di Lucia Pulpo
Sabato scorso, sono andata a Casa Viola – Mudit per partecipare alla presentazione del libro “Screampunk”.
Ad un anno circa dalla riapertura dell’ex Mudit, ho constatato che i propositi iniziali sono stati ampiamente centrati. Mario Pagnottella, presidente di”Mangrovie” (una delle associazioni che gestiscono questa struttura) mi ha confermato che il sogno di una casa di prossimità dove ritrovarsi, scambiare idee, accendere la curiosità e il fermento culturale, sentirsi accolti e nel posto giusto, tutto questo si è realizzato, infatti questa estate, i ragazzi hanno riempito la Casa per assistere alle proiezioni della rassegna cinematografica ma anche per le presentazioni proposte dall’associazione “Contaminazioni”, ad esempio per il libro di Gennaro Giudetti, dove i ragazzi erano appollaiati anche sui gradini laterali al piazzale con le sedie.
A questo Cosimo Argentina (il suo libro era il motivo della mia presenza) ha commentato “Abitavo qui vicino, molti dei miei amici abitavano in via Plateja… non c’era nulla qui quando eravamo giovani, glielo dirò, si sono tutti trasferiti ma c’erano facce giovani mai viste anche alla mia presentazione. Nel mio quartiere...bello!”
Introducendo la presentazione Giulia Gallo si era soffermata sulla presenza dei bambini al laboratorio mattutino svolto al piano terra, nell’ambito di “Monsters Fantastic Film Festival", un eccellenza seconda solo al festival di Torino.
E Mario ha aggiunto: “Abbiamo una sala che funge da silent room dove vengono per leggere i libri della nostra biblioteca o studiare dai propri, ma dato che diamo la connessione wifi gratuita, il pomeriggio vengono a bere il caffè alla nostra caffetteria e poi rimangono a lavorare, un coworking silenzioso in uno spazio luminoso.”
Ad Argentina brillano gli occhi, l’insegnante che è in lui gongola al pensiero di un centro di aggregazione culturale nel luogo della sua gioventù. Non era scontato che questo progetto mettesse radici ma… Alla domanda “Cosa farete ora, al posto dell’arena estiva, solo presentazioni?”
Il sorriso di Pagnottella spalanca la “devozione” (come direbbe il nostro autore): ”Ora dobbiamo fare le formichine e prepararci al meglio. Dobbiamo ampliare il punto shop dove vogliamo vendere prodotti gastronomici eco-solidali realizzati in carcere, non soltanto provenienti da Taranto ma da l'intera Puglia. Inoltre stiamo progettando dei podcast, un canale web su Spotify, insomma siamo ancora in fase progettuale, lavoreremo per ampliare gli spazi e le offerte alla comunità.”
Mentre parliamo passano persone e il buio scende accarezzando le mura della Casa Viola, dove gli illustri tarantini dialogano coi giovani della nostra città.

