento e del rilancio, ed una linea di credito che, più che prestito ponte, sembra un prestito ponticello sgarrupato.

Ci vediamo a Natale ha detto Renzi. Si certo, ti facciamo trovare il capitone.