“No. Quale verbale?”. Lo ha detto Piero Bitetti, sindaco di Taranto a margine dell’incontro al Mimit per l’accordo di programma sull’acciaieria tarantina, ai giornalisti che gli avevano domandato della sua firma nel verbale. Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Abbiamo rinviato al 12 di agosto per poter approfondire la nuova bozza di accordo di programma che ci è stata depositata, come voi vedete in maniera cartacea, adesso ho chiesto di mandarla in maniera ufficiale per consentire ai consiglieri comunali di valutare con attenzione la proposta, approfondirla nel merito per avere contezza di quelle che saranno le garanzie per la città di Taranto e i suoi abitanti”.
Il verbale in questione, poi ritirato, come riferito dal Presidente della Provincia Palmisano, che per protestaha abbandonato il tavolo, aveva la struttura di un preaccordo che impegnava gli Enti a condividere, come previsto dall'Aia, 12 anni di produzione a carbone. A proposito di Aia nel documento della maggioranza sulla vicenda dell'ex Ilva con contestuale richiesta a Bitetti di ritirare le dimissioni c'è anche “l'impegno dell'Amministrazione a depositare, previa valutazione legale, il ricorso al Tar contro l'ultima Aia che di fatto autorizza a 12 anni di produzione a carbone, qualora, contestualmente all'accordo, non venga avviato li procedimento di revisione dell'Aia stessa per aggiornare i contenuti in coerenza con la proposta” formulata dalla stessa amministrazione sull’ex Ilva."
“La maggioranza - si legge nel documento che oggi ha poi portato il sindaco Bitetti a revocare le dimissioni - propone uno scenario con le seguenti caratteristiche: chiusura progressiva dell'area a caldo a carbone e sostituzione con forni Eaf e senza Fsru” (quest’ultima é la nave di rigassificazione). Si chiedono poi la “riduzione delle emissioni e miglioramento della qualità dell'aria; compatibilità con futura alimentazione a idrogeno verde; garanzie occupazionali e percorsi di riqualificazione”.
Le “condizioni vincolanti” dello scenario proposto prevedono, dice la maggioranza del Comune di Taranto, che l’adesione “del Comune agli Accordi di Programma sarà possibile solo se recepite le seguenti condizioni”. Ovvero, si puntualizza, “dismissione graduale ma irreversibile dell'area a caldo entro li 2030; predisposizione di un Dri per alimentazione progressiva a idrogeno verde; inizio contestuale delle bonifiche dell'area industriale; adeguamento Aia e necessità della valutazione di impatto ambientale e sanitario propedeutica ad ogni scelta; previsione di impianto di cattura di CO2; tutela delle prospettive occupazionali dei lavoratori alle dirette dipendenze dello stabilimento e di quelli dell'indotto con un piano di mappatura delle competenze e riqualificazione professionale”. Infine, si propongono “clausole di revoca in caso di inadempienza a garanzia del piano”.

