Domenica, 07 Settembre 2025 08:26

MOSSA FATTA/ Via libera della Regione al dissalatore del fiume Tara, opera da 129 mln In evidenza

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Via libera della Regione Puglia al dissalatore del fiume Tara, un’opera da 1.000 litri al secondo nell’area di Taranto che fa capo ad Acquedotto Pugliese e che soddisferà il fabbisogno idrico di 385mila persone.  L’intervento - stimato un anno di lavori -  è pari a 129 milioni di euro: quasi 71 saranno coperti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre 27 dal Pnrr e i restanti 31, per finanziare gli interventi prescritti in conferenza dei servizi, dai proventi tariffari. I lavori saranno eseguiti per conto di Aqp dalle aziende vincitrici dell’appalto: Suez Italy e Cisa.  È arrivato infatti il Paur, sigla di Provvedimento autorizzatorio unico regionale. È inserito in un carteggio di 413 pagine con molti allegati. Carteggio che si apre con l’atto finale del Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità urbana, il quale arriva dopo quattro conferenze di servizi, da settembre a dicembre 2024, quella decisoria del 10 gennaio scorso, e i pareri nel frattempo espressi sul progetto dalle varie amministrazioni pubbliche. Notificato ad Aqp e trasmesso agli enti coinvolti nell’iter istruttorio, si rilascia quindi, si legge nel Paur, il “provvedimento autorizzatorio unico regionale per il progetto ‘Realizzazione dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre delle sorgenti del Tara e delle condotte di adduzione dell’acqua potabilizzata e di scarico della salamoia’, proposto da Acquedotto Pugliese SpA come da determinazione motivata della conferenza di servizi decisoria assunta in data 10.01.2025”. Il Paur “è condizionato alla legittimità dei provvedimenti e degli atti amministrativi connessi e presupposti di competenza di altri enti pubblici”. Inoltre, “fa a salve, e quindi non comprende, le ulteriori prescrizioni, integrazioni o modificazioni relative ai successivi livelli di progettazione” ma anche “relative alla fase di esercizio”, entrambe inserite dagli enti competenti, purché “dichiarate compatibili” dall’ente abilitato al rilascio del titolo finale.

Al dissalatore del Tara, la strada era già stata spianata lo scorso 10 gennaio quando la conferenza decisoria, “visti i pareri favorevoli pervenuti e le prescrizioni indicate”, ha ritenuto “superabili le posizioni negative espresse, compreso il parere tecnico istruttorio negativo della Soprintendenza Speciale per il Pnrr in base al giudizio di prevalenza”, e ha perciò d che eciso “di poter chiudere favorevolmente i propri lavori”. Lo scorso inverno contro il dissalatore ci sono state diverse iniziative tra proteste a Taranto tra raccolta di firme e richieste al precedente Consiglio comunale di impugnare i provvedimenti al Tar. Adesso all’Autorità idrica pugliese è concessa una “portata massima di 1.000 l/s ed un volume massimo di 31.536.000 metri cubi/anno per consumo umano potabile previo trattamento”. Ma Aqp lo scorso 1 agosto ha precisato che l’impianto “dissalerà le acque salmastre del Tara fino a 650 litri al secondo”. La concessione è trentennale.  La captazione delle acque avverrà in prossimità dell’impianto di presa di Acque del Sud con l’installazione di un gruppo di elettropompe sommerse all’interno del canale di presa dalle sorgenti del Tara. Ci saranno una condotta di adduzione (14 km) per l’acqua potabilizzata ed una (4,5 km) di scarico della salamoia nell’area del molo polisettoriale. Fissando alcune condizioni di tutela, l’Autorità distrettuale di Bacino meridionale - ed è uno dei tanti pareri espressi - scrive che “la derivazione singola per uso idropotabile con portata pari a 1.000 l/s può essere considerata accettabile dal punto di vista ambientale”. Mentre il Dipartimento Bilancio, Affari generali e infrastrutture della Regione in un altro parere scrive che “la salamoia prodotta dell’osmosi” andrà “scaricata nell’area portuale (previa autorizzazione allo scarico dell’autorità competente)” e dovrà rispettare “tutti i valori limite in acque superficiali”. Ogni mese dovranno esserci le analisi con prelievo per la “verifica del rispetto dei parametri chimico/fisici”. Aqp parla di progetto “innovativo ed ecosostenibile secondo gli stringenti criteri della Tassonomia UE”. Inoltre, afferma Aqp, “l’acqua residuale del processo di dissalazione sarà quasi dolce, simile a quella del Tara che già oggi sfocia nello Ionio, quindi compatibile con l’ecosistema marino. Sono, inoltre, previsti i ripristini vegetazionali (per la realizzazione dell’impianto saranno espiantate alcune piante di ulivi) che saranno puntuali e concordati con i proprietari dei terreni. E nel rispetto del Tara e della comunità che lo vive – si precisa infine -, Acquedotto pugliese riqualificherà i punti d’accesso al fiume e il tratto di pista ciclabile che lo costeggia, al fine di migliorare la fruibilità”. Infine, “l’avvio del dissalatore consentirà di contrastare l’intrusione salina della falda grazie a una riduzione del prelievo dai pozzi”. 

(foto di Nelly Danese) 

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