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Giornale di Taranto - TARANTO - Ilva, infortunio mortale. Sindacati e Anmil sul piede di guerra. Il cordoglio di Ncd e Verdi
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Giovedì, 04 Settembre 2014 17:12

TARANTO - Ilva, infortunio mortale. Sindacati e Anmil sul piede di guerra. Il cordoglio di Ncd e Verdi In evidenza

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Un nuovo infortunio mortale si è verificato, ieri mattina, all'interno dell'Ilva. La vittima, Angelo Iodice di 54 anni, è un lavoratore della provincia di Caserta e dipendente dell'azienda campana dell'indotto "Global service".

L'addetto dell'appalto era impegnato in alcune attività di manutenzione nell'area dell'acciaieria 1. Lo scorso 27 agosto, a tarda sera, in questo reparto e' deragliato un carro siluro provocando la fuoriuscita di circa 200 tonnellate di ghisa. Il rovesciamento della ghisa incadescente (1600-1800 gradi di temperatura) aveva quindi fatto fondere i binari e reso impraticabile la zona,

La Global Service stava ora lavorando proprio al ripristino di questi binariStando ad una prima ricostruzione l'uomo sarebbe stato travolto sul binario da un mezzo meccanico guidato da un altro operaio. Non è chiaro se la vittima abbia attraversato improvvisamente i binari o se sia stato il conducente del mezzo a non accorgersi della presenza dell'operaio. La dinamica dell'incidente è, comunque, al vaglio degli inquirenti.

L'ennesima morte bianca nell'Ilva di Taranto ha fatto subito scattare la protesta. I sindacati, infatti, hanno immediatamente proclamato uno sciopero di 24 ore in tutto lo stabilimento a partire dal secondo turno della giornata di oggi, giovedì 4.

Particolarmente duro il commento di Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim-Cisl, e di Mimmo Panarelli, segretario rpvinciale Fim-Cisl i quali giudicano "grave e inaccettabile un altro morto a Taranto. Dopo una serie troppo frequente di rischiosi  incidenti e dopo mesi in cui continuiamo a sollecitare l’azienda affinché si ristabilisca una più forte azione di prevenzione, la morte di un lavoratore e’ ancor più inaccettabile. Da mesi - concludono Bentivogli e Panarelli - chiediamo il recupero di una gestione industriale dello stabilimento che recuperi i ritardi sulla manutenzione sulla sicurezza e sul funzionamento stesso dello stabilimento".

La morte dell’operaio della ditta 'Global Service' dell’appalto Ilva di Taranto, avvenuta peraltro nella stessa giornata in cui si commemora l’eccidio dei minatori di Buggerru, "collega tragicamente passato e presente, ammonendo tutti a non dare mai nulla per scontato in materia di diritti e di sicurezza sul lavoro”. Lo dichiara Geremia Mancini, segretario generale dell’Ugl, per il quale “la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentano una battaglia fondamentale per qualsiasi organizzazione sindacale che, sollecitando il senso di responsabilità e il rispetto delle norme in tutte le parti in causa, lavoratori, imprese e istituzioni, pone le condizioni per una reale prevenzione degli incidenti e delle malattie, ma anche per una nuova cultura del lavoro e dell’impresa, che dovrebbe  iniziare già dalle scuole elementari. Da parte di tutta l’Ugl - conclude il sindacalista - non solo un doveroso messaggio di cordoglio per la famiglia dell’operaio, ma l’impegno concreto a portare avanti questa battaglia fondamentale”.

Intanto, se dovessero emergere responsabilità dell’Ilvao dell’azienda della quale la vittima era dipendente, l’Anmil di Taranto è pronta a costituirsi parte civile nel relativo procedimento. "Se dovessero trovare conferma le prime notizie frammentarie, ovvero che l'incidente sarebbe avvenuto nelle operazioni di ripristino di un binario sul quale era recentemente deragliato un carro siluro, - spiega Emidio Deandri, presidente Anmil Taranto - questa ennesima morte bianca all’interno dell’Ilva sarebbe la tragica conferma di quanto abbiamo già sottolineato in occasione di altri incidenti. Nel mentre - prosegue Deandri - i commissari si barcamenano per recuperare prestiti per la mera sopravvivenza dell’Ilva, senza che il Governo abbia un progetto chiaro e definito sul futuro della siderurgia nazionale, la perdurante crisi finanziaria dell’Ilva, e conseguentemente dell’indotto, ha comportato una sensibile riduzione dei fondi destinati alle attività manutentive degli impianti nel siderurgico che ha abbassato drasticamente il livello di sicurezza sul lavoro degli operatori".

 

Più in generale, da mesi l’Anmil ha sottolineato che, quando si svolgono lavori impegnativi in condizioni disagevoli, come quelli svolti spesso su grandi impianti industriali, "bisogna avere la massima concentrazione e la mente sgombra da pensieri immanenti, come quelli sul futuro della propria famiglia, sulla possibilità di continuare a pagare il mutuo, di far proseguire al meglio gli studi ai figli. Da mesi invece i dipendenti dell’Ilva e dell’indotto assistono impotenti a un susseguirsi di notizie contrastanti che aumentano l’incertezza sul proprio futuro lavorativo, nonché sulle retribuzioni correnti, con la tensione che aumenta di giorno in giorno. Se non vogliamo che in futuro nel siderurgico tarantino ci siano ancora “morti bianche” e gravi incidenti invalidanti, - conclude Deandri - è necessario che il Governo si faccia carico della questione ILVA dando precise risposte a chi ogni giorno, salutando moglie e figli per andare al lavoro, non sa se tornerà più a casa".

Ad esprimere il proprio cordoglio per la morte dell'operaio è il gruppo del Nuovo centrodestra alla Regione Puglia. "Esprimiamo il nostro cordoglio ai familiari, agli amici, ai colleghi di Angelo Iodice, dipendente della ditta ‘Global Service’, vittima questa mattina di un tragico incidente sul lavoro all’interno dell’Ilva di Taranto. Uno stabilimento - sottolinea il Ncd - che non riesce a trovare pace, e nel quale non si respirano soltanto polveri che mettono a grave rischio la salute, come evidenziato da inchieste e da una casistica terribile, ma anche un clima di incertezza e precarietà sempre più diffuse che non può non ripercuotersi anche sulla manutenzione, sulla prevenzione, sulla sicurezza, sulla tenuta psicologica e fisica di quanti vi operano quotidianamente, alle prese con continue spade di Damocle incrociate e ben affilate. E questo - conclude la nota - rende ancora più dolorosa questa nuova tragedia, che non può essere archiviata semplicemente come l’ennesima ‘morte bianca’, ma induce in riflessioni profonde e amarissime. Necessarie e inderogabili per scongiurarne altre, per mettere la parola ‘fine’ a un elenco che rappresenta una sconfitta amarissima per ognuno di noi".

Secondo Ada Lenoci, coportavoce dei Verdi Taranto, è difficile pensare "che sia un caso se in due settimane si verificano due incidenti gravi e in due anni quattro morti; tutto ciò sembra al contrario la conseguenza di impianti vecchi e di modalità gestionali poco attente alla sicurezza. Del resto se la catena di comando è composta da personale nominato dal governo e da altro assunto dai Riva è difficile che funzioni a dovere e a ciò si aggiungono il clima di incertezza sul futuro dell’impresa e la mancanza di liquidità. Insomma dobbiamo ribadire che la scelta del governo Monti di commissariare l’Ilva . conclude Lenoci - presenta adesso il suo orrendo conto: non ha risolto il problema dei lavoratori, né quello della città e in più ha lasciato sul terreno ben quattro morti. Invitiamo il governo Renzi a cambiare rotta di 180° e a predisporre la fase di uscita dall’acciaio sporco a tutela di tutti i soggetti coinvolti".