Sul futuro dello stabilimento Leonardo Aerostrutture di Grottaglie (Taranto), i sindacati si dividono. Il punto è se l’azienda con quest’insediamento deve anche operare nel settore militare oltre che civile e negli altri comparti nei quali é già presente. Da rilevare che con l’integrazione delle divisioni Aerostrutture e Velivoli, il sito di Grottaglie lavorerà in prospettiva anche per commesse militari, mentre attualmente è solo nel civile e costruisce due sezioni di fusoliera del Boeing 787. Inoltre, a Grottaglie sono state trasferite anche le attività di Elettronica per la Difesa che prima erano a Taranto. È “fondamentale” che in Leonardo la Business Unit Aerostrutture “resti nel perimetro della One Company, scongiurando ogni tipo di partnership o joint-venture con fondi finanziari che potrebbero portare ad una graduale fuoriuscita dal perimetro della Leonardo SpA”, dice la Fiom Cgil, che rilancia anche “quanto sostenuto dalla Fiom in questi mesi sulla necessità da parte di Leonardo SpA di investire sul settore dell’aeronautica civile e scongiurare il fatto che l’azienda operi esclusivamente nel settore del militare”. La Fiom inoltre annuncia che alcune lavoratrici e lavoratori dello stabilimento Leonardo Aerostrutture di Grottaglie “hanno lanciato una petizione su “change.org” dal titolo ‘Non in mio nome, non col mio lavoro’ con il fine di chiedere lo stop immediato di forniture belliche destinate ad Israele da parte di Leonardo S.p.A e società controllate, inclusi tutti gli accordi esistenti”. Va però all’attacco la Fim Cisl, che pur sostenendo la causa del popolo palestinese, sul sito Leonardo di Grottaglie dichiara: “Quanto lanciato è pura utopia, perché parliamo della stessa organizzazione che insieme a Fim e Uilm ha manifestato e combattuto per chiedere la diversificazione delle attività c/o il sito di Grottaglie; stessa organizzazione che ha accolto con favore nuove attività c/o il sito di Grottaglie, sottoscrivendo accordi unitari in tal senso; stessa organizzazione che, dopo anni di richieste unitarie, ha accolto positivamente l’accorpamento sotto la neo divisione Aeronautica; stessa organizzazione che chiede alla Leonardo di poter partecipare alla gestione dell’azienda su diverse questioni: gestionali, organizzative e occupazionali”.
E quindi, per la Fim, “da un lato si chiede di ‘abbandonare’ il settore militare e dall’altro si vuole essere parte attiva nelle questioni aziendali?” E prende posizione anche la Uilm, che dopo aver manifestato sostegno al popolo palestinese e al popolo ucraino, ricorda tuttavia che “dopo anni di lotte e rivendicazioni dei lavoratori del sito di Grottaglie, a maggio 2025 si è raggiunto l’importante obiettivo della riunificazione dei due business sotto una unica divisione Aeronautica. Come scritto da Fim, Fiom e Uilm, questa nuova opportunità deve essere finalizzata alla creazione di sinergie tra i settori dell’aeronautica militare e civile. Un ulteriore passo in avanti in tale direzione - rileva la Uilm - è stato compiuto il 16 giugno, quando l’azienda ha annunciato la costituzione della joint venture con l’azienda turca Baykar, citando il sito di Grottaglie tra quelli direttamente coinvolti”. “Restiamo convinti - sostiene la Uilm - che i lavoratori di Grottaglie credono nel percorso che hanno costruito con anni di lotte e rivendicazioni: quello di una vera diversificazione produttiva, che non può prescindere dall’unificazione con il settore della Difesa per la creazione e lo sviluppo di un polo di eccellenza dell’aeronautica italiana. Chiunque intenda rimettere in discussione le posizioni unitarie fin qui espresse - afferma infine la Uilm -, ha il dovere di confrontarsi apertamente con i lavoratori nelle assemblee, prima di arrogarsi il diritto di parlare a nome dell’intero sito”.

