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Giornale di Taranto - Renzi: "Non lasceremo che su Taranto si giochi la sconfitta della dignità dell'uomo"
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Sabato, 13 Settembre 2014 22:31

Renzi: "Non lasceremo che su Taranto si giochi la sconfitta della dignità dell'uomo" In evidenza

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Il premier Renzi ed il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, durante la cerimonia di apertura della 78esima Fiera del Levante Il premier Renzi ed il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, durante la cerimonia di apertura della 78esima Fiera del Levante

Quello di Bari è stato l'ultimo (ma non per importanza) degli appuntamenti pugliesi. Dopo aver visitato i territori del Foggiano flagellati dai nubifragi dei giorni scorsi e dopo essersi recato a Taranto per valutare in prima persona la questione Ilva, il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi ha inaugurato la 78esima edizione della Fiera del Levante, la Campionaria considerata uno dei simboli storici di una regione che, nonostante le sue contraddizioni, vuole contribuire a far ripartire al più presto la "macchina" Italia.

Mantenendo un ritmo oratorio incalzante che non ha di certo annoiato la vasta platea, il premier  ha sottolineato come sia arrivato il momento di ricordarci cosa è stato e cosa deve essere il Paese; un Paese in cui il futuro sembra stia diventando una minaccia perché la classe politica non è riuscita a cambiare il corso delle cose, un Paese che ha bisogno di riforme istituzionali e costituzionali per poter risorgere. E a tal proposito, il premier ha voluto chiarire il suo pensiero. Lui  non crede che l'Italia uscirà dalla crisi facendo le riforme, qualsiasi tipo di riforma (da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione). Non basterà tutto questo. Un messaggio poco incoraggiante che ha assunto contorni ancora più foschi quando Renzi si è detto certo che se non inizierà a farle, le riforme, questo Paese non avrà neanche più la credibilità per guardarsi allo specchio.

Lui, il presidente del Consiglio, in appena mezz'ora ha parlato di tutto. E fra i tanti temi presi in esame non poteva mancare la  Puglia, la padrona di casa. Qui il governo non si occuperà soltanto del Gargano, delle infrastrutture, dell'Alta velocità (vedi il collegamento Napoli-Bari). Il premier ha dichiarato che: "Non lasceremo che su Taranto si giochi la sconfitta della dignità dell'uomo. A Taranto non è più una partita che riguarda soltanto l'Ilva, non è più una partita che riguarda solo i posti di lavoro, che pure sono tanti; è in ballo l'idea stessa di un rapporto tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Si vuol far credere che le due cose vadano in contraddizione. Noi dobbiamo vincere la sfida dell'Ilva a Taranto per dimostrare non soltanto che l'occupazione ha un futuro, ma anche che la siderurgia e Taranto devono essere il simbolo per il quale si può coniugare insieme la capacità di attrazione di investimenti stranieri, la dimensione ambientale, la creazione di posti di lavoro."

Creazione dei posti di lavoro che non può prescindere dalla formazione.  "Dobbiamo far ripartire le università - ha sostenuto Renzi- . Non dobbiamo inseguire chi se ne vuole andare, se vuole fare esperienze all'estero... che vada, ma dobbiamo dimostrare che questo Paese potrà tornare ad essere attrattivo per i "cervelli" nel momento in cui nelle università si darà più spazio agli studenti e ai loro sogni e meno a qualche "barone"...  Solo quando le università torneranno ad essere attrattive il nostro Paese diventerà di nuovo grande. C'è tanto, tanto da fare. Si poteva cominciare  già  30, 20, 10 anni fa. Ma adesso basta lamentele e pianti inutili.  Dobbiamo essere convinti di essere nel Paese più bello del mondo con le qualità, delle donne e degli uomini che lavorano, più attrattive del mondo."

I problemi da risolvere non mancano, c'è ancora molto su cui impegnarsi. E su questo non c'erano dubbi. Ma, come ha ripetuto più volte Renzi, guai a mollare e a non andare avanti. In poche parole, chi si ferma è perduto.